“Il mio regno per una Messa” ci sembrava in effetti antiquato e datato per poterlo inserire in un titolo nel 2018: così abbiamo scelto direttamente di inserire in maniera papale-papale (e chiediamo venia per il sottile gioco di parole) quanto detto dal Presidente filippino Duterte che da qualche tempo a questa parte ha deciso di prendere a male parole e ad insulti veri e propri la Chiesa della sua stessa nazione, tra le più cattoliche al mondo (e forse per quello che ancora lo “sopportano”, ndr). Dopo aver bestemmiato nelle scorse settimane dicendo pubblicamente che Dio “è stupido” ora il n.1 di Manila torna ad attaccare la Chiesa e lancia una provocazione degna dei più “simpatici” dittatori del passato, quelli che contro tutto e tutti si sentivano onnipotenti e sopra ogni cosa&persona. «Dimostratemi che Dio esiste e io vi giuro che mi dimetto. Dimissioni immediate eh, solo se mi verranno fornite prove che qualcuno riesce a parlare e vedere Dio»: il bel “tipetto” ha suscitato non poche polemiche, specie quando è poi passato dall’insulto-provocazione alla bestemmia vera e propria, mettendo in forte dubbio il fulcro chiave della fede cattolica. «Il peccato originale? Un concetto creato dalla Chiesa per soldi con il battesimo».



IL VESCOVO: “IL PRESIDENTE È UNO PSICOPATICO”

Posto che al simpatico anti-narcos andrebbero forse rivisti i testi per provare a “incanalare” critiche-pensieri da retroscenista di bassissima leva (con esempi e critiche che si vedevano già negli anni Settanta, e già si avvertivano “vecchi” allora, ndr), il suo è veramente un muso contro muso alla Chiesa cattolica, considerata ostacolo al suo progetto di indottrinamento ideologico fondato sul mito del “progresso”. Già tempo fa andava in giro dicendo che la Chiesa era la vera sciagura che ha provocato la povertà nel suo Paese (imponendo l’ordine di non fare più di tre figli a famiglia), ma ora sembra aver inscenato in pieno il concetto di profondo “anticlericale” laicista: «Chi è questo stupido Dio? Hai creato qualcosa di perfetto e poi pensi a un evento che possa tentare e distruggere la qualità del tuo lavoro», spiegava alla nazione solo qualche mese fa. Le reazioni? Beh, non sono state tenere come immaginabile: «è un pazzo, pregate perché Dio metta fine alle affermazioni blasfeme e le tendenze dittatoriali», si è scagliato il vescovo Arturo Bastes. Davanti al portavoce di Duterte che ha difeso le affermazioni del presidente (“ha il diritto di esprimere le sue opinioni sulla religione“) il prelato rilancia: «La tirata di Duterte contro Dio e la Bibbia rivela che si tratta di uno psicopatico, una mente anormale che non avrebbe dovuto essere eletta come presidente della nostra nazione civile e cristiana».

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