Il lupo perde il pelo ma non il vizio: l’ex presidente-dittatore Robert Mugabe, all’ultimo minuto prima dell’apertura dei seggi in Zimbabwe ha tenuto una conferenza stampa a sorpresa con ben 2 ore di discorso-fiume che la dice molto sul suo “ritiro” dalle scene per favorire un change-regime verso la democrazia. Critica il suo partito, lo Zanu-Pf, anche duramente e dichiara che oggi non voterà il suo ex braccio destro Emmerson Mnangagwa, detto il “coccodrillo”: il suo voto andrà per Nelson Chamisa del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc). Non pensiamo sia una rigurgito di “coscienza” ma più che altro un tentato sgambetto allo storico alleato-rivale interno che potrebbe porre fine al dominio su ogni strato della società dell’anziano Mugabe. Intanto, oltre ai due contendenti, partecipano al voto anche altri 21 candidati presidente con ben poche possibilità in realtà di vittoria: tra i più noti troviamo il difensore dei diritti umani in Zimbabwe, Lovemore Madhuku, ma anche l’ex vice presidente di Mugabe, Joice Mujuru. Presente in corsa lo scultore e musicista Taurai Mteki ma anche l’ex-ministro Nkosana Moyo, un tempo vicino all’ex dittatore. Lo Zimbabwe cambierà: se lo farà in meglio, però, lo scopriremo solo tra un bel po’ di tempo.. (agg. di Niccolò Magnani)



SI TEMONO VIOLENZE VERSO I RISULTATI

Massima allerta in Zimbabwe viste le elezioni in corso per eleggere il presidente per la prima volta dopo 37 anni, periodo in cui ha regnato Robert Mugabe. Un massiccio spiegamento di uomini vigilerà con estrema attenzione le procedure di voto visto che, come ricordano i colleghi di SkyTg24, lo Zimbabwe è stata la nazione dell’Africa australe che negli ultimi 20 anni ha registrato più violenze elettorali, di solito compiute da milizie armate. Più di 200 persone morirono ad esempio durante le elezioni del 2008, anche se per correttezza di informazione, bisogna sottolineare come l’ultima campagna elettorale, ad eccezione di un attacco a giugno, sia stata piuttosto pacifica. Il colonnello delle forze armate, Overson Mugwisi, ha comunque voluto assicurare che i propri uomini mostreranno una posizione neutrale alla comunicazione dei risultati elettorali. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA PRIMA VOLTA DOPO MUGABE

Lo Zimbabwe torna al voto per la prima volta dopo le dimissioni forzate dell’ex presidente Robert Mugabe avvenute lo scorso novembre dopo 40 anni di dominio ininterrotto. I due principali contendenti sono due uomini molto diversi: Emmerson Mnangagwa, di 75 anni, è l’attuale presidente ed stato a lungo il braccio destro di Mugabe. Era stato proprio lui ad organizzare il colpo di Stato all’interno del partito Zanu-PF che aveva causato la deposizione del suo predecessore forte anche dell’appoggiato dall’esercito. Lo sfidante è Nelson Chamisa, che da poco ha compiuto i 40 anni, età minima per potersi presentare alle elezioni presidenziali. Prete ed avvocato, Chamisa potrebbe diventare il più giovane capo di Stato del paese africano. La campagna elettorale si è svolta per la prima volta in maniera tranquilla, senza minacce o repressioni da parte delle forze governative anche grazie alla presenza di osservatori internazionali incaricati di verificare la correttezza del voto.



LUNGHE FILE PER LE ELEZIONI DEL DOPO MUGABE

5,6 milioni di persone sono chiamate al voto in Zimbabwe per le prime elezioni del post Mugabe, costretto alle dimissioni lo scorso 21 novembre. Assente anche lo storico oppositore di quest’ultimo ovvero Morgan Tsvangirai, deceduto per un tumore cinque mesi fa. Oltre al presidente, i cittadini dello Stato africano sono chiamati ad eleggere deputati e consiglieri municipali, con la speranza di uscire dalla terribile crisi economica che prosegue ormai da decenni. Lunghe file si sono formate fin dalle prime ore dell’alba, ancora prima dell’apertura dei seggi, per esprimere le proprie scelte elettorali. Anche a causa dei tanti candidati, il grande favorito della vigilia è il “coccodrillo”, ossia l’attuale presidente Mnangagwa. Quest’ultimo non avrà però il favore del suo predecessore Mugabe, che in una conferenza stampa ha ricordato di essersi dimesso “per scongiurare un bagno di sangue e per evitare un conflitto tra esercito e popolazione”. Ha quindi lasciato intendere che voterà per l’oppositore Chamisa.