Non sono certo passate “inosservate” le parole di Matteo Salvini sul tema spinoso dell’Ucraina nei suoi rapporti-scontri con la Russia di Vladimir Putin, contenute nella lunga intervista che venerdì scorso apparve sul Washington Post. Il vicepremier non ha mai nascosto la sua personale “simpatia” politica e umana per il Presidente russo Vladimir Putin e nelle risposte al quotidiano Usa ha voluto per questo lodare l’iniziativa dei due leader mondiali che ad Helsinki hanno provato a stringere accordi per un futuro di cooperazione tra gli Usa e la Russia, dopo decenni di Guerra Fredda. Per far questo però, Matteo Salvini ha scomodato il caso ucraino e in particolare l’annessione “turbolenta” della Crimea nel 2014, spiegando che fu “legittima” e sancita da un “regolare referendum”. Per questo motivo oggi l’ambasciatore italiano a Kiev, Davide La Cecilia, è stato convocato al Ministero degli Esteri ucraino: secondo quanto riportato dall’Ansa, le autorità ucraine gli hanno notificato una protesta formale per le affermazioni del Ministro Salvini di due giorni fa. Al momento il “caso diplomatico” è solo all’inizio ma se il vicepremier del Carroccio dovesse confermare e sostenere ancora tali posizioni potrebbe inclinarsi ancora di più il già difficile rapporto tra il Governo Conte e gli oppositori di Putin del Governo di Kiev.
COSA AVEVA DETTO SALVINI SUL CASO UCRAINA
«Condanniamo la posizione del politico italiano come non basata su fatti reali e in contraddizione con i principi riconosciuti e le norme della legge internazionale. Per protestare e ricevere chiarimenti da parte italiana, il ministero degli Esteri ha invitato l’ambasciatore italiano», hanno scritto le autorità ucraine chiedendo un urgente chiarimento dell’ambasciata italiana. Salvini al Washington Post aveva detto, scatenando questa querelle internazionale, come «l’annessione russa della Crimea è legittima. ci sono alcune zone storicamente russe, in cui c’è una cultura e delle trazioni russe, e che quindi appartengono legittimamente alla Federazione Russa. Che sia stato un referendum falsato dalla presenza dei militari di Mosca è un punto di vista, ma non è il mio». Non solo, il leader della Lega aveva bollato come «falsa rivoluzione» il movimento di piazza e le manifestazioni che nel 2014 portarono al cambiamento ai vertici del potere a Kiev. QUI I DETTAGLI DELL’INTERVISTA DI SALVINI AL WP