La Lira respira ma l’Europa non sembra essere pienamente convinta dalla risalita della moneta di Ankara: le Borse europee chiudono ancora in calo, anche se con indici più “normali” rispetto ai giorni passati. Milano perde lo 0,3% ed è ancora oggi una delle peggiori in Ue, ma paga lo “scotto” anche per la tragedia immane avvenuta in Liguria questa mattina. «La seduta e’ stata in flessione anche per Mediobanca (-2,6%), con i bancari, come detto, in affanno, da Banco Bpm (-2,5%) a Unicredit (-2%), l’istituto piu’ esposto verso la Turchia. Fuori dal listino principale, tra i titoli che hanno fallito il rimbalzo c’e’ Astaldi, che alla fine ha perso l’1,48%», riporta Radiocot dopo la chiusura dei mercati. Proprio Ansaldi è stata al centro di un piccolo “caso” visto che il Sole 24 ore ha riportato per tutta la mattina la notizia secondo cui «le trattative sulla cessione della partecipazione nella concessionaria del Terzo Ponte sul Bosforo stanno proseguendo nonostante l’instabilita’ politica»: per ore i titoli hanno risentito in positivo di questa indiscrezione, salvo poi “ridimensionarsi” col passare del pomeriggio. (agg. di Niccolò Magnani)
ERDOGAN, “BOICOTTEREMO PRODOTTI ELETTRONICI USA”
Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan passa al contrattacco e, nella giornata che fa segnare una parziale risalita della lira turca a seguito del crollo degli ultimi giorni (di cui il Paese a cavallo tra Oriente e Occidente ha accusato esplicitamente Trump e alcune speculazioni veicolate sui social media), annuncia misure drastiche contro il Presidente americano e gli stessi Stati Uniti. Da Ankara infatti è stato annunciato che presto comincerà il boicottaggio di prodotti made in USA, come ritorsione per l’aumento dei dazi deciso dall’amministrazione guidata da The Donald: in particolare, la Turchia non acquisterà più iPhone, spiegando che esistono sempre delle alternative come la coreana Samsung o un’azienda locale, la Vestel, un gruppo d’impresa turco operante nel settore dell’elettronica e della tecnologia e controllato dalla Zorlu Holding. Dunque, Erdogan nel suo intervento oggi nella capitale Ankara ha dato seguito alle accuse rivolte a Trump nei giorni scorsi, quando aveva voluto tranquillizzare la popolazione in merito alla solidità della valuta locale e spiegando che erano già al vaglio del Governo dei piani per sostenere la lira (agg. di R. G. Flore)
ERDOGAN ANNUNCIA BOICOTTAGGIO PRODOTTI USA
Rifiata la lira turca e in avvio di giornata rimbalza positivamente Wall Strett mentre i mercati europei accusano ancora le difficoltà delle ultime sedute. Come riportato da Il Sole 24 Ore, il parziale recupero della valuta interna sul dollaro non ha contribuito però a rasserenare il clima tra Ankara e Washington. Dopo l’inasprimento dei dazi su acciaio e alluminio dalla Turchia deciso da Donald Trump, questa mattina il presidente Erdogan ha annunciato:”Boicotteremo i prodotti elettronici americani. Se da un lato ci sono gli iPhone, dall’altro ci sono i Samsung (sudcoreani, ndr) e “abbiamo anche i nostri Vestel”. Erdogan ha aggiunto che “sono state prese le misure necessarie” ed è importante che “sia mantenuta un posizione politica forte”. Dunque il “Sultano” Erdogan non pare intenzionato ad arretrare: il braccio di ferro con The Donald è destinato a continuare…(agg. di Dario D’Angelo)
RISALE LIRA TURCA
