Il vertice all’Eliseo con il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov serve da un lato a certificare il patto Francia-Russia su diversi temi, dalla Siria all’economia fino ai rapporti tra Stati Uniti ed Europa, ma dall’altro è un modo per Macron per “distogliere” per un attimo l’attenzione dal clamoroso e sempre più dilagante affaire Benalla. L’incontro ha avuto luogo all’Eliseo a sorpresa, poche ore dopo che i due rappresentanti di Mosca avevano incontrato la cancelliera Angela Merkel e il suo ministro degli Esteri Heiko Maas a Berlino: secondo l’Huffington Post, «la riunione è stata organizzata su richiesta del presidente russo Vladimir Putin» per discutere anche dello spinoso tema dei rifugiati. Intanto però, come detto, lo scandalo sul body guard licenziato da Macron non si placa: pare che, secondo quanto riporta Le Canard Enchainé, l’ex capo della sicurezza del Presidente sia responsabile della festa “lampo” della Nazionale francese sugli Champs Elysées dopo la vittoria ai Mondiali in Russia. Secondo l’accusa, ci sarebbero le prove di alcuni testimoni e fonti anonime che giurerebbero sul tentativo di Benalla di accelerare di moltissimo la carovana col pullman dei campioni francesi sul viale più famoso al mondo. In tutto 14 minuti, con le proteste dei tifosi che erano da ore ad attendere quel momento sotto il sole: il motivo? «La garanzia per Macron di fare l’apertura dei tg delle 20 con i Bleus in diretta dall’Eliseo»: per questo motivo Benalla, salito a bordo di quel bus, avrebbe spinto in ogni modo ad accelerare le operazioni. Sul fronte “legale” nulla di che, sul lato “simpatia” e “opportunità” non esattamente un altro successo per il giovane Presidente.
LA COMMISSIONE D’INCHIESTA POTREBBE INTERROGARE MACRON
Emmanuel Macron potrebbe finire dinanzi alla commissione d’inchiesta, per rispondere di quanto accaduto con il “bodyguard” Benalla? Una domanda che divide i costituzionalisti quasi in due schieramenti perfetti. Secondo Dominque Rousseau, professore di diritto pubblico dell’Università Sorbona di Parigi, intervistato dai microfoni del quotidiano transalpino Le Monde «la commissione parlamentare di inchiesta potrebbe chiedere di ascoltare il presidente della Repubblica». Secondo lo studioso in questione, la costituzione francese, nel suo articolo 67, spiega che il capo dello stato non può testimoniare davanti ad una giurisdizione o autorità amministrativa, durante il suo mandato, ma secondo Rousseau la commissione d’inchiesta non rientra nelle due categorie appena descritte. Inoltre, Macron potrebbe decidere o meno di testimoniare, visto che a differenza di una persona normale che rischia una multa o la reclusione in caso di rifiuto, il numero uno francese gode dell’immunità parlamentare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“BENALLA NON E’ IL MIO AMANTE”
Aprendo una riunione di deputati di Republique En Marche, il Presidente Emmanuel Macron esordisce con una battuta ironica che rileva però tutta la preoccupazione per la peggior crisi di governo da quando è salito all’Eliseo: «Alexandre Benalla non ha mai tenuto i codici nucleari, non ha mai occupato un appartamento di 300 metri quadri, non ha mai avuto uno stipendio di 10.000 euro, Alexandre Benalla non è il mio amante». Come a dire, non ha avuto tutte queste “attenzioni” e “protezioni” che dice la stampa: eppure era stato lo stesso Macron a riferire di avere colpa “su tutto” proprio qualche ore fa. Il caos per il Governo a maggioranza REM è comunque ingente e la mozione di sfiducia presentata rischia di portare ad una escalation molto difficile da “opporre”: sempre davanti ai suoi, Macron ribadisce «Che sarebbe la Repubblica se al primo colpo di vento io dicessi, “non sono io ma il mio collaboratore o altri uffici”? Alcuni hanno dimenticato il gollismo e la sua dignità, gli estremismi non amano lo Stato. Non consegnerò delle teste, non funziono in questo modo. Prenderò decisioni profonde di riorganizzazione delle strutture».
