Il cambio di rotta di Donald Trump in merito alla decisione di imporre dei dazi sulle auto importate negli Stati Uniti dall’Unione Europea, con una tariffa del 25% su ciascun mezzo ha rappresentato una minaccia a tutti gli effetti contro il sistema commerciale europeo. Tutto però sembra essere finalizzato a portare un nuovo alone di incertezza non solo sul destino dell’industria automobilistica europea. Intanto, non è chiaro comunque quando queste tariffe dovrebbero entrare in vigore. Secondo quanto riferito lo scorso martedì dal segretario al Commercio statunitense Wilbour Ross in una intervista al Wall Street Journal, pare che lo studio del Dipartimento del Commercio sulle tariffe automobilistiche non sarà pronto prima della fine del mese. Di sicuro c’è che la disputa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea continuerà a incentrarsi interamente proprio sul settore automobilistico, come già fatto intendere anche in passato dal coinquilino della Casa Bianca. Ci saranno ancora margini di trattative tra Usa ed Europa? (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SPARATA ELETTORALE, MA OCCHIO A SOTTOVALUTARE IL TYCOON

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, vuole tassare del 25% ogni automobile che dall’Europa entra negli Stati Uniti. Sparata elettorale o reale possibilità che dei nuovi dazi vengano imposti? Secondo gli esperti, a cominciare dal giornalista Giorgio Ursicino di QMotori, bisognerebbe propenderebbe più per la prima ipotesi, anche perché la volontà di tassare le automobili del Vecchio Continente è stata esternata durante un comizio in West Virginia in previsione delle elezioni di mid-term. Attenzione però a non sottovalutare il tycoon a stelle e strisce che ha sempre avuto a cuore il settore automobile, visti i moltissimi posti di lavoro e il profitto che genera. E’ evidente lo squilibrio fra le auto che dall’Europa vanno negli Usa, a quelle che compiono il percorso inverso, e di conseguenza una modifica sulle tassazioni andrà fatta. C’è però ancora ampio margine di manovra, come confermato anche dall’incontro di un mese fa con Juncker, e fra le proposte sul tavolo vi è quella della Merkel, che proponeva un azzeramento sui dazi per le auto USA che entrano in Europa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LAMBORGHINI E FERRARI SUBIREBBERO LE MAGGIORI CONSEGUENZE

Prosegue la guerra dei dazi, con a capo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Gli ultimi introdotti vanno a colpire pesantemente il mercato delle auto europee, visto che il tycoon a stelle e strisce ha deciso di applicare una “tassa del 25% su ogni auto esportata negli Stati Uniti dall’Unione europea”. Letta così sembrerebbe una vera e propria minaccia, in realtà i grossi costruttori di automobili del Vecchio Continente, leggasi Bmw, Mercedes, ma anche Ford ed FCA, hanno stabilimenti negli Stati Uniti, e di conseguenza il problema non sembrerebbe sussistere. A pagare sarebbero solo alcune case di “nicchia”, che appunto non hanno la linea produzione in nord America, come ad esempio Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi e altri marchi di lusso.



A CHI GIOVA QUESTA GUERRA COMMERCIALE?

Resta il fatto, come sottolineato anche dai colleghi di TgCom24.it, che la politica commerciale di Trump continua ad essere fin troppo aggressiva, e sta innescando un continuo batti e ribatti a suon di tasse: tu mi tassi le automobili, io ti tasso le Harley Davidson, e così via. Vi è poi la netta sensazione che alla fine a farne le spese principalmente siano solo i consumatori finali, visto che le case automobilistiche ci impiegano poco tempo ad aumentare il prezzo di vendita delle proprie auto, in base appunto ai dazi da applicare.