Dopo il crollo record di ieri, la lira turca questa mattina registra un timido ma incoraggiante miglioramento: secondo i dati di Borsa Italiana, la moneta di Ankara viaggia col rialzo del 4%, con lo scambio a 6,52% sul dollaro dopo invece aver chiuso ieri a 6,9, in netto recupero dopo il minimo record di 7,23. Va ricordato che giovedi’ prima dell’inizio della bufera finanziaria sugli asset di Ankara il cross si attestava a 5,5. Parallelo il movimento euro/lira indicato a 7,66 (-2,5% da ieri) dai 6,26 dello scorso giovedi, spiega RadioCor sul Sole 24 ore. Nel frattempo, sulla sponda politica, Erdogan continua ad attaccare gli Stati Uniti ritenendoli responsabili della crisi economica in un “secondo tentato golpe” contro il “sultanato” del Presidente, mentre sulla Ue e sulla Russia soprattutto il leader dell’AKP cerca sponde utili per superare il crollo economico di questi giorni. Come segnala il portale esperto Start Magazine, «ora che anche l’Europa vacilla su Teheran, e non molla nel braccio di ferro sui dazi, gli interessi in comune con il Vecchio continente – che resta il primo partner commerciale di Ankara – sembrano crescere». (agg. di Niccolò Magnani)
IL RIFLESSO SULLE BORSE MONDIALI
Non si arresta l’emorragia turca della Lira, la moneta nazionale. Dopo il ribasso del 15% registratosi nella giornata di venerdì, un altro ribasso si è verificato nella giornata di ieri, con una perdita generale del 9%, che ha portato la stessa moneta della Turchia ad avvicinarsi a quota 7 nel rapporto con il dollaro. La banca centrale del paese è intervenuta con delle misure del valore di 6 miliardi di dollari, ma i mercati mondiali, come riferito dai colleghi de Il Giornale, si aspettano ben altre mosse, come ad esempio l’aumento dei tassi di interesse. Di riflesso le varie borse internazionali stanno risentendo della crisi della Turchia, come ad esempio Milano, che ieri ha chiuso in perdita con uno 0.58%, e a “perdere” sono stati in particolare i titoli delle banche, a cominciare da Unicredit (-2.58%). Intanto Erdogan continua a parlare di “complotto” nei confronti del proprio paese, e prosegue sulla sua linea, dicendo no all’austerity. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CRESCE LA TENSIONE
Ormai c’è paura attorno all’economia turca, con l’asta per l’equivalente di 600 milioni di euro di Bot, in lire turca, che è andata deserta. I titoli di Stato turchi non possono attirare fiducia da parte degli investitori. Le borse europee hanno d’altronde risposto con flessioni pesanti al crollo della lira turca, con le rassicurazioni da parte di Erdogan che in un momento così delicato non possono certo tranquillizzare chi è chiamato ad investire denaro. E’ stato un altro lunedì nero, ma per Erdogan le ipotesi di complotto non bastano per rassenerare la situazione. Il -9% della Lira dovrà dare necessariamente segnali di risveglio, altrimenti il buco potrebbe essere ancor più drammatico, finanziariamente parlando, con i titoli di Stato turchi che potrebbero essere di fatto carta straccia. (agg. di Fabio Belli)
ERDOGAN INVOCA IL COMPLOTTO
Complotto internazionale, attacco speculativo, sanzioni degli Usa: Erdogan ha invocato tutte queste ragioni per la crisi della Lira turca e in parte vi sono tutti questi elementi dietro al piccolo in discesa della moneta di Ankara che anche oggi fa chiudere le Borse Ue in “rosso” (Lira al -9%, Milano chiude a -0,58%, Londra -0,4%, Parigi -0,23%). Eppure i motivi di una larga crisi (che per ora non tocca l’economia reale turca, ancora a buoni livelli) come quella di questi giorni sono rintracciabili anche in altri campi: secondo Vittorio Da Rold sul Sole 24 ore, il terrore di essere “spodestato” dal ruolo di semi-dittatore ha fatto compiere ad Erdogan scelte e nomine incomprensibili. «Dopo il fallito golpe del luglio 2016 sono stati allontanati i personaggi più esperti e riconosciuti dai mercati per essere sostituiti da persone del «cerchio magico» ma palesemente incompetenti o stravaganti», spiega il quotidiano economico. E dunque consiglieri sbagliati aggiunti ad una economia forte ma con decisi punti deboli – come ad esempio il 33% di aziende private indebitate in valuta estera e dunque suscettibili dei rialzi di tassi Usa o Ue – rendono la crisi di oggi della moneta una realtà alquanto instabile e pericolosa, non solo per Ankara.
