Nelle passate ore la nave della Ong spagnola, Proactiva Open Arms con a bordo 60 migranti salvati dalla Libia è ufficialmente giunta a Barcellona. Si tratta della seconda nave che attracca in Spagna dopo il discusso caso della Aquarius con a bordo 630 migranti. Subito dopo il suo arrivo nella capitale catalana si è tenuta una conferenza stampa tenuta dal fondatore di Open Arms, Oscar Camps, secondo il quale oggi il viaggio di rientro della nave a Barcellona dopo la chiusura dei porti di Malta e Italia “è costato 4 giorni e 360 morti”. Nell’ambito della stessa conferenza, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, Camps ha aggiunto che al momento davanti alle coste della Libia non ci sarebbero navi delle ong, ribadendo il dramma che si è vissuta negli ultimi giorni, durante i quali, ha ammesso, “abbiamo lasciato morire 360 persone”. Infine ha aggiunto che il governo maltese non avrebbe lasciato partire le loro navi e che quello Italiano, di contro, non le lascerebbe entrare. Intanto, dopo lo sbarco i migranti saranno ora sottoposti ad identificazione e alle cure necessarie presso il centro di accoglienza che è stato installato a Barcellona prima di essere ricollocati e distribuiti in diversi luoghi nel Paese. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA SINDACA ADA COLAU RINGRAZIA LA ONG

Dopo che il suo attracco era stato negato dall’Italia e da Malta, la nave dell’Ong ProActiva Open Arms è da poco arrivata nel porto di Barcellona, accolta da uno striscione eloquente (“Benvenuti a casa”): e nel pomeriggio c’è molto attesa per la conferenza stampa che i rappresentanti della Ong e la sindaca della città catalana, Ada Colau, terranno per parlare di questa vicenda e della vera e propria Odissea vissuta dai 60 profughi che erano a bordo e di cui, in questo momento, si sta occupando la Croce Rossa spagnola per verificarne lo stato di salute e fornire assistenza. Tra i messaggi di benvenuto alla nave che, nelle ultime settimane, è diventata oggetto di scontro politico nel nostro Paese è molto significativo proprio quello del primo cittadino di Barcellona che, con un tweet, ha voluto salutare l’arrivo dell’imbarcazione nel porto e ha ringraziato pure Open Arms: “Alla fine sono arrivati, cantando e danzando: potevano essere morti e invece sono vivi” ha scritto la Colau, spiegando che questa è l’idea di Mare Mediterraneo e di Europa che lei, e tanti altri, vogliono ovvero quella in cui la priorità è di “proteggere la vita”. (Agg. di R. G. Flore)




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OGGI CONFERENZA COL SINDACO CATALANO

E’ giunta questa mattina nel porto di Barcellona la nave della Ong Open Arms con a bordo 60 migranti. A renderlo noto è stata la stessa organizzazione non governativa attraverso un tweet pubblicato sul proprio profilo, con annesso una foto dell’ingresso dell’imbarcazione nel porto: «Benvenuti a casa». Per accogliere i profughi a bordo della nave, sono stati allestiti dei tendoni da parte della Croce Rossa spagnola, dal comune di Barcellona e dalle autorità catalane, così come fatto a Valencia all’arrivo della nave Acquarius nei porti. Oggi pomeriggio è prevista una conferenza stampa da parte del primo cittadino della città catalana, Ada Colau, insieme al fondatore di Open Arms, Oscar Camps. Una volta controllati e schedati, i 60 migranti di 14 nazionalità diverse verranno smistati nei vari centri di accoglienza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“L’ITALIA CI RENDE IMPOTENTI”

Continua il braccio di ferro fra l’Italia e le Ong, le imbarcazioni delle organizzazioni non governative. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, ha più volte fatto sapere che nessuna imbarcazione di questo tipo attraccherà più in Italia, e sta cercando di mettere in pratica le sue parole. Fra le navi “rimbalzate” dai porti del Bel Paese, anche la Open Arms, con a bordo 60 migranti, e da giorni in cerca di un molo. Poco fa ha terminato la sua odissea giungendo a Barcellona, dove ha appunto fatto sbarcare il suo carico di profughi.

IL COMMENTO DI ANABEL MONTES

L’occasione è stata propizia per replicare ancora una volta all’Italia, e alla chiusura dei porti. Anabel Montes, intervistata dai microfoni di Efe, ha spiegato che «La decisione italiana ci lascia in una situazione di impotenza». Secondo la Montes, non è vero che la presenza delle Ong nel Mar Mediterraneo, faccia da incentivo ai profughi: «Questa gente – si è “giustificata” la capo missione di Open Arms – fuggiva già prima che ci fossero le nostre navi». Secondo la donna, l’attracco a Barcellona rappresenta una via d’uscita, ma non una vera e propria soluzione, visto che viaggiare fino alla costa catalana comporta giorni in più in mare, e di conseguenza, l’aumento dei costi. Dei 60 migranti giunti sulla Costa Brava, 50 erano uomini, 5 donne e 5 minori, tutti di 14 nazionalità diverse.