Ora che la condanna definitiva da parte di un Tribunale della Carolina del Sud è stata emessa (30 anni di detenzione in un penitenziario), si fa sempre più drammaticamente chiara la vicenda che ha visto coinvolta Kimberly Martines, ka giovane mamma accusata di aver ucciso una delle figlie di 17 mesi facendole ingerire una quantità abnorme di sale. La piccola, nonostante il ricovero in ospedale e il tentativo dei medici di salvarla, era stata dichiarata morta cerebralmente ma all’inizio la donna aveva negato ogni addebito, spiegando che la bimba aveva preso il sale da sola: successivamente, grazie alla testimonianza di uno dei figli e al racconto di un’altra delle sue bambine era emersa la verità e quello che fa raccapricciare ancora di più sarebbe la motivazione per cui Kimberley ha ucciso la figlia in un modo così barbaro: pare che infatti lei l’abbia fatto per attirare le attenzioni del marito che da tempo la ignorava e dal quale si era oramai separata. (agg. di R. G. Flore)



ANCHE LA SORELLINA SAREBBE POTUTA MORIRE

Emergono ulteriori dettagli circa la raccapricciante vicenda che ha visto una madre aver ucciso la figlia di 17 mesi facendole ingerire una quantità esagerata di sale. Gli inquirenti, una volta scoperto il fatto, hanno chiesto alla madre della povera piccola come mai avesse scelto proprio Peyton (questo il nome della bimba deceduta) e non la sorellina gemella. La donna ha risposto che ha scelto a caso, prendendo di mira la bambina a lei più vicina nel momento in cui si è verificato il raptus di follia. In poche parole, una delle due gemelle è viva per caso, e solo il destino ha voluto che una fosse ancora viva e l’altra morta. Come vi abbiamo già raccontato, ad incastrare la donna è stato l’altro figlio, di 4 anni, che ha raccontato tutta la verità. La mamma aveva inizialmente spiegato che la figlia morta aveva fatto tutto da sola, poi gli inquirenti hanno trovato la borsa con dentro il sale incriminato, nascosta sotto il cuscino di un divano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALCUNI PRECEDENTI

E’ sconvolgente il caso della donna americana che ha ucciso la figlia di appena 17 mesi, facendole mangiare del sale. Una notizia che ha fatto in breve tempo il giro del web, giungendo anche in Italia. “Ha fatto tutto da sola”, la prima versione della madre, poi smentita dall’altra figlia, che ha appunto svelato tutto agli inquirenti. Purtroppo non siamo nuovi a raccontarvi casi con protagonisti genitori che dopo un raptus di follia uccidono i propri figli, anche piccolissimi. Molte volte giungono dall’estero, come ad esempio una donna che ha torturato il figlio semplicemente perché ha fatto pipì a letto, o un altro caso sempre di una donna che ha ammazzato il figlio di 10 anni solo perché gay. Uno dei casi più recenti in Italia risale invece al 2014, dove un uomo di 34 anni di Ancona, uccise la figlia di 18 mesi a coltellate, dicendo di essere stato guidato da una voce. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



UNA STORIA RACCAPRICCIANTE

Una storia raccapricciante quella che ci giunge dagli Stati Uniti e precisamente dalla South Carolina. Una donna ha uccisa la propria figlia, per il semplice motivo di attirare l’attenzione del marito da cui si stava separando. Come riferito dai colleghi de Il Messaggero, Kimberley Martines ha costretto la bimba di 17 mesi a mangiare una quantità letale di sale, e la piccola è poi morta in ospedale a seguito di gravi complicazioni. I fatti risalgono al luglio di due anni fa, quando la bambina è stata ricoverato presso lo Spartanburg medical center, e dalle analisi risultarono subito evidenti le quantità elevate di sale nel sangue, con conseguente restringimento dei vasi sanguigni, danni ai reni, e l’accumulo di liquidi nei polmoni.

IL TENTATIVO ESTREMO DEI MEDICI

Una serie di problemi che hanno poi portato la piccola alla morte cerebrale, nonostante i medici le provarono tutte pur di salvarla; la bimba venne infatti tenuta per 5 giorni attaccata ai macchinari, prima di morire. Alle autorità la donna dichiarò che la figlia aveva preso il sale mentre giocava con la sorella più grande, ma è stata quest’ultima a far incarcerare la mamma, raccontando la verità alle forze dell’ordine. La donna è stata condannata a 30 anni di reclusione, come riportato dal tabloid Sun: la mamma è stata ritenuta colpevole dell’omicidio della figlia, e la sorella più grande e la sua gemella sono state date in affido.