Anche la Napa Valley risulta coinvolta nel maxi incendio che si sta divorando la California: l’area dove si produce il noto vino californiano è stata evacuata in alcuni punti per il timore che le fiamme possano raggiungere obiettivi sensibili. Lo stesso Trump ha dichiarato di aver ordinato «l’assistenza federale per integrare gli sforzi di risposta dello Stato e locali a causa delle condizioni di emergenza derivanti da un incendio a partire dal 23 luglio». Si teme però che, oltre all’origine iniziale colposa dell’incendio, vi possano essere stati altri roghi con origine tutt’altro che “inevitabile”: come riporta l’Agi, un uomo di 32 anni è stato arrestato dopo l’inizio dell’incendio perché sospettato di aver acceso addirittura 9 focolai nella contea di Riverside. «Gli sono stati contestati 15 capi d’accusa per i quali si è proclamato innocente», spiegano i colleghi dell’Agi. Brucia il Nord, parte del Centro ma anche al Sud della California non è immune dalle fiamme, proprio per la presunta azione dolosa di Brandon McGlover, il 32enne arrestato. 



CONTINUANO GLI INCENDI IN CALIFORNIA

Durano da giorni e purtroppo, come in ogni estate, l’incendio in California è un appuntamento “irrinunciabile”: la tragedia sulla costa del Pacifico vede gli Stati Uniti impegnati in un’ennesimo bilancio di vittime, ferite ed evacuati. Salgono a 6 i morti per i maxi incendi che hanno messo in ginocchio la California: gli ultimi tre sono due bambini e la loro nonna 70enne, scomparsi da giovedì scorso quando le fiamme avevano distrutto la loro casa nel giro di pochi minuti. Oggi la terribile notizia della loro morte, accertata, dalle autorità Usa: sono almeno altre nove le persone che risultano disperse ancora, mentre 38.000 sono gli sfollati hanno lasciato le loro abitazioni. È stato denominato “Carr Fire” ed è scoppiato il 23 luglio scorso in seguito ad un guasto meccanico ad un veicolo nella Whiskeytown national recreation area: l’impressionante incendio è nato tutto da lì, questa volta pare senza origine dolosa. Ma gli effetti sono stati altrettanto devastanti, complice il vento maledetto che sposta le fiamme per chilometri e chilometri: 500 case bruciate, l’evacuazione di massa e altro sangue versato.



TRUMP DICHIARA EMERGENZA NAZIONALE

Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha firmato da poco lo stato di emergenza che apre la strada agli aiuti federali in massa verso la California: «un inferno di fuoco», viene descritto da chi come i pompieri è sul posto da giorni per tentare di spegnere il maxi incendio. Si ricordano del “tornado di fuoco” dello scorso anno quando proprio in California morirono 22 persone e vennero distrutti 5500 edifici sempre per gli incendi divampati in estate: «Oltre al Carr Fire nel Nord, la California brucia anche al centro, dove le fiamme hanno costretto alla più importante chiusura degli ultimi 30 anni dello Yosemite National Park», spiega il Corriere della Sera, con il parco che rimarrà chiuso fino al prossimo 3 agosto come minimo.