Il 3 maggio scorso, nel corso della Fiera del Libro internazionale di Buenos Aires, era in programma la proiezione della pellicola “Serà venganza!!” (Sarà vendetta!!) dedicata a un tema purtroppo scottante e polemico: quello dei diritti umani violati nei confronti dei militari che prestavano servizio negli anni ‘70, terribili, sotto il Governo della Giunta Militare. Diretta da Andres Paternostro descrive fatti che vengono sistematicamente silenziati da un’Argentina che continua a conoscere solo una versione storica di quegli anni. Ma, con grande sorpresa, proprio nella giornata dedicata alla Libertà di stampa, con una decisione intollerabile e farsesca perché presa in nome della libertà di opinione, come si legge nel comunicato degli organizzatori della mostra, la censura cala e la proiezione viene cancellata. Fatto che non solo provoca le proteste della stampa e delle organizzazioni giornalistiche, ma, come succede in questi casi, diffonde la causa della pellicola in forma massiva, attraverso internet ma anche i media. Ne parliamo con Alejandro Patron Costa, Presidente di un Centro di Studi sui Diritti Umani di Salta, città del Nord Argentina, che ha prodotto il lungometraggio.



Ci può spiegare perché una pellicola che tratta di diritti umani avente come protagonisti delle violazioni ai militari, che vengono visti, non solo in Argentina ma pure in tutto il mondo, come facenti parte di una dittatura genocida?

In primo luogo perché tutte le persone, al di là dei delitti di cui sono accusati, devono godere di diritti umani: sono un soggetto di diritto e ciò deve essere rispettato, cosa che non sta accadendo qui in Argentina dove non solo militari, ma anche civili e sacerdoti, ebbero un ruolo in quel decennio. Il nostro centro studi nasce come punto di partenza proprio da quegli anni Settanta che consideriamo oggetto di una interpretazione falsa. Noi siamo un gruppo eterogeneo anche a livello ideologico, ma convinti che in Argentina esista una versione creata manipolando la verità, per cui ci siamo posti il compito di raccontare questa storia mostrandola nella sua totalità, nella sua verità. Quello che alla fine ci ha unito è stata la distruzione di un monumento, nella città di Salta, dedicato ai militari che nel 1975, in piena Presidenza democratica di Estela Martinez de Peron, avevano combattuto contro l’Erp, l’Esercito rivoluzionario del popolo, una formazione terroristica.



Che successe?

Mentre stavano ristrutturando una scuola vennero attaccati e dopo una giornata di scontri li respinsero. Nel 2012 un assessore, legato all’Erp in passato, promuove la distruzione del monumento sostenendo che i militari, ragazzi di 18 anni che stavano prestando il servizio obbligatorio, erano genocidi perché avevano ucciso due militanti Erp in quello scontro. Il colmo è che poi il monumento venne distrutto, dietro ordini dell’assessore, da militari che appartenevano allo stesso battaglione dei ragazzi del ’75. Così ci siamo uniti, ma gli inizi non sono stati facili, visto che ci accusavano di essere difensori del Terrorismo di Stato. Abbiamo iniziato producendo un documentario sulla battaglia di Manchalà, sopra descritta, che abbiamo presentato nel 2012, con grande successo, proprio alla Fiera del libro, iniziando da lì a programmarlo in un circuito cinematografico, sempre con sale piene. Così la gente ha potuto farsi un’idea della profonda manipolazione di quegli anni: non giovani idealisti come descritti gli appartenenti a organizzazioni terroristiche, ma membri di un esercito regolare con tanto di gradi e uniformi.



Attualmente la situazione com’è riguardo le violazioni dei diritti umani?

Oltre 400 persone sono morte nelle prigioni, a più di 70 anni di età, e molti tuttavia sono in carcere a quell’età, con un’assistenza medica ridotta. Ci sono anche detenuti in carcere preventivo che supera ampiamente i tre anni previsti dalla legge, essendo anche trascorsi 12 anni in attesa di giudizio. Una situazione complicata insomma, e per questo abbiamo prodotto “Serà venganza!!” lasciando raccontare questa storia ai protagonisti che includono diversi esperti, giuristi, parenti delle vittime…

Come si possono difendere diritti di persone che all’epoca dei fatti non li rispettavano nei confronti delle loro vittime?

La domanda che mi faccio è : perché no? Sono anche loro persone, che hanno commesso errori e crimini anche gravi. Non puoi castigare un cannibale mangiandotelo. Quello che succede in Argentina è proprio questo: chi difende i diritti umani li viola sistematicamente. Gli stessi diritti che non si rispettavano 40 anni fa li stiamo violando oggi.

Cosa ne pensa dei processi del Nunca Mas alla giunta negli anni ‘80?

L’Argentina aderisce al Trattato di Roma sui diritti umani, ma inspiegabilmente, dal 2013 non lo applica o per meglio dire lo applica retroattivamente nei confronti dei militari, violando l’articolo 18 della nostra Costituzione e considera solo i delitti commessi dallo Stato di lesa umanità, mentre non include quelli dei gruppi terroristici, come prevede il Trattato di Roma appunto. Ed è per questo che al giorno d’oggi i combattenti dell’Eta in Spagna sono giudicati, per crimini di lesa umanità.

Il documentario censurato cosa mostra?

Si divide in 3 parti: la prima è una descrizione storica anche del momento mondiale di quegli anni, la seconda si incentra sull’opinione di giuristi internazionali sulla struttura giuridica dei delitti di lesa umanità, con testimoni che dimostrano come Nestor Kirchner imponesse a giudici della Corte Suprema di condannare militari che già erano stati giudicati in precedenza, applicando la lesa umanità retroattivamente su processi già definiti nelle loro sentenze. Di fatto, e questo è importante, nei processi della Conadep “Nunca mas” dell’epoca di Alfonsin, i militari e i terroristi vengono condannati per delitti comuni, in quanto quelli di lesa umanità ancora non erano giuridicamente previsti. Questo nessuno lo dice. La terza e ultima parte raccoglie le testimonianze delle famiglie dei condannati che raccontano le vicissitudini dei loro padri o mariti arrestati e i processi che hanno affrontato.

Secondo lei cos’ha imparato la società Argentina di quegli anni?

Sicuramente a non volere più governi militari, ma una parte purtroppo non ha imparato cosa voglia dire vivere in democrazia, utilizzando i diritti umani come un’arma degna di un Hitler o di un Mussolini nel modo in cui si comportano, nella forma con la quale reagiscono impedendo la libertà di opinione degli altri e il modo in cui castigano a chi pensa differentemente. Quello che è successo alla Fiera del Libro costituisce un esempio di questa intolleranza.

(Arturo Illia)