“ABBIAMO UN’ECONOMIA FORTE”
Mentre intanto sulle Borse europee va in scena una sorta di effetto domani che porta la valuta comunitaria sotto la soglia degli 1,14 dollari e potrebbe presto toccare il suo minimo da un anno, Recep Tayyip Erdogan va al contrattacco e dopo aver accusato gli USA di Donald Trump di aver pugnalato la Turchia, ha voluto rassicurare non solo il suo popolo ma pure i risparmiatori, garantendo che il Paese a cavallo tra Oriente e Occidente si risolleverà e che sono già stati approntati dei piani per salvare la lira turca dall’ondata speculativa. Il presidente turco ha infatti spiegato che i “fondamenti della nostra economia sono forti”, nonostante il repentino crollo della locale valuta e che il suo Governo farà tutto il possibile per risolvere la questione, ricordando che la colpa della situazione è del suo omologo americano che, a suo dire, avrebbe pugnalato alle spalle la Turchia al pari di molti che avrebbero sferrato degli attacchi social al Paese, tanto è vero che ha pure puntato il dito contro alcuni account sospetti, ritenuti responsabili di aver diffuso informazioni “false e provocatorie”. (agg. di R. G. Flore)
UE, “CONSAPEVOLI PRESUNTO IMPATTO”
La Commissione Europea valuta l’intera portata della crisi turca e fa sapere, tramite un portavoce del Presidente Junker, «Siamo consapevoli di un possibile impatto sulle banche europee per gli sviluppi sulla Lira turca. Non commentiamo i movimenti del mercato. La Commissione sta seguendo da vicino gli sviluppi sui mercati globali». Lo stesso grado di allerta era arrivato in mattinata anche dalla Bce di Mario Draghi dopo che le azioni di BNP Paribas (Francia), UniCredit (Italia) e BBVA (Spagna) – le tre banche ritenute più esposte verso il mercato turco – avevano perso oltre il 3 percento. Nel frattempo, mentre Erdogan attacca gli Stati Uniti d’America, in serata è atteso ad Ankara il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov: ufficialmente la visita riguarda la situazione in Siria ma è chiaro che il riposizionamento della Turchia in piena crisi economica, pur rimanendo Paese della Nato, potrebbe a questo punto puntare più verso Mosca che non verso Washington. (agg. di Niccolò Magnani)
ERDOGAN ATTACCA GLI USA
Continua ad ostentare sicurezza, dopo il crollo della lira turca Recep Tayyip Erdogan. Il “Sultano” anche oggi ha rassicurato la sua gente ricordando che “i fondamentali della nostra economia sono molto forti” e che in ogni caso “ci saranno altri piani” per sostenere la moneta. Erdogan, come riportato da TgCom24, ha assicurato:”Faremo il possibile per risolvere la questione” ma il messaggio più forte è stato ancora una volta quello riferito agli Stati Uniti, quelli che a detta del presidente turco sono i veri responsabili del crollo della valuta nazionale. Come riferito da La Repubblica, il “Sultano” riferendosi all’atteggiamento degli americani in questa vicenda, ha commentato:”Siamo assieme nella Nato e poi cercate di accoltellare il vostro partner strategico alle spalle. Può una cosa del genere essere accettata?”. (agg. di Dario D’Angelo)
CROLLO LIRA TURCA, “SUBITO MISURE STRAORDINARIE”
Turchia, nuovo crollo lira ma Ankara rilancia: “subito misure straordinarie”. Il governo di Recep Tayyip Erdogan sta provando a fronteggiare una crisi che sta mettendo in ginocchio l’economia turca, anche s sono già state messe in pratica le contromisure necessarie. Berat Albayrak, ministro delle Finanze, come Erdogan ha parlato di “attacco” e ha evidenziato: “Da oggi in avanti le nostre istituzioni prenderanno i passi necessari e condivideranno gli annunci con il mercato”. Il ministro ha poi evidenziato che il governo “prenderà le misure necessarie con le banche e le autorità bancarie a un passo veloce”. Nel frattempo il presidente turco è tornato oggi, lunedì 13 agosto 2018, a puntare il dito contro tutti: “Stanno tentando di fare col denaro ciò che non sono riusciti a fare con le provocazioni e il colpo di stato. Questa è chiaramente una guerra economica”.
“GUERRA ECONOMICA”
“Risponderemo a chi ha iniziato una guerra commerciale contro il mondo intero, inclusa la Turchia, virando verso nuove alleanze”, l’avviso di Erdogan come riportano i colleghi dell’Ansa. Nel mirino del presidente ci sono in particolare gli Stati Uniti: “Questo Paese non cadrà nella trappola dei tassi di interesse, che sono uno strumento di sfruttamento per rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri e coloro che dicono di affidarci all’Fmi vogliono che rinunciamo alla nostra indipendenza”, diretto al tycoon Donald Trump. Nel frattempo la Banca Centrale ha evidenziato di aver adottato delle misure al fine di “supportare la stabilità finanziaria e sostenere l’effettivo funzionamento dei mercati”, sottolinea Il Fatto Quotidiano, con l’istituto che ha comunicato di essere pronto a “fornire tutta la liquidità di cui le banche hanno bisogno” e “monitorerà da vicino il mercato e la formazione dei prezzi e assumerà tutte le misure necessarie per mantenere la stabilità finanziaria, se lo riterrà necessario”.