Un paese devastato anche se quasi nessuno ne parla. Come sempre, se non si tratta di una nazione grande e importante, molti non sanno neanche dove sia il Guatemala, il piccolo e poverissimo stato del Centroamerica. L’eruzione del vulcano el Fuego ha tenuto fede al suo terribile nome, facendo al momento 78 morti accertati, ma alla fine tra dispersi e altri ritrovamenti la cifra sarà sicuramente maggiore: sono infatti 192 le persone delle quali al momento non si ha notizia. Tremila invece quelle evacuate dalle loro abitazioni. E intanto il vulcano continua a eruttare fuoco e fiamme tanto da fermare i soccorsi. Come sempre in prima fila in queste situazioni la Chiesa locale come si legge sul quotidiano Avvenire: “La chiesa della Madonna di Guadalupe di Escuintla si è trasformata in un centro di assistenza dove le mamme allattano i loro bimbi, i vecchi consumano il pasto offerto dagli aiuti mentre ogni tanto entra qualcuno cercando, disperato, la moglie o un figlio”.



GUATEMALA, BAMBINA ESTRATTA VIVA DALLE MACERIE

Ma in situazioni del genere accadono sempre o quasi anche episodi che definire miracoli non è un azzardo. Sotto a una montagna di ceneri e macerie le squadre di soccorso hanno trovato una bambina ancora viva. La scena è stata filmata, a testimonianza dell’incredibile episodio, una coperta rosa che avvolge la piccola, una neonata, un uomo in divisa che teneramente la porta in salvo. Cosa significa una vita salva davanti a centinaia di morti? Più fortunata degli altri? E’ un segno, di speranza, di futuro, di ripresa nonostante tutta la distruzione. Quei segni che ci permettono di continuare a vivere, nonostante il male.



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