Il giorno dopo la vittoria di Trump alla Corte Suprema Usa sul “muslim ban” il Tribunale della California si prende la “rivincita” contro la Casa Bianca sempre su un caso “migranti”, ma molto più impattante sull’opinione pubblica. Quei 2mila minori figli di migranti messicani (e non) tenuti nelle “gabbie” metalliche delle tendopoli al confine con il Texas vengono così “protetti” dal giudice californiano che ha preso in carico il “nodo” per cui nei giorni scorsi Trump era stato messo in stato di accusa praticamente da tutto il mondo liberal, dalle opposizioni, dalle ong e anche dalla stessa Chiesa Cattolica di Papa Francesco. Il suo “muro” imposto con la separazione delle famiglie di immigrati ha fatto eco, tanto che il giudice distrettuale statunitense Dana Sabraw di San Diego oggi ha ordinato alle autorità americane di riunire le famiglie separate entro 30 giorni. Non solo, se i bambini hanno meno di 5 anni, devono essere ricongiunti ai genitori entro 14 giorni dall’ordinanza rilanciata nelle scorse ore a livello nazionale.
IL TRIBUNALE DELLA CALIFORNIA SFIDA TRUMP
La sfida diretta lanciata dal Tribunale californiano contro il Presidente Trump è stata presa nell’ambito di una causa intentata dall’American Civil Liberties Union, una ong che difende i diritti civili e le libertà individuali. Nello specifico, spiega l’Ansa, la causa riguardava una bimba di 7 anni che è stata separata dalla madre congolese e infine anche un ragazzino 14enne tenuto lontano dalle madre brasiliana. Dopo le tantissime polemiche delle scorse settimane, il Presidente Usa aveva emesso un ordine esecutivo per fermare la separazione forzata delle famiglie in modo da riunire i detenuti assieme alla frontiera. Ora però il giudice Sabraw ha emesso una nuova ingiunzione nazionale anche su tutte le future separazioni, non solo quelle già avvenute.