Sta sollevando diverse obiezioni da parte della comunità internazionale la decisione del Governo indiano di revocare la cittadinanza a 4 milioni di persone di lunga Begali residenti nella regione nord-orientale dell’Assam, dichiarandoli di fatto stranieri. Molti hanno letto questa scelta dell’esecutivo guidato dal primo ministro Narendra Modi come un atto di ostilità verso coloro che professano la religione islamica tanto che qualcuno ha ipotizzato che il prossimo passo possa essere una loro possibile deportazione. Il Governo ha di fatto pubblicato una sorta di lista di quelle persone che sono entrate nel Paese prima del 1971 quando in milioni fuggirono dal Bangladesh dove era in corso una guerra civile. Ad ogni modo, l’archivista generale Sailesh, parlando del documento, ha spiegato che al momento si tratta ancora di una bozza di quello che sarà il Registro Nazionale dei Cittadini (ovvero un elenco di tutte quelle persone che non sono in grado di dimostrare di essere arrivati nel Paese prima del 24 marzo 1971, data in cui nacque lo Stato del Bangladesh), aggiungendo che si tratta di una giornata storica non solo per l’Assam ma per tutta l’India. (agg. di R. G. Flore)



INDIA, REVOCATA CITTADINANZA A 4 MILIONI DI ISLAMICI

l governo nazionalista e induista del primo ministro Narenda Modi inasprisce la sua politica discriminatoria e razzista incominciata non appena iniziato il suo compito. Da anni in India si registra una autentica persecuzione nei confronti delle minoranze religiose come i musulmani e i cristiani, in un paese a stragrande maggioranza induista. Ad esempio il divieto di vendere come carne da macello la carne bovina, animale sacro per gli induisti, o la distruzione di chiese e luoghi sacri, fino agli omicidi veri e propri. Adesso l’ultima iniziativa del governo assume i toni più drammatici di questa persecuzione con un decreto di discriminazione mai visto prima.



IL “PIANO” DI MODI

Nello stato di Assam, dove i musulmani sono parecchi, il 34% della popolazione totale, il governo toglierà la cittadinanza indiana a 4 milioni di loro con una scusa ridicola e offensiva. In questa regione, confinante con il Bangladesh, nel 1971 durante la guerra di indipendenza dal Pakistan, fuggirono molti musulmani. Il governo ha stilato una lista di tutti coloro che non sono nati prima di quell’anno, individuandoli come non giustificati ad avere la cittadinanza indiana. Un atto che senza dirlo mira alla loro espulsione, preso ufficialmente per individuare i migranti irregolari che secondo il governo continuerebbero a giungere in India dal Bangladesh. Forti le denunce da molte associazioni per i diritti umani che parlano di preludio a una espulsione di massa degli islamici, come successo in Birmania dove la minoranza musulmana è stata privata della cittadinanza e perseguitata nel sangue. 

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