Dopo il caso di Natalie Rawnsley, la 37enne mamma e triatleta inglese morta mentre era in vacanza a Corfù a causa di un’infezione intestinale da escherichia coli scaturitale dopo ave mangiato alcuni bocconi di pollo crudo, Vanity Fair ha contattato Antonio Logrieco, direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr, per capire se vicende di questo tipo sono così frequenti e soprattutto se mettono sempre a rischio la vita. La risposta è netta:”No, assolutamente: ci sono campanelli d’allarme da non sottovalutare, come la diarrea, il mal di testa, la febbre, i tremori. Se si avvertono, occorre andare subito in pronto soccorso. Quando la tossina viene riconosciuta, si fa la lavanda gastrica, si somministrano gli antibiotici. In ospedale vengono utilizzati diversi sistemi per limitare il danno. Inoltre, molto dipende anche dalla carica microbica”. 
Ma allora perché la turista è deceduta? “Forse aveva una maggiore sensibilità individuale, e i sintomi non sono stati riconosciuti. Le infezioni letali sono rarissime, soprattutto nei paesi occidentali. Le persone più a rischio sono quelle immunodepresse, gli anziani, le donne in gravidanza, i bambini. Per loro, rispettare tutti gli accorgimenti igienici è un imperativo ancora più imprescindibile”. (agg. di Dario D’Angelo)



UNA DIAGNOSI ERRATA?

Natalie Rawansley, la mamma 37enne inglese, partita per le vacanze con la famiglia a Corfù, in Grecia, e morta dopo aver mangiato alcuni bocconi di pollo crudo, è stata vittima di un errore medico? Se lo chiede prima di tutto il marito, coinvolto in un processo che si propone di individuare i responsabili del decesso della sua partner. Trasferita in ospedale, infatti, la povera Natalie ha riferito al medico greco i suoi sintomi: vomito e nausea. Da qui la diagnosi del dottore: una banale gastroenterite potenzialmente infettiva, al punto da sconsigliare un’eccessiva vicinanza da parte dei familiari. Peccato però che poche ore dopo, esattamente il giorno successivo rispetto a quel consulto, la sfortunata turista inglese sia deceduta, con un aggravamento che nel giro di pochi minuti ha portato alla perdita del battito cardiaco e alla morte. Cos’è successo? Una diagnosi effettuata con troppa leggerezza o un batterio killer tanto subdolo quanto aggressivo? (agg. di Dario D’Angelo) 



IL BATTERIO KILLER

Una vacanza con la famiglia a Corfù, in Grecia, per una turista inglese di 37 anni si è trasformata in un incubo dagli esiti tragici: le è bastato infatti mangiare qualche pezzetto di pollo crudo in una bistecca non completamente cotta per incorrere in un’infezione da escherichia coli che le è costata la vita. Questo batterio possiede un alto tasso di patogenicità: il ceppo più temibile in assoluto è l’Escherichia coli O157:H7, capostipite dei cosiddetti ceppi enteroemorragici, che si caratterizzano da sintomi quali diarrea sanguinolenta, severi crampi addominali e possibili complicanze extraintestinali, anche gravi. Dopo il contagio, i sintomi in questione si manifestano mediamente entro 12-60 ore, anche se sono stati riportati periodi di incubazione di 3-5 giorni. Nella maggior parte dei casi l’infezione sostenuta da Escherichia coli O157: H7 o da altri sierotipi enteroemmoragici, si risolve spontaneamente. (agg. di Dario D’Angelo)



I RISCHI PER CHI MANGIA POLLO CRUDO

Il pollo crudo non si deve mai mangiare, benché in Cina e Giappone sia considerato una prelibatezza della cucina sushi e si trovi disponibile in molti ristoranti. Ma chi lo mangia lo fa a proprio rischio e pericolo. A differenza infatti della carne bovina e di maiale che si può mangiare anche cruda, quella di pollo è innanzitutto carne di uccello, e gli uccelli sono molto più sensibili a varie malattie. Il tetano, ad esempio, la salmonella, che si comunicano poi all’uomo. C’è poi il batterio del campylobacter che porta a diarrea e vomito e anche a sindromi che possono portare alla paralisi degli arti. Da esami scientifici, questo batterio è risultato presente in ogni singolo pollo. Quindi mangiare pollo crudo può portare come successo alla donna inglese, anche alla morte (Agg. Paolo Vites)

MAI MANGIARE POLLO CRUDO

Davvero una vicenda assurda quella che è capitata a Natalie Rawnsley, 37enne inglese deceduta dopo aver mangiato del pollo crudo l’anno scorso in Grecia. Il Daily Mail ha trattato il caso in maniera molto dettagliata, fornendo diversi particolari circa la morte della povera donna, a cominciare dal fatto che dopo il ricovero, l’ospedale di Corfù stava pensando di trasportare la paziente britannica in una struttura meglio attrezzata: purtroppo la donna è spirata prima, dopo che le sue condizioni fisiche sono precipitate nel giro di poche ore. Sulla questione è intervenuto anche l’esperto di malattie infettive, Sebastien Lucas, che ha confessato di quanto possa essere letale questa infezione: una volta che entra nel sangue, agisce in fretta, ed è davvero complicato combatterla. Stando a quanto spiegato dallo stesso dottore, Natalie era la terza vittima in quell’anno da infezione da e-coli. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA TRAGICA VICENDA DELLA 37ENNE INGLESE

E’ iniziato in questi giorni il processo in merito alla morte di una 37enne inglese, Natalie Rawnsley, deceduta in vacanza in Grecia dopo aver mangiato del pollo crudo. La vicenda risale allo scorso anno, quando la donna si è cibata di una parte della bistecca non cotta, che conteneva un batterio: le è quindi venuta un’infezione che è risultata essere letale. Stando a quanto sottolineato dai colleghi del tabloid britannico, Daily Mail, si sta cercando di individuare eventuali responsabili di quanto accaduto, a cominciare dai proprietari della struttura ristorativa e dei direttori della cucina della stessa.

LE PAROLE DEL MARITO IN TRIBUNALE

«Ad un certo punto mi sono accorto che sul suo pollo c’era del sangue – il racconto del marito in tribunale – così lo ha sostituito con un altro pezzo. Aveva mangiato comunque qualche boccone dell’altro pezzo». Poche ore dopo aver mangiato il pollo la donna ha iniziato a sentirsi male, vomitando e andando in bagno. Per il dottore si trattava di una gastroenterite e fu consigliato al marito e ai figli di stare lontani per evitare di venire contagiati. Nel giro di poche ore la situazione è degenerata e la donna è stata ricoverata in ospedale d’urgenza, perdendo sangue dalla bocca e dal naso. «Verso le 13 del giorno dopo – ha aggiunto e concluso il marito – ho notato che il suo cardiofrequenzimetro si stava indebolendo, così ho urlato per chiamare l’infermiera. Ero con mio cognato. Ci hanno fatto subito uscire dalla stanza, ma dopo circa 5 minuti sono usciti per dirci che non c’era più nulla da fare. Natalie era morta». La donna si è infettata da e-coli, derivante proprio dal pollo crudo.