Ancora sangue sulla Striscia di Gazza. Dopo gli scontri delle scorse ore fra Israele e la Palestina, sono morte tre persone, fra cui due giovanissimi, di cui uno che dovrebbe avere 12 anni (anche se altre fonti parlano di 14). Dallo scorso 30 marzo, dalle manifestazioni contro il blocco israeliano dei palestinesi, sono stati uccise ben 157 persone, tutte della Palestina, mentre un solo israeliano è deceduto, un soldato perito lo scorso 20 luglio. L’esercito israeliano non ha commentato le tre morti, annunciate dal ministero della sanità dell’enclave palestinese. Durante gli scontri di questi giorni, circa 7.000 manifestanti palestinesi sono inveiti contro i militari israeliani, lanciando loro contro delle pietre e degli pneumatici incendiati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRE PALESTINESI MORTI SULLA STRISCIA DI GAZA
Ancora sangue sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime ore tre persone sono rimaste uccise, e 45 hanno riportato ferite, negli ultimi scontri fra israeliani e palestinesi sul confine. Come riferito dai colleghi di SkyTg24, fra i deceduti vi sono anche due giovanissimi, leggasi un ragazzino di 14 anni morto a causa del fuoco israeliano mentre si trovava nella zona di Rafah, nonché un altro palestinese di anni 17, colpito al petto a Rafah. Un altro dimostrante è invece stato ucciso con un colpo alla testa a Khuz’a, vicino al confine orientale. Il ministro della sanità locale riferisce di decine di feriti e intossicati.
LA REPLICA DI HAMAS
Gravi gli scontri avvenuti nelle scorse ore fra palestinesi e israeliani, con questi ultimi che hanno colpito gli storici nemici con un velivolo dell’aviazione militare, prendendo di mira una cellula che lanciava palloni incendiari. Nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, invece, agenti della polizia israeliana hanno utilizzato dei gas lacrimogeni al termine delle preghiere del venerdì. In risposta a questi eventi, sono giunte nella serata di ieri le parole di Hamas, che ha condannato il comportamento tenuto dagli israeliani, incitando i suoi a rispondere.