Non ci sono riusciti, i soccorritori, ad aprire un varco per mettere in salvo i 13 ragazzi intrappolati da diversi giorni nella grotta in Thailandia, nonostante l’individuazione del cunicolo avesse ridato enormi speranze. I diversi tentativi di trivellazione, tuttavia, non sono andati a buon fine ed anche questa strada sarà abbandonata. Per la giornata di domenica, intanto, è previsto l’arrivo delle forti piogge quindi i soccorritori dovranno fare l’impossibile per tentare di mettere in salvo le vite, sempre più a rischio, dei ragazzi. “Da oggi li tireremo fuori a due a due”, aveva affermato un soccorritore belga che si trova sul posto. Tuttavia, spiega Corriere.it, l’operazione non ha ancora avuto il via libera da parte del ministro dell’Interno che si trova fuori la grotta in attesa di buone notizie. “Il percorso è difficile, attraverso un labirinto di corridoi, con molte immersioni e arrampicate. Ma sia la corrente sia la visibilità sott’acqua sono buone e i ragazzi non devono nuotare molto: hanno una maschera di ossigeno e saranno quasi sempre tenuti per mano da uno dei subacquei”, ha aggiunto. Come riporta Repubblica, ad intervenire in queste ore è stato il governatore della provincia settentrionale thailandese di Chiang Rai che ha commentato: “I ragazzi sono entrati dall’ingresso principale e da lì usciranno”, smentendo definitivamente l’ipotesi di una uscita alternativa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



FALLITO TENTATIVO DI TRIVELLARE CUNICOLO

E’ ormai una corsa contro il tempo a tutti gli effetti, quella in atto in queste ore per cercare di salvare in tutti i modi i 13 ragazzi rimasti bloccati nelle grotte in Thailandia, che proprio nelle passate ore hanno provocato la morte di un sub impegnato nelle operazioni. L’ultima notizia, purtroppo per nulla positiva, arriva da un inviato del Guardian sul posto dell’incidente. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, pare che i tentativi annunciati di trivellare un cunicolo trovato a circa 200 metri dai ragazzi sarebbero miseramente falliti. Questa sarebbe dovuta essere la via alternativa a quella, pericolosissima, subacquea, ma a questo punto, le uniche vie d’uscita restano le gallerie, in gran parte allagate e piene di fango, delle grotte. A questa funesta notizia si va ad aggiungere quella relativa all’arrivo di nuove piogge oltre alla morte del soccorritore 38enne. Inoltre, pare che l’abbassamento dell’ossigeno al 15% abbia reso la situazione ancora più drammatica. I soccorritori hanno insistito affinché si faccia tutto il prima possibile ma a questo punto le speranze appaiono sempre più appese ad un filo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL MONDO DEL CALCIO SCRIVE AI RAGAZZI

Il dramma dei ragazzi intrappolate nelle grotte in Thailandia tiene con il fiato sospeso in tutto il mondo. Dodici giovani calciatori e il loro allenatore da due settimane sono bloccati in una grotta a causa degli allagamenti provocati dalle forti piogge e nelle ultime ore si sono moltiplicati i messaggi di sostegno da parte del mondo dello sport: valanghe di messaggi sui social network di calciatori ed ex atleti. Ronaldo, ex Inter e Real Madrid, ha commentato: “Si tratta di una notizia terribile, il mondo spera che qualcuno trovi un modo per tirare fuori quei bambini da lì”. Jurgen Klopp, manager del Liverpool, ha citato il celebre motto “you’ll never walk alone” e ha evidenziato: “Siate forti, sappiate che siamo con voi. Seguiamo gli aggiornamenti, speriamo di rivedervi alla luce del sole ogni singolo secondo. Siamo ottimisti, accadrà: speriamo a minuti, ore o nei prossimi giorni”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CUNICOLO COME SOLA VIA ALTERNATIVA?

