Sta monopolizzando l’attenzione dei media iberici la vera e propria invasione di oltre 600 migranti a Ceuta, città spagnola situata nel nordafrica e circondata dal Marocco: dopo che è stata forzata la barriera, infatti, sono nati degli scontri con la Polizia e al momento si segnalano oltre 150 feriti e non si è fatta attendere la reazione del Governo locale che, attraverso il suo portavoce, Jacob Hachuel, ha fatto sapere che l’esecutivo autonomo della città è molto preoccupato per l’evolversi della vicenda e dal momento che il centro non può diventare una sorta di “mega-accampamento”. Secondo le autorità, inoltre, la capacità di accoglienza della comunità sarebbe arrivata ai limiti mentre alla domanda se l’ingresso di un numero così ingente di immigrati possa essere dovuto a lassismo o responsabilità delle omologhe autorità marocchine, Hachuel ha garantito che comunque sono stati centinaia coloro che sono stati respinti, mentre la recinzione è stata violata da altri in diversi punti, sopraffacendo tanto le forze di sicurezza spagnole quanto quelle nordafricane. (agg. di R. G. Flore)



SCONTRI LUNGO IL CONFINE, 150 FERITI

Ha lasciato senza dubbio il segno l’assalto dei migranti provenienti dal nord Africa a Ceuta, cittadina autonoma spagnola che di fatto si trova in Africa, confinante col Marocco. Il gruppo era composto da 800 migranti, e 200 sono stati fermati, mentre 60 sono riusciti a forzare il confine e ad entrare nel territorio iberico. Tensione e violenza durante “l’invasione”, visto che ben 132 migranti sono rimasti feriti, mentre fra gli agenti della polizia spagnola se ne registrano 22 che hanno avuto bisogno di cure. 11 dei migranti sono stati trasferiti presso gli ospedali più vicini a seguito di fratture o ferite provocate dal filo spinato posto al culmine di una barriera lunga 8.4 chilometri e alta sei. Fra i poliziotti, invece, quattro sono stati ricoverati in ospedale. Si tratta di uno dei più imponenti assalti che la Spagna ha subito da diverso tempo a questa parte. Gli immigrati che hanno raggiunto il territorio iberico sono stati portati in un centro di accoglienza temporaneo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LE FELPE ITALIANE E I CORI “VIVA LA SPAGNA”

I migranti che hanno assaltato il confine spagnolo, alcuni, avevano addosso delle felpe con su scritto “Italia”: respinti sul suolo marocchino per mesi, hanno cercato un frangente dove “inserirsi” e per farlo hanno lanciato di ogni contro le guardie spagnole. Il tutto con quelle felpe che gridano di un passato neanche tanto lontano dove il problema visto a Ceuta riguardava Lampedusa, Pozzallo eccetera. Il nodo migranti esiste e finché l’Europa non prenderà posizione importante e unita su questa emergenza evidentemente si assisterà a fatti del genere. Ieri l’Italia, oggi la Spagna, ma il punto chiave non cambia: è in corso una enorme migrazione che non può certamente comportare il “trasferimento” dell’Africa in Europa. Nello stesso punto, la gente scappa, corre via da fame e guerra e non può esser lasciata morire da qualche parte: il dilemma rimane insoluto e quel “Viva la Spagna” che gridavano i migranti con la felpa “Italia” dice di un sogno, il loro, che forse non rispetta la realtà delle cose. L’Europa è viva, ma non sta poi così bene..



ALLARME RIDIMENSIONATO?

