Sarebbero oltre 13mila i migranti che negli ultimi 14 mesi l’Algeria avrebbe abbandonato nel deserto del Sahara. E’ quanto emerso da un’inchiesta realizzata dall’Associated Press e citata oggi da Il Post, secondo la quale tra i migranti molti sarebbero stati donne e bambini, lasciati senza acqua né cibo e costretti a camminare verso il Niger con quasi 50°. Lungo il percorso in tanti sarebbero morti mentre secondo le testimonianze dei sopravvissuti, molte persone sarebbero letteralmente “scomparse” tra la sabbia. Il dato choc emerso dall’OIM, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, per ogni migrante morto nel Mediterraneo almeno due sono persi nel deserto. Dal 2014 ad oggi si parla di almeno 30mila persone. “Le donne, gli uomini giacevano morti… altre persone sono scomparse nel deserto perché non conoscevano la strada, ognuno era solo”, ha raccontato Janet Kamara, una donna della Liberia espulsa dall’Algeria lo scorso maggio e che si è trovata ad attraversare il deserto incinta prima di arrivare in Niger, senza il figlio morto durante il suo cammino. Il numero delle espulsioni in Algeria è aumentato a partire dall’ottobre 2017, quando cioè l’Ue ha rinnovato la pressione sui paesi nordafricani per dirottare i migranti diretti verso l’Europa. I migranti in questione provengono dall’Africa subsahariana e sono coloro che vogliono raggiungere l’Europa per evadere da una condizione di povertà e violenza.



NUMERO IN COSTANTE AUMENTO

Il numero delle persone che dall’Algeria attraversano a piedi il Niger sono in costante aumento da qualche anno a questa parte e ciò non avrebbe trovato ad oggi alcuna spiegazione. Se, infatti, le espulsioni dall’Algeria non sono affatto una consuetudine nuova, diverso è l’aumento dei numeri. L’OIM aveva sottolineato nel maggio 2017 135 persone abbandonate e che avevano raggiunto il confine. Numero che nell’aprile di quest’anno è salito vertiginosamente a 2900 per un totale, secondo la stessa Organizzazione di 11.276 tra uomini, donne e bambini sopravvissuti alla traversata, spesso messi in salvo grazie all’intervento di squadre delle Nazioni Unite. L’aumento delle deportazioni, tuttavia, potrebbe trovare spiegazione nei maggiori tentativi di entrare in Algeria, come conseguenza degli interventi dell’Unione Europea in Libia. A confermare i racconti dei migranti sul viaggio nel deserto sono i video raccolti da AP nella zona e che documentano centinaia di persone, barcollanti, mentre si perdono nel deserto. Secondo alcuni migranti la polizia avrebbe talvolta sparato verso alcuni gruppi per costringerli a camminare.

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