I collaboratori di Donald Trump potrebbero essere costretti a sedute straordinario di psicoterapia per provare a “star dietro” alle continue invettive e cambi di idea (e scelte politiche) del loro capo. Al netto delle battute, la situazione politica ed economica attorno al Presidente Usa si complica ulteriormente questa mattina, quando Trump ha deciso di “lasciar uscire” alcuni commenti ben poco lusinghieri nel confronto della Fed (la banca centrale degli Stati Uniti), ha continuato ad attaccare l’Unione Europea sul caso Google e infine ha minacciato la Cina ancora sul fronte dazi. Tutto in una sola mattina, tutto in un solo Presidente, quello stesso che dopo gli scontri diplomatici al G7, alla Nato e con il suo stesso partito dopo il vertice con Putin, ha generato un caos politico solo nelle ultime 3 settimane. La politica Usa – a differenza di come accade in casa nostra – molto raramente “invade il campo” dell’economia e dei fondi monetari: eppure il Presidente questa volta si è scagliato contro la Fed insoddisfatto per il rialzo dei tassi d’interesse. In una intervista a Cnbc ha detto in maniera chiara di non essere contento dei rialzi dei tassi, anche se poco dopo la Casa Bianca ha precisato che Trump non vuole interferire con la Banca centrale e che rispetta la sua indipendenza. Il classico “correttivo” istituzionale per non creare più danni di quanto già non siano stati fatti, visto che Wall Street ha subito fatto scendere gli indici per il “timore” sulle interferenze della Casa Bianca.



ATTACCA LA UE E LA CINA

Sul fronte dazi, altra possibile grana esplode (anzi, continua ad esplodere) sull’asse Washington-Pechino: «Sono pronto a spingermi a 500 miliardi come valore di import dalla Cina che potrebbe essere colpito dalle tariffe». Insomma, tutto quello che c’è da colpire Trump è pronto a farlo pur di riacquistare il peso maggiore e “decisivo” sull’economia mondiale ai danni del governo di Xi Jinping. Finora 34miliardi di dollari erano stati “colpiti” dai dazi, ma ora si rischia lo scontro totale in una minaccia che però – molto probabilmente – potrebbe essere “rivista” in un secondo momento per poter poi trovare un accordo più “normale” con gli stessi cinesi. Come riporta EconomiaRepubblica, «Il dollaro si è indebolito mentre i listini europei trattano in rosso. Milano cala dello 0,45%, incerte anche le altre: Parigi lima lo 0,6%, Francoforte lo 0,5% e Londra lo 0,25%»: questo anche per gli attacchi che ieri Trump ha riservato contro l’Unione Europea sulla multa inflitta a Google. Da ultimo, altro “problema” sempre interno a Usa ma anche alla Nato per l’invito negli Usa a Putin, visto sempre più come un alleato strategico e non come il rivale-nemico da cui guardarsi bene prima di scendere a patti. Benvenuti nel favoloso mondo di Trump, dove ogni ira è “servita” ma anche pronta ad essere “ritirata”.

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