Multati, denunciati e deferiti: durissima la presa di posizione della Commissione Elettorale britannica contro la campagna pro-Brexit della piattaforma Vote Leave: prima del voto del giugno 2016, dove i cittadini britannici decisero con il 51,8% dei suffragi di staccarsi dall’Unione Europea, secondo l’accusa vennero spesi troppi soldi sforando di netto i limiti della spesa imposti per legge durante ogni votazione in Regno Unito. Sono stati dunque multati e deferiti alla polizia per ulteriori indagini tutti i principali responsabili della campagna Vote Leave, la principale piattaforma pro-Brexit al referendum del 2016. Il Vote Leave raggruppa l’ala più euroscettica e radicale del Partito Conservatore di governo (i Tory) e vedono implicati anche Boris Johnson e Theresa May, seppur con minore responsabilità “istituzionale”. La piattaforma avrebbe violato il tetto previsto per la raccolta delle risorse, girando parte dei finanziamenti a un gruppo minore, BeLeave, segretamente collegato.
COINVOLTA ANCHE CAMBRIDGE ANALYTICA
L’ammenda comminata dalla Commissione Uk vale 61mila sterline (circa 70mila euro) ma è la denuncia e gli eventuali effetti di tale decisione che preoccupano maggiormente i “Vote Leave”: il gruppo “partigiano” della Brexit ha violato le norme sulle spese non rispettando il tetto massimo di 7 milioni di sterline, collaborando addirittura di nascosto con altri gruppi pro uscita dall’Ue. Secondo quanto riportato dalla tv svizzera di Rsi, il gruppo BeLeave aveva investito «675’000 sterline attraverso una società specializzata nella raccolta di dati per influenzare i votanti in modo mirato, collegata a Cambrigde Analytica, nota per il suo ruolo nell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Di questi fondi, 625’000 sterline venivano proprio da “Vote Leave”». Il portavoce attuale di “Vote Leave” smentisce tutto e nega qualsiasi malversazione, «siamo sicuri che le prove raccolte dalla commissione saranno invalidate»; intanto il caso non “aiuta” le già tante critiche che i cittadini britannici stanno imputando al Governo May e alla gestione generale del tema Brexit nei primi due anni post-referendum.