Nonostante lo sconfinamento dei migranti a Ceuta sia stato il più importante in Spagna dal febbraio 2017, con 800 persone che hanno provato a scavalcare le barriere, la Guardia Civil sta ridimensionando l’allarme e soprattutto le prime notizie che hanno parlato, sui social, di centianaia di feriti. Alla fine dovrebbero essere poco più di 20 le persone che dopo gli scontri hanno avuto bisogno dei sanitari. Le forze dell’ordine in Spagna hanno voluto sottolineare come la situazione al confine di Ceuta sia tenuta costantemente sotto controllo, e che situazioni di questo tipo, nonostante la rivolta stavolta abbia coinvolto un numero di persone più alto rispetto agli episodi registrati negli ultimi due anni, siano comunque considerate gestibili dalla Guardia Civil. La situazione è stata riportata all’ordine, anche se si temono possibile repliche e il confine a Ceuta viene costantemente monitorato. (agg. di Fabio Belli)

DUBBI SUL NUMERO DEI FERITI

Nelle ultime ore la Spagna è stata chiamata a fronteggiare una nuova emergenza: un assalto di migranti a Ceuta. Sono stati in 800, in arrivo dal Marocco, a forzare la barriera nell’enclave spagnola di Ceuta, scavalcando la recinzione di 7 metri e dando il via ad una violenta battaglia con la polizia marocchina e la Guardia Civil spagnola terminata con decine di feriti. Nonostante questo, stando a quanto spiegato dalla polizia e riportato da RaiNews, sarebbero stati oltre 600 coloro che sono riusciti ad entrare nel territorio spagnolo, ringraziando a gran voce la Spagna. La Guardia Civil ha reso noto l’accaduto con un comunicato nel quale spiega come in 602 siano riusciti a scavalcare la barriera protettiva nella quale gli assalitori sono riusciti ad aprire dei varchi riuscendo ad avere la meglio grazie al lancio contro le forze di sicurezza pietre, feci e calce viva. La polizia ha quindi reso noto il bilancio dei feriti, parlando di 16 migranti e 5 agenti, tutti ricoverati in ospedale, mentre secondo la Croce Rossa spagnola i migranti rimasti feriti sarebbero ben 132. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

È CAOS IN MAROCCO

Il caos generato in Marocco non è certo un tipo di emergenza “recente”: i migranti che hanno assaltato e superato il confine spagnolo a Ceuta da tempo, magari a più piccoli gruppi, tentano spesso con successo l’attraversata delle barriere sfruttando i tanti buchi “ciechi” distribuiti sull’enclave spagnolo mal funzionante da tempo. In quell’area a sud-est dello Stretto di Gibilterra è quel che resta degli ampi possedimenti coloniali, ancora oggi rivendicati dal Marocco che ha territorio tutto intorno. Da oltre 20 anni i clandestini vedono in quelle zone un possibile “ventre molle” dove poter penetrare in Europa: come spiega Fanpage, «La doppia recinzione che le protegge è lunga poche decine di chilometri e si estende dalla terraferma fino al mare. Dotata di camminamenti interni per le forze dell’ordine e i loro mezzi, viene continuamente sorvegliata su entrambi i fronti dalle forze spagnole e marocchine, grazie a torri d’avvistamento, telecamere e rilevatori». Dopo mesi di stanziamenti, quando sono in un discreto numero, i migranti decidono di assaltare come riescono e spesso, come oggi, ci riescono. 

POLIZIA: “CI LANCIAVANO FECI E CALCE VIVA”

Un assalto durato ore con i numeri dei migranti entrati in Ue che ancora non sono confermati ufficialmente: alcuni parlano di 400, altri di 600 ma in generale è parecchia la confusione a Ceuta dopo quanto avvenuto sulla barriera stipata sul confine. Durante l’assalto, denunciando gli uomini e le donne della Guardia Civil spagnola, i migranti «hanno aperto varchi nella barriera e hanno lanciato contro le forze di sicurezza pietre, calce viva e addirittura feci». Addirittura, spiega la Croce Rossa, alcuni agenti sarebbero stati colpiti da un tipo di “spray” particolare usato per la prima volta e prodotto pare dagli stessi migranti (come rilancia El Pais). I 600 migranti entrati in Ue sarebbero comunque poi stati trasferiti al Centro di Accoglienza temporaneo allestito nella provincia di Cadice, in attesa che l’Ue “batta un colpo” per provare a tamponare un problema di dimensioni sempre più ampie.. 

