Proseguono ininterrotti i soccorsi nello stato del Kerala, a sud ovest dell’India, dove le piogge monsoniche hanno reso impraticabili intere aree del Paese. Venerdì, l’acqua ha raggiunto anche i motori degli aerei di Kochi, rallentando ulteriormente le operazioni. Centinaia i soldati mobilitati dalle autorità locali, che coordinano gli sforzi per mettere in salvo quanta più gente possibile. Sono numerosi gli elicotteri messi a disposizione dallo Stato, che fanno da vedetta per le centinaia di famiglie salite sui tetti a seguito dell’alluvione. Anche la Marina è impegnata nei soccorsi, e il governo del Kerala avverte del “grave rischio” di crisi a cui la popolazione va incontro. Tutti i 14 distretti amministrativi sono stati coinvolti dagli allagamenti; per ora, la maggiore incombenza resta quella delle 80 dighe che rischiano di straripare. [agg. di Rossella Pastore]



LE CONDIZIONI NON MIGLIORANO

Non è esagerato descrivere quanto si sta materializzando nello stato del Kerala, nel sud dell’India, come uno scenario apocalittico, con le inondazioni derivate dalle piogge monsoniche che hanno causato per il momento un bilancio tragico – e purtroppo destinato ad aggiornarsi – di 324 morti e 220mila sfollati, accolti in 1500 campi d’accoglienza allestiti con la massima celerità dal governo locale. E proprio l’esecutivo sta tentando di impiegare tutti i mezzi a sua disposizione per vedere di limitare i danni il più possibile e di prestare aiuto ad una popolazione messa in ginocchio dalla potenza della natura. Come riportato da Rai News, dodici squadre della National Disaster Response Force (NDRF), che comprendono circa 540 persone, si sono aggiunte alle 18 squadre già schierate a sostegno dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica messi a disposizione dal governo centrale. La brutta notizia è che le previsioni meteo non prospettano un miglioramento della situazione nell’immediato: le piogge dovrebbero iniziare a ridurre d’intensità a partire dal 19 agosto. (agg. di Dario D’Angelo)



BILANCIO MORTI IN AUMENTO

Continua a salire vertiginosamente il bilancio delle vittime delle inondazioni nello stato del Kerala, in India, causate dalla forti piogge torrenziali che, dopo oltre una settimana, finalmente si sono fermate. Le conseguenze però restano drammatiche: l’ultimo bollettino diffuso da TgCom24 parla di oltre 164 morti e oltre 150mila sfollati ora ospitati nei campi allestiti dalle autorità. Intanto la grande macchina dei soccorsi non si ferma ma anzi si sta tentando in queste ore, con ogni mezzo – elicotteri e barche – di evacuare le centinaia di persone che sono rimaste letteralmente bloccate sui tetti delle proprie abitazioni. Secondo quanto riferisce RaiNews, sono circa 10mila i chilometri di strada ritenuti inagibili e con ogni probabilità solo dopo il 19 agosto si potrà avere una maggiore certezza relativa alla fine delle pericolose piogge monsoniche. Il governo locale intanto ha fatto scendere in campo ben dodici squadre della National Disaster Response Force (NDRF) caratterizzate da oltre 540 persone e che andranno ad aggiungersi alle 18 squadre già attive e che affiancano gli uomini dell’Esercito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



INDIA IN GINOCCHIO, CITTÀ SOMMERSE

Centoquattordici morti, 150mila sfollati e 10mila km di strade distrutte o danneggiate. Bastano forse questi numeri, senza considerare le centinaia di case coinvolte, per descrivere l’immane tragedia naturale abbattutasi sul Kerala, dove le inondazioni provocate dalle piogge monsoniche hanno messo in ginocchio lo Stato dell’India. Ad aggiornare un bilancio che con il passare delle ore si fa sempre più pesante è la BBC online e l’Economic Times in India, secondo cui parti della capitale commerciale del Kerala, Kochi, sarebbero addirittura sommerse per via delle inondazioni. I soccorsi vedono impegnati l’esercito, la marina e l’aeronautica ma sono resi estremamente complicati dalle condizioni meteo. Anche per questo motivo il governo locale ha lanciato appelli alla popolazione affinché collabori e non ignori gli ordini di evacuazione. (agg. di Dario D’Angelo)

INONDAZIONI IN KERALA: 114 MORTI E 150MILA SFOLLATI

Le inondazioni causate dai Monsoni hanno provocato più di un centinaio di morti nello stato del Kerala, nella zona a sud dell’India. Le piogge monsoniche si sono abbattute da giorni in quella zona del mondo, provocando allagamenti e distruzione, ma soprattutto vittime. Stando all’ultimo bollettino riportato dall’Economic Times e citato dall’agenzia Ansa, sarebbero ben 114 i decessi, ma non è da escludere che tale numero possa salire ulteriormente. Numeri impressionanti anche per quanto riguarda gli sfollati, che stando alla BBC online sarebbero più di 150mila.

MONSONI ANORMALI

Il governo centrale è intervenuto nella giornata di mercoledì per aiutare la popolazione bisognosa, mettendo in campo tutte le forze armate, leggasi esercito, marina ed aeronautica. I danni sono immani, con 10mila chilometri di strade che sono state distrutte o danneggiate, comprese moltissime abitazioni, mentre l’aeroporto resterà chiuso fino al prossimo 26 agosto, e sia le metropolitane quanto le ferrovie sono attualmente ferme. Quest’anno le piogge monsoniche sono state anormali in India, visto che si è calcolato che è scesa il 30% in più di acqua rispetto alle altre annate.