L’accordo siglato tra Ue e Giappone si può sintetizzare con questo dato: dall’intesa firmata da Juncker, Tusk e Abe si originerà infatti la maggiore zona economica di libero scambio del Pianeta, pari al 30% del prodotto interno lordo mondiale, con circa 600 milioni di abitanti coinvolti in 29 nazioni. Numeri che la dicono lunga sulla portata di questo accordo, che a detta del Presidente della Commissione rappresenta soltanto l’inizio di un lavoro che Ue e Giappone svolgeranno “congiuntamente per una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio”. Guardando strettamente all’Italia, questa intesa non può che essere una buona notizia: il Giappone è infatti il sesto partner commerciale fuori dall’Ue, il nostro surplus tra export ed import ammonta a 2,4 milirdi. Solamente nei primi 5 mesi del 2018, come riporta La Stampa, l’export italiano ha segnato un aumento del 20%. Numeri sulla carta destinati ad aumentare…(agg. di Dario D’Angelo)



ACCORDO UE-GIAPPONE, ESULTA ASSOLATTE

La sigla Ue-Giappone sul fronte dati ha spiazzato e non poco gli Stati Uniti d’America, già oggetto di quella “punzecchiatura” fatta da Tusk contro il protezionismo: il mercato comune dei dati digitali rappresenta un tentativo importante di contrastare il “duopolio” di americani e cinesi sul fronte commerciale e sulla raccolta dei dati relativi ai consumatori. Come ben spiega sulla Stampa Innocenzo Genna (esperto di politiche europee in materia di telecomunicazioni), «per quanto americani e cinesi possano pensare di poter fare a casa loro ciò che vogliono (nel rispetto delle rispettive legislazioni locali) non è così per i loro business globali, che dovranno adeguarsi al Gdpr, salvo correre il rischio di essere sanzionati in Europa. E’ un problema che si stanno ponendo le varie Google, Facebook (ma ci dovranno pensare Alibaba e Tencent, mutatis mutandis) ecc: in altre parole, anche se una società è acquartierata in California, per essa non è pensabile dividere il proprio business globale, basato sui dati, a seconda che vengano trattati dati di cittadini europei oppure no». Sul fronte commerciale invece è il Made in Italy a poter esultare per l’accordo siglato a Tokyo: «E’ una delle intese commerciali più ambiziose negoziate dalla Commissione, che porterà benefici all’agroalimentare italiano e in particolare al comparto lattiero caseario», spiega Assolatte nel commentare l’accordo che permette che «i grandi tesori della nostra tradizione casearia saranno tutelati per la prima volta sul mercato del Sol Levante».



CHI CI GUADAGNA CON L’INTESA

L’accordo sul libero scambio tra Ue e Giappone è realtà. A siglarlo oggi a Tokyo sono stati il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, il Presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, e il premier nipponico Shinzo Abe. Ma quali saranno gli effetti di questa nuova intesa? L’accordo, come spiegato dall’Huffington Post, prevede da parte del Paese del Sol Levante l’eliminazione dei dazi sul 94% di tutte le importazioni provenienti dall’Unione europea, incluso l’80% di tutti prodotti ittici e agricoli, che in questo modo potranno essere acquistati a prezzi più economici e dunque appetibili sul mercato. In questa fascia di prodotti rientrano il vino, i formaggi e la carne di maiale. A sua volta l’Unione europea eliminerà le imposte sul 99% delle merci giapponesi garantendo, inoltre, una maggiore apertura per il mercato automobilistico distribuita su un periodo di 8 anni e, nell’arco di 6, sugli apparecchi televisivi. Per far sì che l’accordo entri effettivamente in vigore c’è bisogno della ratifica da parte dei parlamenti di Ue e Giappone intorno alla fine di marzo del 2019, e cioè prima che la Brexit, l’abbandono della Gran Bretagna dall’Unione europea, si materializzi ufficialmente. (agg. di Dario D’Angelo)



“ACCORDO CONTRO PROTEZIONISMO”

È stato firmato oggi – dopo il rinvio per la terribile emergenza maltempo in Giappone – il trattato di libero scambio tra l’Unione Europea e il presidente giapponese Shinzo Abe, una sorta di “risposta” anche mediatica ai guai sui dazi lanciati da Trump e dalla Cina. La firma sul trattato di libero commercio mette l’Europa come importante partner per Tokyo (e viceversa) con la sottoscrizione di varie intese politiche su temi regionali, multilaterali e internazionali. Libero flusso e scambio di dati, un colpo “forte” al protezionismo da sempre nemico dell’Unione Europea (anche se non tutti al proprio interno sono concordi, come abbiamo visto negli scorsi giorni sul fronte Ceta col Canada anche col governo italiano). L’intesa è storica anche perché le due parti sottoscrivono il primo riconoscimento tra Bruxelles e un Paese terzo sul livello adeguato della protezione delle informazioni personali. Come hanno detto i diretti interessati, il Jefta (accordo libero scambio Ue-Giappone) è «il più vasto partenariato economico dell’Europa per dimensioni di mercato». Secondo la Federazione dell’industria musicale italiana (la Fimi) tale patto siglato oggi a Tokyo permette «un importante risultato sul fonte del copyright, dato che con il trattato saranno estesi i termini di protezione per gli artisti e produttori musicali italiani (ed europei) vigenti in Europa, 70 anni, anche al Giappone».

LA “VITTORIA” DI TUSK-JUNCKER CONTRO TRUMP

I flussi dei dati “promessi” nell’accordo vede assieme l’immensa mole di informazioni generate sulla rete da cittadini giapponesi ed europei: «I dati sono il carburante dell’economia globale e questo accordo consentirà ai dati di viaggiare in sicurezza tra di noi a vantaggio sia dei nostri cittadini che delle nostre economie», sostiene il commissario per la Tutela dei consumatori, Vera Jourova. Secondo il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, «Con la firma dell’accordo di partenariato economico con il Giappone stiamo facendo una dichiarazione sul futuro del commercio libero ed equo. L’accordo mette equità e valori al centro. Non c’è protezione nel protezionismo e non c’è unità dove c’è l’unilateralismo». È una sorta di “sfida”, a distanza, con l’America di Trump che tra dazi e sanzioni ha inteso lanciare guerra commerciale contro la stessa Europa: secondo il Presidente del Consiglio Donald Tusk invece, «Con il più grande accordo di commercio bilaterale di sempre, oggi cementiamo l’amicizia giapponese-europea. Geograficamente, siamo distanti. Ma politicamente ed economicamente non potremmo essere più vicini. Con i valori condivisi della democrazia liberale, dei diritti umani e dello stato di diritto».