Come ha spiegato il Ministro dell’Interno australiano, uno dei più fieri sostenitori del “No way”, il modello di gestione dei flussi migratori nel continente oceanico e che ha praticamente reso off limits le coste del Paese, sono stati tutti arrestati i migranti a bordo della barca semi affondata che è riuscita, per la prima volta dal 2014 a oggi, a trovare una falla nel sistema di sorveglianza approntato dall’Australia contro irregolari e richiedenti asilo. Una volta sbarcati, i cittadini di origine vietnamita sono stati tutti arrestati anche se si sospetta che alcuni di loro abbiano avuto il tempo di fuggire, allontanandosi però in una zona del Queensland infestata da coccodrilli e serpenti velenosi: il loro peschereccio era infatti fortunosamente approdato a Port Douglas e ora anche la politica locale si pone il problema della prima falla accertata in un sistema che sembrava impeccabile. Intanto, dall’Italia è arrivato il commento del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che a proposito del “No Way” ha detto che è il modello a cui punta: “Evviva la civile e seria Australia!” ha concluso su Twitter il leader del Carroccio. (agg. di R. G. Flore)



FALLA NEI CONTROLLI: SARANNO ESPULSI

Una falla nel sistema di sicurezza e, idealmente, in quel modello di gestione dei flussi migratori chiamato “No way” e portato avanti da tempo dal Governo australiano che tanto affascina, alle nostre latitudini, Matteo Salvini: è stato così che, per la prima volta in 4 anni, alcuni migranti sono riusciti ad arrivare sulle coste del continente oceanico partendo addirittura dal lontano Vietnam e a bordo di una nave praticamente semi affondata. Secondo quanto si apprende da fonti di stampa locali, tutte le persone a bordo, una quindicina, sarebbero già state arrestate dalle autorità di Polizia e il Ministero degli Interni ha fatto sapere che verranno presto espulse, ma la prima crepa nel sistema di sorveglianza resta: ad ogni modo, le forze dell’ordine sono ancora attive nella zona delle coste nord-orientale del Paese dove è avvenuto l’avventuroso sbarco dato che potrebbero esserci eventuali richiedenti asilo che sono riusciti a sbarcare e a far perdere le proprie tracce. (agg. di R. G. Flore)



PRIMO SBARCO DI MIGRANTI IN AUSTRALIA IN 4 ANNI

Primo sbarco di migranti in Australia da 4 anni a questa parte. Un barcone semidistrutto proveniente dal Vietman ha attraccato nello stato del Queensland, in una zona vicina al fiume Daintree. Sfortunatamente per i profughi, lo sbarco non è stato proprio rose e fiori, visto che il gruppo si è trovato di fronte una foresta di mangrovie, ma soprattutto coccodrilli, serpenti velenosi e l’uccello casuarius, considerato molto pericoloso. Come riferito da Rainews.it, il ministro per la Polizia del Queensland, Mark Ryan, ha spiegato che fino ad ora sono stati fermati 15 passeggeri, ma ve ne sono altri dispersi il cui numero è imprecisato, forse 20.



LE PAROLE DEL MINISTRO DELL’INTERNO

Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Interno australiano, Peter Dutton, che ha ribadito la posizione dell’Australia in merito all’immigrazione: «Lavoreremo con le agenzie per garantire il rimpatrio di queste persone nel loro Paese di origine, una volta che avremo accertato i fatti. Abbiamo avuto un record di cui siamo molto orgogliosi, nel corso degli ultimi anni, e non faremo un passo indietro. I trafficanti di uomini non avranno successo a mettere le persone sulle barche per arrivare in Australia». L’Australia è considerato uno dei paesi più rigidi al mondo, e i richiedenti asilo politico che provano a raggiungere la nazione via mare vengono rispediti nei loro paesi d’origine o portati in campi isolati le cui condizioni sono pietose. Anche se la richiesta d’asilo è fondata, l’Australia non accetta i profughi.