Si è parlato molto nella giornata di oggi della condanna a morte di Shoko Asahara. Questi è stato giustiziato in Giappone insieme a sei membri della setta “Verità Suprema” di cui si dichiarava leader. L’uomo aveva creato un vero e proprio culto nel quale era lui in cima come un misto tra Gesù Cristo e Buddha. Durante l’attentato alla metro con gas nervino Sarin uccisero tredici persone e furono protagonisti di altri atti davvero fuori dal mondo. Nonostante questo in molti sottolineano come la condanna a morte non possa essere mai la soluzione giusta per nessun personaggio. Ci troviamo di fronte a una situazione difficile da concepire e che appartiene a un mondo dove c’è un modo di vedere le cose veramente lontane dalla nostra cultura. Sono numerose le parole che si sono spese e difficilmente riusciremo a concepire in maniera concreta questo personaggio. Nonostante questo è importante cercare di fare degli approfondimenti legati a questo particolare personaggio. (agg. di Matteo Fantozzi)



GOVERNO PRONTO A IMPEDIRE RAPPRESAGLIE

Shoko Asahara ed altri sei membri della setta che si resero complici della strage nella metropolitana di Tokyo nel 1995, sono stati giustiziati. La condanna a morte per il capo della setta arrivò nel 2006 in via definitiva e solo dopo molti anni tra processi e attese, è arrivata inesorabile ma lenta la sua esecuzione tramite impiccagione avvenuta lo scorso venerdì e resa nota solo nelle passare ore. A confermare la morte di Asahara era stato il portavoce del governo Yoshihide Suga, lo stesso che, come spiega Il Secolo d’Italia, ha assicurato che il governo sarà pronto a impedire qualunque forma di rappresaglia da parte dei restanti seguaci del gruppo. Nuovi dettagli saranno comunicati prossimamente dal ministero della giustizia che se ora deve far fronte alle polemiche relative alla pena di morte nel Paese. Tokyo, tuttavia, ha già reso noto che non farà marcia indietro sulle sue posizioni confermando così la decisione presa contro l’attentatore e i suoi complici. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



TOKYO DIFENDE LA SUA SCELTA

Shoko Asahara e gli altri sei membri della sua setta  ritenuti i responsabili del più grande attentato terroristico commesso in Giappone, sono stati giustiziati ed i loro corpi cremati. La notizia giunge in qualche modo a sorpresa in quanto, come spiega Julienews, le esecuzioni per impiccagione sarebbero avvenute in precedenza e solo in seguito sarebbe stata data la notizia ufficiale. I processi sono andati avanti per oltre 20 anni e ci sono voluti ben 12 processi prima di arrivare alla loro condanna a morte. Dodici in tutto quelle emesse, di cui sette eseguite proprio lo scorso venerdì. Il primo ad essere stato giustiziato sarebbe proprio il leader della setta. La notizia della sua esecuzione, spiega Panorama, ha destato grande clamore proprio per la durezza e la severità nei confronti di un capo di una setta. Mentre altri sei membri della medesima setta sono già stati impiccati come previsto dalla condanna a morte a loro carico, gli altri condannati hanno visto tramutarsi la pena in ergastolo. Intanto a far discutere è proprio l’impiego della pena di morte mentre Tokyo difende con forza la propria scelta. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PROFETIZZAVA LA FINE DEL PAESE DOPO ATTACCO NUCLEARE USA

Nella mattinata di oggi i media locali hanno dato la notizia dell’esecuzione, tramite impiccagione, si Shoko Asahara, il 63enne leader della setta che si rese protagonista di un terribile attentato nella metro di Tokyo nel marzo 1995 nel quale morirono 13 persone. La notizia ha destato grande soddisfazione presso le famiglie delle vittime innocenti. Si attendeva nei prossimi giorni anche l’esecuzione della condanna a morte degli altri membri della setta religiosa Aum Shinrikyo. In realtà, come spiega Tpi, i sei, anche loro condannati a morte sono stati già giustiziati per impiccagione. Le condanne a morte in Giappone non vengono eseguite fino a quando il verdetto contro gli imputati ed i loro complici è definitivo, senza ricorsi pendenti contro nessun soggetto del gruppo. L’ultimo verdetto confermato dalla Corte Suprema nei confronti di tutti i responsabili è avvenuto lo scorso gennaio. Asahara, come ricorda AdnKronos, aveva profetizzato la fine del Giappone a causa di un attacco nucleare degli Usa. Erano migliaia coloro che avevano seguito i suoi insegnamenti al punto da decidere di vivere in una comune eseguendo riti di purificazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