L’80% DEI FRANCESI VUOLE SPIEGAZIONI
Sul presidente francese Macron diluviano gli attacchi, dopo il caso del suo aiutante speciale Alexandre Benalla, accuse serie ma anche infamanti, addirittura si è arrivati a sospettare che l’ex addetto alla sicurezza di Macron sia il suo amante: «Alexandre Benalla non ha mai tenuto i codici nucleari, non ha mai occupato un appartamento di 300 metri quadri, non ha mai avuto uno stipendio di 10.000 euro, Alexandre Benalla non è il mio amante» ha dovuto replicare. Il caso rischia di trascinare Macron, che già gode di poca fiducia da parte dei francesi, alle dimissioni. L’80% dei francesi secondo un sondaggio si dice scioccato per il caso mentre il 75% chiede una sua dichiarazione pubblica. Per adesso Macron ha parlato con i suoi collaboratori: «Quello che è accaduto il primo maggio è grave e serio, è stato per me una delusione, un tradimento. Se cercano un responsabile, l’unico responsabile sono io. Sono io che ho dato fiducia a Benalla e sono io ad aver confermato la sanzione» (Agg. Paolo Vites)
MOZIONE DI SFIDUCIA
“Ciò che è accaduto il primo maggio è stato un tradimento, se cercano un responsabile, l’unico e solo responsabile sono io.” Sono arrivate le dichiarazioni del Presidente francese Emmanuelle Macron riguardo lo scandalo che ha investito il suo collaboratore e guardia del corpo Alexandre Benalla. Un’assunzione di responsabilità che potrebbe rendere in realtà ancor più complicata la posizione dell’inquilino dell’Eliseo: il caso Benalla sta paralizzando l’attività politica in Francia con Macron che è stato costretto a rinviare la riforma costituzionale prevista. Il rischio è dover affrontare la mozione di sfiducia presentata nei confronti del Presidente, che potrebbe aprire scenari impensabili solo fino a poche settimane fa nella situazione politica francese. (agg. di Fabio Belli)
VERSO CONSEGUENZE PESANTI
La bufera scoppiata in Francia per lo scandalo legato ad Alexandre Benalla, bodyguard e collaboratore di Emmanuel Macron, rischia di avere conseguenze pesanti per il presidente francese. I deputati dei Républicains presenteranno una mozione di censura, cioè di sfiducia, contro il governo francese. Lo ha annunciato il capogruppo dell’opposizione repubblicana all’Assemblea nazionale Christian Jacob, secondo cui «l’esecutivo ha fallito». Il caso Benalla, indagato per le violenze del primo maggio a Parigi, ha schiacciato ai minimi la popolarità di Macron da settembre 2017. Lo sostiene un sondaggio Ipsos pubblicato oggi, realizzato per Le Point due giorni dopo la rivelazione dell’affaire da parte di Le Monde, il 19 luglio. Intanto emergono i legami di Benalla con la massoneria. Pare che sia stato vicino al Grande Oriente di Francia, la più antica loggia massonica del Paese e la più potente in Europa continentale, e a quella dell’Emiro Abdel Kader, dal nome del grande teologo musulmano. Questa è una rivelazione fatta dal sito d’informazione Explicite. (agg. di Silvana Palazzo)
SCANDALO BENALLA, MACRON RINVIA RIFORMA COSTITUZIONALE
Da un pestaggio a un caso nazionale: così avviene in Francia in questi giorni di fuoco per il Presidente Macron che non ha fatto tempo a godersi una lieve “risalita” nei consensi dopo la vittoria dei Mondiali di calcio, che già ora si ritrova coinvolto in uno scandalo che rischia di avere effetti ben peggiori del “mero” caos politico. Nasce tutto come “caso Benalla” ma ormai si può tranquillamente sostituire con lo “scandalo Macron” dato che sia il Presidente che la Premier Dame Brigitte erano i diretti responsabili di Alexandre Benalla, il body guard dell’Eliseo assunto per volontà dello stesso giovane Presidente dopo che debuttò in politica con i socialisti nel 2012. Dopo il pestaggio di due manifestanti lo scorso 1 maggio – travestito da poliziotto ma riconosciuto qualche mese dopo da alcune immagini tv – Benalla è stato ovviamente indagato dalla giustizia e da ben due commissioni parlamentari: proprio in queste audizioni, le parole del Ministro dell’Interno Collomb e del prefetto di Parigi, Delpuech, hanno di fatto scaricato – in diretta tv nazionale – le responsabilità tutte sull’Eliseo. Per questo motivo Macron ha dovuto rimandare la discussione sulla importantissima riforma costituzionale sulla quale EM si gioca la faccia oltre che il Governo: al momento lo scontro parlamentare è tale che il provvedimento verrebbe “condizionato” dalle fortissime critiche contro il Presidente. «C’è una sola soluzione per le due commissioni d’inchiesta dell’Assemblea e del Senato: convocare il presidente della Repubblica, perché tutto si gioca attorno a lui. Niente nella nostra Costituzione impedisce di farlo. È menzogna di Stato in banda organizzata»: a dirlo è Benoit Hamon, ex candidato socialista alle Presidenziali e tra i più duri contro Macron e le presunte “bugie” sul caso Benalla.
COME È NATO IL CASO BENALLA
«Benalla aveva appena vent’anni, me lo ricordo come un ragazzo intelligente e competente, posato. Durante le primarie socialiste lo affido alla protezione di Martine Aubry (di cui Benalla farà anche l’autista, ndr), poi lo prendo con me per la campagna presidenziale di Hollande nel 2012», racconta a Le Monde Eric Plummer, responsabile del servizio d’ordine del Partito Socialista francese. Dopo un lungo peregrinare, il giovanissimo e “arrivista” body guard si piazza in pianta stabile a proteggere la famiglia Macron: a 26 anni l’Eliseo gli affida praticamente tutto, facendolo tenente colonnello e responsabile della sicurezza della coppia presidenziale. I privilegi sono tanti e la fiducia è sconfinata: proprio di questo Macron viene accusato, avrebbe “protetto Benalla” sapendo di quanto aveva combinato contro due manifestanti menate mentre si “confondeva” nella polizia. Il parlamento è paralizzato, le opposizioni sono “sugli scudi” e Macron pare abbia agito in ritardo licenziando Benalla quando già il caso era divenuto da potenzialmente preoccupante ad autentico scandalo nazionale.