La Croce Rossa da diversi giorni mandava appelli continui sulla situazione d’emergenza a bordo della Sarost 5 e oggi finalmente è stato ascoltata dal Governo tunisino: «Abbiamo preparato per loro un intero piano dove già gestiamo l’assistenza ai migranti», ha scritto in una nota il Presidente della Croce Rossa, Mong Slim. Il punto di accoglienza messo in piedi in tempi record è allestito a Medenine: ospita più di 200 migranti africani e anche 46 profughi siriani, ha spiegato sempre il n.1 di CR. Anche le altre Ong da giorni cercavano di trovare una soluzione all’accoglienza dei migranti a bordo della Sarost 5, con i governi di Malta e Italia che finora non avevano inteso aprire i porti, ritenendo che fosse la Tunisia cui spettasse l’onere; temperature oltre i 30 gradi, cibo e acqua scarseggianti, la situazione era tutt’altro che “tranquilla” e anche ora, con lo sbarco iniziato, la domanda sull’immediato destino di questi disperati che non intendono minimamente rimanere in Tunisia. (agg. di Niccolò Magnani)



“VOGLIONO ANDARE IN EUROPA”

Sono 40 i migranti a bordo della nave Sarost 5 che sono sbarcati a Zarzis, in Tunisia: dopo due settimane di navigazione al largo delle coste, l’imbarcazione è stata autorizzata all’attracco al porto tunisino. Uno sbarco autorizzato per motivi umanitari, con il premier Youssef Chahed che ha evidenziato: “La Tunisia ha rifiutato l’apertura di campi per accogliere i migranti. La nave non deve essere usata come un pretesto a questo scopo”, riporta Repubblica. Ma c’è di più: i migranti non vorrebbero restare in Tunisia, bensì approdare in Europa come evidenziato dallo stesso Chahed, con gli stessi profughi che hanno comunicato la volontà di non voler restare in territorio africano. Una situazione in continuo aggiornamento, con i barconi che continuano a viaggiare al largo delle coste… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



A BORDO 40 PROFUGHI

Trova finalmente un porto la nave commerciale Sarost 5. Da circa due settimane in mare dopo aver soccorso 40 migranti, l’imbarcazione ha attraccato presso il porto di Zarzis, in Tunisia. Lo sbarco è stato autorizzato per motivi umanitari, visto che la situazione sulla nave in questione stava divenendo ormai insostenibile. Sia l’Italia che Malta avevano rifiutato la nave, lavorante presso una piattaforma off-shore tunisina, sottolineando come la stessa abbia agito in acque a lei non competenti, come ricordato anche dal premier tunisino “il primo intervento di salvataggio si è svolto in una zona di competenza delle autorità maltesi Youssef Chahed «C’è stata una controversia su quale Paese avrebbe dovuto accogliere i migranti”.



ANCHE DUE DONNA INCINTE

Tra i migranti a bordo della Sarost 5 anche due donne incinte in gravi condizioni di salute, che necessitavano di cure. Per trovare un porto sicuro si erano mobilitate diverse organizzazioni e associazioni, fra cui la ong Sea Watch, che proprio nelle scorse ore su Twitter scriveva: «Sono da due settimane ignorati dalle istituzioni, che negano sia un porto di sbarco che l’evacuazione delle due donne in gravidanza». I migranti sono stati presi a bordo dalla Sarost 5 lo scorso 16 luglio, intercettati a 90 miglia da Lampedusa, nella zona Sar maltese, dopo che il barcone su cui viaggiavano si è guastato.