CADICE: “RISCHIAMO DI DIVENTARE LA NUOVA LAMPEDUSA”

Secondo la portavoce della Croce Rossa a Ceuta, sarebbero circa 30 i migranti soccorsi e feriti durante “l’assalto” al confine, mentre una decina sarebbero in poliziotti della Guardia Civil feriti durante il secondo attacco più ingente dal febbraio 2017, quando nell’enclave spagnola in Marocco tentarono di entrare circa 850 migranti. Nei numeri che vi abbiamo segnalato qui nei primi aggiornamenti occorre fare un deciso rialzo: sarebbero circa 600 i rifugiati che dall’Africa hanno tentato la traversata, mentre 400 quelli che sarebbero alla fine riusciti ad entrare in Europa. La provincia di Cadice lamenta da tempo una situazione di continua emergenza che non può essere continuata ad ignorare, un po’ come i porti siciliani prima delle direttive Minniti ma soprattutto Salvini: «rischiamo di diventare la nuova Lampedusa. Questo non e’ un problema del sindaco di Algeciras o del ministro dell’Interno spagnolo, e’ una questione europea», spiega il sindaco della città di frontiera Algericas, Jose’ Ignacio Landaluce, raggiunto dal quotidiano El Mundo. 

MIGRANTI ASSALTANO IL CONFINE A CEUTA

Che la situazione migranti in Spagna non fosse proprio facile lo si era capito – come del resto in tutti i Paesi di “primo approdo” come Italia, Malta e Grecia, ma l’emergenza potrebbe essere più grave del previsto dopo quanto avvenuto in queste ore a Ceuta. Circa 400 migranti sub-sahariani (africani) sono riusciti a raggiungere l’enclave spagnola in Marocco: non è la prima volta che accade, ovvero che riescano a superare le barriere di recinzione alte diverse metri per provare ad entrare nei territori spagnoli. Stando alle prime info fornite dalla Guardia Civil spagnola, l’assalto dei tantissimi disperati africani è avvenuto attorno alle ore 7 al confine vicino a Finca Berrocal: proprio qui si concentrano i tentativi più frequenti di oltrepassare il confine fato che ci sono ampi spazi “ciechi”, ovvero non coperti da telecamere attive. Secondo quanto riporta Repubblica, per oltre un’ora e mezza gli agenti marocchini e le guardie di sicurezza spagnole hanno tentato di contenere l’assalto ma alla fine comunque i 400 (o forse anche di più) sono riusciti ad entrare a Ceuta, senza per fortuna la presenza di feriti o vittime. La situazione però ai confini meridionali della Spagna è tutt’altro che serena e le enclavi di fronte al Marocco sono sempre più messe “sotto pressione”.

MINISTRO BORRELL CRITICA LE POLITICHE ITALIANE

Solo negli ultimi tre giorni circa 1.300 migranti sono arrivati via mare sulle coste spagnole, soprattutto quelle dell’Andalusia: nel mese di luglio sono 4500, la situazione è al limite e la chiusura contemporanea dei porti italiani e maltesi con tutti gli annessi problemi politici in Europa rappresenta una fonte ulteriore di problema per il Governo spagnolo. Il capo della diplomazia – il Ministro degli Affari Esteri, l’omologo del nostro Moavero Milanesi – Josep Borrell ha fortemente criticato la decisione dell’Italia di stringere i cordoni della situazione migratoria: «la soluzione del problema non può essere una sorta di aggiustamento permanente per distribuire i migranti che sbarcano. Una vera politica migratoria europea sarebbe quella di dire: “Per i prossimi 20 o 30 anni, cosa faremo con gli ulteriori 200 milioni di abitanti che ci saranno nel Sahel?”, questo è ciò che cercherò di mettere sul tavolo». Insomma, assai criticabile la scelta di chiudere i porti da parte dell’Italia come del resto la stessa politica europea “ad intermittenza” non convince il Governo spagnolo.