LA SETTA CHE AVEVA DECINE DI MIGLIAIA DI SEGUACI ANCHE IN RUSSIA

Secondo quanto riportano i media giapponesi, i parenti delle vittime dell’attentato hanno accolto con soddisfazione l’annuncio dell’esecuzione tramite impiccagione del leader della setta e di altri sei membri della stessa. Altre sei persone appartenenti alla setta e condannati anche loro a morte, saranno giustiziati nei prossimi giorni. Quella di Asahara, la setta del culto della verità suprema, godeva di molto successo non solo in Giappone ma anche in Russia prima dell’attentato. Si calcola che in Giappone gli aderenti fossero 10mila e in Russia addirittura 30mila, molti dei quali persone di alto livello culturale, laureati, con ottime professioni. In sostanza si trattava di un mischino di buddismo e induismo con anche elementi del cristianesimo il cui messaggio sostanziale era il sopraggiungere dell’apocalissi a cui sarebbero sopravvissuti solo i membri del culto. Dopo l’attentato, le forze dell’ordine giapponesi ci misero ben due mesi prima di arrestarlo: è il peggior attentato mai subito sul suolo giapponese e diede un durissimo colpo al mito della sicurezza de paese nipponico (Agg. Paolo Vites)

ALTRI SEI MEMBRI DELLA SETTA DA IMPICCARE

E’ stato giustiziato Shoko Asahara, ritenuto responsabile, insieme a 6 membri della sua setta, dell’attentato alla metropolitana di Tokyo del 20 marzo del 1995. Fu un giorno tragico per la storia del Giappone, visto che morirono 13 persone e più di 6000 si ammalarono nei mesi successivi a seguito dell’attacco con il gas nervino Sarin, usato dagli stessi attentatori. Le immagini fecero il giro del mondo, e rimasero scolpite a lungo nelle menti di molti. Alle 8 del mattino, all’ora di punta in cui la metro di Tokyo era utilizzata da milioni di pendolari, cinque membri della setta Aum Shinrikyo salirono sui convogli portando con se dei sacchetti di plastica contentini il virus sarin allo stesso liquido, nonché un ombrello con una punta appuntita appositamente modificata. Senza farsi notare, forarono il sacchetto, liberando la sostanza tossica e fuggendo rapidamente. Molte le persone che iniziarono ad inalare il gas nervino, e alcune di esse iniziarono a tossire sangue e a emettere schiuma dalla bocca. Il personale di sicurezza si gettò a capofitto nella metro, rischiando la propria incolumità per via delle poche informazioni circa l’agente chimico utilizzato nell’attacco. Quello della metro di Tokyo del 1995 è ancora oggi il più grave attentato della storia recente del Giappone. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

GIUSTIZIATI I RESPONSABILI DELL’ATTENTATO DEL 1995

E’ stata eseguita la condanna a morte in Giappone di Shoko Asahara, il leader della nota setta che nel 1995 organizzò l’attentato alla metropolitana di Tokyo. Oltre ad Asahara sono state eseguite le condanne anche per altre sei persone che facevano parte della stessa setta Aum Shinrikyo, “Suprema verità”. Come riferisce IlPost, le esecuzioni sono state effettuate con il metodo dell’impiccagione, come stabilito dalla legge giapponese, e i sette sono stati condannati nei centri di detenzione di Tokyo e Matsumoto dove erano precedentemente rinchiusi. L’attentato alla metro nipponica di 23 anni fa, fu devastante, causando la morte di 13 persone e l’ammalarsi di più di 6.000 per via dell’utilizzo del sarin, un potente gas nervino.

LA “NASCITA” DI ASAHARA

Asahara aveva iniziato la sua carriera da santone negli anni ’80, convinto che il Giappone sarebbe stato spazzato via da un attacco nucleare da parte degli Stati Uniti. Solo la sua setta avrebbe permesso la sopravvivenza, e di conseguenza riuscì a reclutare quasi 10mila adepti nella sola nazione di nascita, a cui se ne aggiunsero altri 30mila in Russia. Nel 1990 tentò la scalata alla politica, presentandosi alle elezioni, ma visto l’insuccesso decise di organizzare l’attentato alla metro di Tokyo, portato a termine cinque anni più tardi. Asahara riuscì a sfuggire all’arresto per circa due mesi, prima di venire arrestato presso l’edificio della sede della setta vicino al Monte Fuji.