L’ultima speranza per i giovani calciatori ormai da giorni intrappolati nella grotta in Thailandia potrebbe essere rappresentata da un cunicolo. Una via alternativa e probabilmente più “veloce” potrebbe far raggiungere in fretta i ragazzi mettendoli in salvo ma tutto dovrebbe avvenire in tempi brevissimi. L’allarme è scattato dopo la diminuzione del livello di ossigeno nella grotta proprio a causa della presenza di centinaia di soccorritori sul posto. Come spiega Tpi, sono state le autorità thailandesi a dire in modo chiaro che ormai sarebbe rimasta solo una “limitata” finestra di tempo per trarre in salvo i ragazzi. “Non possiamo più aspettare oltre, visto che le circostanze sono cambiate. All’inizio pensavamo che i ragazzi potessero rimanere all’interno della grotta per un po’ di tempo ma le circostanze sono cambiate. Ora abbiamo un tempo che è limitato”, hanno ribadito le autorità. E mentre si cerca di capire come poter sfruttare la meglio la via alternativa, le squadre di soccorso continuano a perlustrare la densa boscaglia al fine di trovare una ulteriore cavità da cui estrarre i giovani calciatori. A far ben sperare, il fatto che gli stessi ragazzi avrebbero rivelato di aver udito il canto di un gallo ed il vociare di bambini. Questo farebbe pensare che potrebbe esserci un altro ingresso alla grotta in grado di comunicare direttamente con l’area dove i 13 sono intrappolati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MORTO SUB: “OCCORRE FARE IN FRETTA”

Dopo la morte di un sub impegnato nelle operazioni di salvataggio dei 13 ragazzi rimasti bloccati nella grotta in Thailandia sembra comparire una nuova flebile speranza di poterli raggiungere in modo alternativo rispetto alla pericolosa via subacquea. Secondo quanto riferisce Repubblica.it, pare che sia stato trovato un nuovo cunicolo largo circa un metro nella grotta di Tham Luang e che porterebbe a circa 150-200 metri dal punto in cui si troverebbero i ragazzi. “Le possibilità di avvicinarsi sono parecchio alte”, ha spiegato Thanes Weerasiri, presidente degli ingegneri tailandesi. Ora però occorre fare i conti con il calo di ossigeno all’interno della grotta dove all’inizio della settimana sono stati ritrovati i 13 ragazzi scomparsi lo scorso 23 giugno. Alla complicata situazione legata all’ossigeno si aggiunge ora anche la possibilità di nuove piogge che ha indotto necessariamente ad un intervento repentino. I soccorritori mettono fretta continuando a ripetere che bisogna intervenire subito. Al momento, infatti, il livello di ossigeno nella grotta sarebbe inferiore al 15%. Proprio la bassa percentuale ha portato alla morte dell’ex ufficiale della Navy Seal. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

CUNICOLO A 200 METRI

Stando a quanto riportato dal presidente degli ingegneri thailandesi, presente sul posto dei soccorsi a Tham Luang, ci sarebbe un nuovo cunicolo da poter “provare” per estrarre i ragazzini e l’allenatore rinchiusi nella grotta dallo scorso 23 giugno: «abbiamo individuato un cunicolo largo circa un metro che conduce a circa 150-200 metri dal punto dove si trovano», spiega Thanes Weerasiri sul quotidiano online Khao Sod English. Fino ad oggi si pensava che i ragazzi si trovassero ad almeno 800 o addirittura 1000 metri sotto la montagna, ma la novità di oggi aprirebbe una piccola ma importante speranza in più visto che l’ossigeno sta calando vertiginosamente e il tempo stringe. «Le possibilità di avvicinarsi sono parecchio alte», conclude il presidente degli ingegneri mentre la forte collaborazione di tanti Paesi al mondo sta giungendo al Governo thailandese. Il tempo ormai è l’elemento maggiormente preponderante, sia in qualità di ore che passano dentro la grotta con poco ossigeno e sia sul fronte meteorologico: le condizioni avverse rendono complesso l’avventurarsi in cima al cunicolo con le varie attrezzature per potersi calare all’interno della grotta. (agg. di Niccolò Magnani)

SI CERCA UN TUNNEL VERTICALE

Un esperto speleologo, contattato da Rai News24 in queste ore concitate di collegamenti dalla Thailandia per la situazione in grotta, ha esposto tutti i suoi rischi e dubbi: «ho timore per la scarsa esperienza della task force». Nelle ultime ore sono arrivati sul posto anche alcuni ingegneri della Tesla mandati direttamente da Elon Musk per provare a cercare soluzioni alternative visto che il tempo è pochissimo e l’ossigeno continua a ridursi all’interno della grotta maledetta. «I miei tecnici cercheranno di capire se possono essere utili al governo di Bangkok. Probabilmente ci sono molte complessità che si possono capire meglio se si è di persona in loco», ha spiegato il miliardario fondatore di Space X, tra le aziende più innovative al mondo assieme alla Tesla. Novità intanto emergono dalla grotta di Tham Luang: le squadre di soccorso stanno setacciando la foresta sopra la grotta alla ricerca di un ‘camino’: «un tunnel verticale che potrebbe portare dalla superficie fino alla cavità in cui sono intrappolati i ragazzi», spiega l’Agi utilizzando fonti dirette sul luogo. Ce ne sarebbe uo a circa 200 metri di altezza dai ragazzi, ma i dubbi restano forti, con un importante speleologo filippino che da 17 anni vive in Thailandia (Christoffer John Aquino) che fa sapere dopo le ricerche fatte in questi giorni assieme alle squadre di soccorso: «Non ci sono sentieri: bisogna arrampicarsi su rocce scivolose portandosi appresso l’attrezzatura. Non è difficile: è un fottuto suicidio». (agg. di Niccolò Magnani)

