Ci sono ancora 100 persone in Grecia che risultano disperse a causa dell’incendio che ha devastato l’Attica cinque giorni fa. I soccorritori lasciano intendere che ci sono poche speranze di trovare superstiti e ammettono che «sono stime purtroppo destinate a stabilizzarsi». Intanto sono stati esaminati i resti delle 87 persone morte. Il capo del servizio medico legale di Atene, Nikos Karakoukis, ha fatto sapere che un altro ferito grave è deceduto oggi in ospedale. Il team di ricerca di Geologia del Dipartimento dell’università di Atene dopo una prima analisi dei dati raccolti ha fatto sapere che una delle cause scatenanti di un così elevato numero di vittime è stato il particolare disegno urbano dell’insediamento di Mati. Le strade strette, i vicoli ciechi, pezzi ampi di condomini e ville allungati e allargati senza un piano regolatore, quindi senza vie di fuga laterali, hanno creato una “trappola” per la popolazione. (agg. di Silvana Palazzo)



POMPIERI “UN DISASTRO BIBLICO”

Il Governo di Alexis Tsipras prova a difendersi dopo le tante critiche per la mala gestione di soccorsi e informazioni nel pieno dei roghi che hanno devastato l’Attica: «è colpa dei piromani. Abbiamo prove certe che si trattino di incendi di origine dolosa». Non sappiamo se quegli 83 morti (e molti ancora sono dispersi in non si sa quale condizione) potevano essere “meno” con una maggiore organizzazione ma di certo dietro alla strage voluta da terroristi (anche se non sono islamisti chi mette in atto un piano del genere non crediamo possa essere definito in altro modo) si cela anche una persistente mancanza di capacità nell’affrontare una tragedia che ogni anno accade (quest’anno purtroppo più ingente del “consueto”). La testimonianza che arriva dai Vigili del Fuoco ciprioti inviati ad Atene per aiutare le autorità greche, è tremenda e pazzesca: «la distruzione che abbiamo visto è stata enorme, un disastro di proporzioni bibliche, che si è verificato in appena 2-3 ore, con il fuoco che ha distrutto tutto. Questa situazione non ha precedenti per noi, non ho mai visto una distruzione così grande», spiega Leonidas Leonidou, vice comandante del servizio incendi a Cipro. (agg. di Niccolò Magnani)



INCHIESTA SUI PERMESSI EDILIZI A MATI

È salito a 83 morti il bilancio delle vittime degli incendi che hanno devastato l’Attica, in Grecia. Il 98% di Mati, località dove è stato registrato il maggior numero di vittime, «è distrutto». Lo ha annunciato il sindaco di Rafina. Procede a rilento il riconoscimento delle vittime, a causa delle tragiche condizioni in cui sono stati trovati i cadaveri. Intanto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture greco, Christos Spirtzis, ha annunciato un’inchiesta sui permessi edilizi rilasciati nell’area turistica di Mati. Nell’intervista che ha rilasciato all’emittente radiofonica “24/7”, ha spiegato che case ed edifici di lusso nella zona erano stati costruiti proprio vicini alla spiaggia. Spirtzis non ha escluso la possibilità di incendi dolosi, invece sulle possibili responsabilità del governo o in merito ad eventuali dimissioni di ministri, ha detto che tutti «si sono lanciati nella battaglia» sin dall’inizio. «In un giorno e mezzo, sono state effettuate circa 2,5 mila ispezioni (di edifici) nelle aree colpite» ha aggiunto il ministro greco. Al lavoro 340 ingegneri per continuare a ispezionare gli edifici. (agg. di Silvana Palazzo)



DI CHI È LA COLPA DELLA TRAGEDIA?

Si cercano ancora molti dispersi, ma il bilancio delle vittime al momento sembra fortunatamente essersi fermato sotto quota 100. Anche gli incendi sono ormai sotto controllo, mentre le polemiche per il taglio al sostegno economico a vigili de fuoco e mezzi di soccorso in generale vanno tute verso la Germania e la cosiddetta tiojka, colpevole di aver ridotto la Grecia alla povertà. E’ vero invece il contrario, che la Grecia si è ridotta alla povertà da sola e in un piano di austerità ovviamente nessun paese dovrebbe mai fare tagli a servizi indispensabili come i soccorsi e i vigili del fuoco, colpe che dunque ricadono unicamente sul governo Tsipras (Agg. Paolo Vites)

INCENDI DOMATI

Uno scenario d’apocalisse in Grecia. Il giorno dopo lo spegnimento degli ultimi focolai vicino alla capitale Atene, si fa la conta dei danni, ma soprattutto, si cercano eventuali superstiti. Le vittime accertate sono 80, ma vi sono circa 500 feriti, fra cui molti bambini che versano in gravi condizioni. Le zone più colpite sono state quelle di Mati, Rafina e Kineta, tutte circostanti Atene, che ormai non esistono praticamente più, devastate dalle fiamme. I vigili del fuoco e le autorità stanno scandagliando centimetro per centimetro, abitazione per abitazione, con l’obiettivo di individuare persone ancora vive, mentre la guardia costiera sta battendo le coste, in cerca di coloro che si sono gettati in mare per trovare riparo dalle fiamme.

SCOPPIA LA POLEMICA PER I SOCCORSI

Sono infatti ancora decine i dispersi, ed è per questo che il bilancio dei morti rischia di essere purtroppo per difetto. Intanto scoppia la polemica in Grecia, per via dell’incuria dei mezzi dei vigili del fuoco, obsoleti, vecchi e con le gomme a terra. Come riferisce Il Fatto Quotidiano, i soccorsi hanno raggiunto le zone degli incendi ben 120 minuti dopo le richieste di aiuto, colpa ovviamente non degli stessi pompieri, ma dei numerosi tagli effettuati negli ultimi tempi in nome dell’austerità. Una condizione di arretratezza dei vigili greci che purtroppo è venuta alla luce, evidenziando tutta la sua gravità, nel momento del bisogno, come spesso e volentieri accade…