Non ce l’ha fatta Dawn Sturgess, la donna 44enne esposta al gas nervino Novichok, l’agente mortale con il quale gli ignoti autori avevano tentato di avvelenare anche l’ex spia russa Skripal e la figlia. A loro però andò bene e poco alla volta, dopo il loro ricovero, le condizioni di salute migliorarono fino alle dimissioni. Non è andata così per i due britannici ed ora, in seguito alla morte di Dawn si è aperta inevitabilmente anche un’inchiesta per omicidio. Lo scorso marzo la responsabilità di quanto accaduto agli Skripal era stata attribuita ai russi portando così ad una crisi diplomatica tra Mosca e l’Occidente culminata con l’espulsione di decine di diplomatici da una entrambe le parti. Ieri, intanto, il ministro degli Interni Sajid Javid si era recato a Salisbury per rassicurare la popolazione ma nonostante il tentativo forse vano aveva anche ammesso: “Non vogliamo saltare a conclusioni ma i nostri esperti hanno stabilito che il nervino in questo incidente è lo stesso usato a marzo. Sappiamo che in marzo sono stati i russi, che è stato un atto barbaro e inumano da parte dello Stato russo”. Intanto dal Cremlino vengono respinte le accuse negando ogni responsabilità, anche se da adesso si dovrà necessariamente fare i conti con la presenza drammatica di un cadavere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MORTA DONNA CONTAMINATA DA GAS NERVINO, LO STESSO USATO PER SKRIPAL
E’ morta la donna che lo scorso 30 giugno era stata ricoverata all’ospedale di Salisbury, insieme al compagno a causa di una contaminazione da gas nervino. Lo stesso che lo scorso marzo contaminò l’ex spia russa Skripal e la figlia Yulia ma che, in quel caso, fortunatamente non ne provocò il decesso. La vittima, come spiega Corriere.it, è una cittadina britannica madre di 3 figli, Dawn Sturgess, ed aveva 44 anni. Il compagno 45enne, Charlie Rowley, si trova ancora ricoverato in condizioni disperate. La donna era una senzatetto ed alloggiava in un ostello. Il giorno in cui si è sentita male si trovava ad Amesbury, a casa dell’uomo, quando fu colta da strani sintomi che necessitarono il suo trasporto d’urgenza in ospedale. Sudori, allucinazioni, difficoltà a respirare: dopo poche ore anche il compagno iniziò ad accusare i medesimi sintomi che ne decretarono il ricovero d’urgenza. Inizialmente, entrambi furono considerati vittime di una overdose da stupefacenti “tagliati” male. Furono i successivi esami ed i sospetti dei medici del medesimo ospedale che mesi prima aveva ospitato gli Skripal a portare alla verità agghiacciante: la coppia era stata intossicata dal gas nervino Novichok, lo stesso tipo impiegato per l’ex spia russa e per la giovane figlia Yulia.
APERTA INDAGINE PER OMICIDIO
La morte della donna ha incrementato il grado di rabbia e preoccupazione in Gran Bretagna. Ad intervenire per primo, commentando il drammatico accaduto è stato il capo dell’antiterrorismo britannico che ha asserito: “Questa terribile notizia non fa che rafforzare la nostra determinazione per portare di fronte alla giustizia le persone responsabili di quello che posso solo descrivere come un atto barbaro e oltraggioso”. Anche la premier Theresa May si è detta estremamente “inorridita e scioccata” dalla morte della 44enne. Tante le ipotesi su quanto potrebbe essere accaduto. Si è addirittura parlato di un ex scienziato mentalmente instabile ed arrabbiato per essere stato escluso da un laboratorio chimico, intenzionato quindi a procedere con i suoi esperimenti. Nel caso della coppia britannica, l’ipotesi maggiormente battuta è quella secondo la quale i due sarebbero entrati in contatto con il veleno gettato via durante la fuga degli autori dell’avvelenamento di Serghej Skripal e di sua figlia Yulia dello scorso marzo. Il giorno precedente al loro ricovero, Dawn e Charlie erano andati in giro per Salisbury proprio dove l’ex spia era stata avvelenata, intrattenendosi in un parco pubblico. E’ probabile che qui abbiano raccolto una fiala contenente ancora del gas nervino il quale può restare letale per mesi. Con la morte della donna, si apre ufficialmente un’indagine per omicidio.