LIVELLO DI OSSIGENO SCENDE AL 15% NELLA GROTTA

Si affievoliscono sempre più le probabilità di sopravvivenza dei 12 bambini e del loro allenatore, intrappolati in una grotta in Thailandia. Un soccorritore è morto nel tentativo di nuotare attraverso il tortuoso e pericoloso percorso subacqueo di entrata/uscita dall’anfratto. Come riferito da TgCom24.it, il problema deriva dalla mancanza di ossigeno, con i livelli che stanno clamorosamente scendendo. Per respirare in condizioni normali serve il 21% di ossigeno nell’aria, ma attualmente il valore nella grotta è sceso sotto il 15%. Non si sa ancora quanta autonomia abbia il gruppo intrappolato, fatto sta che il livello minimo per sopravvivere è del 19%, e sotto quel livello il nostro organismo inizia ad accusare seri problemi di respirazione. Se l’ossigeno dovesse scegliere ulteriormente, arrivando al 10%, i 13 intrappolati sarebbero condannati a morte certa. Per cercare di ovviare a questo problema si sta cercando di posare un tubo lungo 5 km che possa appunto immettere ossigeno nella grotta, ma l’operazione è molto difficoltosa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA VITA DEI 13 E’ APPESA AD UN FILO

La vita dei 13 intrappolati nelle grotte in Thailandia, di cui 12 appena ragazzini, è davvero appesa ad un filo. All’interno degli anfratti dove è rinchiuso il gruppo, inizia a scarseggiare seriamente l’ossigeno, e anche i soccorritori stanno facendo non poca fatica, come testimoniato dalla recente morte di un sub esperto. Il problema principale è dovuto al fatto che l’unico modo per il gruppo di lasciare le grotte, è quello di nuotare. Tutto semplice sulla carta, ma non al buio, fra il fango, in cunicoli strettissimi, e per degli adolescenti che non sanno neanche nuotare in piscina. Come riferito dai colleghi di TgCom24, il percorso per entrare e uscire dalla grotta è di ben 11 ore, per una lunghezza totale di 4 chilometri. Il problema principale è di tipo atmosferico, visto che i Monsoni che si stanno abbattendo in quella zona del mondo stanno rendendo difficoltose le operazioni di soccorso, e per ora non è stato individuato un altro punto di ingresso e uscita. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NON SEMBRA ESSERCI

E’ morto uno dei soccorritori che stanno cercando di estrarre i 12 ragazzini bloccati in una grotta in Thailandia. Si tratta di uno dei Thai Navy Seals, ragazzo di 38 anni, che ha perso conoscenza sulla via del ritorno; i soccorsi hanno cercato di rianimarlo ma per l’uomo non vi è stato nulla da fare. Pare che la causa che abbia portato al decesso del soccorritore, sia la mancanza di ossigeno all’interno delle grotte, un problema che potrebbe risultare fatale anche per i 12 giovani, più il loro allenatore, intrappolati ormai da diversi giorni. In queste ore i soccorritori si stanno imbattendo nell’impresa di insegnare ai giovani delle tecniche subacquee, di modo che gli stessi possano riemergere nuotando, ma la situazione resta molto complessa, e sono diversi gli scettici nei confronti di questa operazione di salvataggio.

NON SEMBRA ESSERCI ALTRA SOLUZIONE

Del resto i ragazzi intrappolati sono molto giovani, hanno fra gli 11 e i 16 anni, e molti di loro non sanno nemmeno nuotare. C’è poi da fare i conti con le asperità delle stesse grotte in cui sono rinchiusi, dove vi sono dei passaggi strettissimi, in cui i ragazzi dovrebbero nuotare da soli, al buio e in acque fangose, una situazione che spaventerebbe qualsiasi persona, ancor di più dei giovanissimi che non sanno nuotare. I soccorsi non hanno però altra scelta per estrarre vivi i 13 di cui sopra, se non quella appunto di insegnare i rudimenti del diving agli intrappolati. Sono ore di tensione: attese novità a breve.