Alta tensione in Pakistan, dove 127 persone sono morte a causa di 2 attentati terroristici verificatisi durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari del 25 luglio. Come riportato da Il Post, l’attentato più sanguinoso è quello avvenuto nella città di Dringarh, nella regione sud-occidentale del Belucistan, dove un kamikaze si è fatto esplodere durante un comizio del partito Belucistan Awami (BAP) uccidendo almeno 123 persone. Il secondo attentato, verificatosi a Bannu nel corso di un comizio del partito conservatore Associazione degli Ulam dell’Islam ha provocato un bilancio di 4 morti e 19 feriti. Per il momento nessuna organizzazione terroristica ha rivendicato i due attentati: già martedì scorso una carneficina con 20 morti si era verificata nel Paese. A rivendicare l’azione era stato il gruppo Tehreek-e-Taliban (TTP), i cosiddetti talebani pakistani. (agg. di Dario D’Angelo)
350MILA FORZE ARMATE NEI SEGGI
Giungono nuovi aggiornamenti dal Pakistan, dove la situazione è decisamente incandescente in vista delle elezioni in programma il prossimo 25 luglio 2018. Il Paese è stato colpito nel corso degli ultimi giorni da una serie di attacchi terroristici, di cui l’ultimo ieri a Mustang: 132 morti e oltre 200 feriti. Ieri però è stato anche arrestato, al suo rientro da Londra, l’ex premier Nawaz Sharif. L’accusa è di corruzione, con l’ex numero uno pakistano che durante il suo mandato era entrato in rotta di collisione con il potere militare: come riportato da Repubblica, Sharif aveva criticato duramente il coinvolgimento militare negli affari politici e civili del Pakistan. Tra le numerose accuse, quella di essere coinvolti nella organizzazione delle elezioni per poter controllare il voto. Attese novità nelle prossime ore sulla situazione in Pakistan: previsto il dispiegamento di 350 mila uomini in tutti i seggi elettorali per evitare altro sangue. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
STRAGE A MASTUNG
Nuovi aggiornamenti sul tragico attacco suicida di Mastung, sud-ovest del Pakistan. Durante un comizio elettorale, un kamikaze dell’Isis si è fatto saltare in aria: il ministro della sanità del Baluchistan Faiz Kakar ha aggiornato il bollettino, con il numero dei morti che è salito a 132. Sono oltre 200, invece, i feriti. Quello di ieri è stato il più grave di una serie di attentati che sta colpendo il Paese asiatico nel corso della campagna elettorale e la paura ora è tanta. Il prossimo 25 luglio 2018 si terranno le elezioni nazionali e c’è timore per la sicurezza. Come sottolineato dai colleghi di Rai News, i miliziani jihadisti dell’Isis hanno rivendicato l’attacco attraverso l’agenzia Amaq. Ricordiamo che appena tre giorni fa un altro kamikaze è entrato in azione a Peshawar, dove era in programma una manifestazione: venti in totale i morti, tra cui il leader dell’Anp (Partito Nazionalista Pashtun) Haroon Bilour. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ATTENTATO IN PAKISTAN, LE ULTIME
Attentato in Pakistan: 128 morti: campagna elettorale di sangue nel Paese asiatico. Tra le vittime c’è anche il candidato Siraj Raisani, che era presente sul palco e stava parlando nel corso di un comizio. Ad un certo punto però un terrorista suicida dell’Isis ha deciso di farsi saltare in aria e sono decine i morti: Repubblica riporta che sono almeno 128, ma il bilancio è destinato a salire, con centinaia di feriti e molti di loro gravi. Il candidato al Parlamento provinciale non ce l’ha fatta, con l’attentatore che prima di farsi esplodere si è avvicinato a lui e alle sue guardie del corpo, decedute sul colpo. Raisani, figlio di un ex presidente regionale del Belucistan, secondo gli ultimi sondaggi elettorali sarebbe stato in grado di vincere le elezioni provinciali insieme al suo partito, l’Awamy Party.
ARRESTATO L’EX PREMIER NAWAZ SHARIF
Arrivano però importanti aggiornamenti per quanto riguarda l’ex premier pakistano Nawaz Sharif, che è stato arrestato insieme alla figlia al rientro nel Paese: la polizia ha fatto scattare le manette, con i due che sono stati condannati a dieci anni di reclusione per un caso di corruzione. Per evitare disordini, sottolinea Repubblica, le forze dell’ordine hanno accolto l’aereo di Sharif all’aeroporto di Lahore e lo hanno caricato direttamente su un altro aereo per trasferirlo nella capitale Islamabad. L’ex primo ministro del Paese asiatico è stato condannato per l’acquisizione di un appartamento a Londra, dove era prima del ritorno in Pakistan: secondo quanto raccolto nei Panama Papers, l’abitazione sarebbe stata acquistata con i soldi provenienti da alcune tangenti. La figlia Maryam, insieme a lui al momento dell’arresto, ha ricevuto una condanna a sette anni di reclusione: l’accusa è di complicità.