Elezioni in Messico, domani domenica 1 luglio 2018 al voto per eleggere il nuovo presidente e il nuovo Parlamento. I sondaggi delle ultime settimane non lasciano spazi a dubbi: Amlo, overo Andres Manuel Lopez Obrador, è destinato a una vittoria schiacciante. Il leader del Movimento di rigenerazione nazionale, già ex sindato di Città del Messico, ha più del 50 per cento di consensi e difficilmente gli altri quattro candidati riusciranno a tenergli testa: parliamo di Ricardo Anaya Cortes (Azione Nazionale), Josè Antonio Meade Kuribrena (Partito Rivoluzionario Istituzionale), Jaime Rodriguez Calderon (indipendente) e Margarita Zavala (indipendente). Grande attesa per il risultato delle urne, con il presidente del Messico che svolge anche il ruolo di capo di governo: il mandato dura sei anni e non può essere rieletto. Il presidente uscente è Enrique Pena Niento del Partito Rivoluzionario istituzionale, che terminerà il suo mandato il prossimo 1 dicembre 2018.



ELEZIONI IN MESSICO, TEMUTA SVOLTA AUTORITARIA

Il sistema elettorale è maggioritario a turno unico, quindi che otterrà il maggior numero di voti sarà il nuovo presidente del Messico. Come riportato in precedenza, i sondaggi vedono in netto vantaggio il candidato di sinistra Obrador, seguito dal centrale Meade Kuribrena staccato di dieci punti.Il candidato di destra, Anaya Cortes del Partito Azione Nazionale, è in terza posizione. Come sottolineato dai colleghi di Repubblica, si andrà al voto al termine della campagna elettorale più violenta di sempre: In tutto il Paese sono stati uccisi ben 48 candidati e 85 politici locali, ma c’è di più. Gli avversari, in particolare Anaya, temono una svolta autoritaria: il pericolo è quello di un nuovo caudillo, come già si è già visto in altri paesi latinoamericani. La critica comune degli oppositori è legata alle troppe promesse elettorali fatte senza spiegare come realizzarle: Obrador ha parlato di rivoluzione pacifica, ma la paura è ben altra…

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