Che ci fa la Santa Famiglia, Gesù bambino, Giuseppe e Maria, dietro le sbarre di una gabbia? Sono tre statue solitamente usate nel periodo di Natale in ogni chiesa, ma qui si trovano in una gabbia nel giardino della chiesa episcopale della diocesi di Indianapolis. E’ una iniziativa di protesta da parte del prete locale che in questo modo ha voluto fare riferimento ai messicani detenuti, separati dai figli, in autentiche gabbie al confine con gli Stati Uniti, i migranti verso i quali Donald Trump ha applicato la sua tolleranza zero. Il reverendo Stephen Carlsen, rettore della cattedrale in questione ha spiegato che “so bene cosa dice la Bibbia, dovremmo amare il nostro prossimo come noi stessi”.



I MIGRANTI COME LA SACRA FAMIGLIA IN FUGA IN EGITTO

Con questa iniziativa, ha spiegato ancora alla stampa, ha voluto rappresentare la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto, dove Giuseppe, Maria e il Bambino erano fuggiti per trovare rifugio e asilo, proprio come i migranti di oggi. “Questa Santa Famiglia rappresenta ogni famiglia e ogni famiglia è santa” ha detto ancora. Ed è proprio così che si chiama la campagna civile lanciata dal sacerdote: #EveryFamilyIsHoly. Non è la prima volta che la diocesi di Indianapolis è protagonista di campagne a impatto sociale, con i suoi 9mila fedeli e quasi 50 chiese. I sacerdoti di questa cattedrale hanno portato i ragazzi della parrocchia a prendere parte lo scorso marzo alla manifestazione tenuta a Washington, March for Our Lives, così come alla manifestazione Families Belong Together lo scorso sabato. I fedeli sono tutti compatti con i loro sacerdoti: è un modo coraggioso di mostrare solidarietà verso le famiglie degli immigrati dicono.

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