Dopo le critiche ricevute, il quotidiano Avvenire pur specificando di avere la sicurezza dell’attendibilità dei video visionati da Papa Francesco sulle torture nei lager libici, ha voluto analizzare le contestazioni effettuate sulle foto pubblicate in merito. Il celebre sito di fat checking snopes.com, quotato a livello internazionale, ha preso in esame le foto indicate come testimonianze delle torture sui migranti in Libia: sono sette scatti, dei quali cinque sono stati incontrovertibilmente definiti non pertinenti a quanto avviene a Tripoli. Su altre due foto ci sono invece dubbi, e sono proprio quelle due foto ad essere state pubblicate dall’Avvenire. Scatti per i quali non sono state trovate prove riguardo la provenienza dalla Libia, ma essa non si può neppure escludere: troppi pochi elementi secondo l’Avvenire per parlare di fake news, senza contare l’esistenza provata dei video che chiudono di fatto la controversia sull’autenticità del materiale visionato dal Papa. (agg. di Fabio Belli)



AVVENIRE: “VIDEO SONO VERI”

Dopo l’articolo mosso ieri dall’Avvenire sui lager in Libia alcuni organi di stampa hanno attaccato il quotidiano della Cei dicendo che le foto e le immagini dei filmati erano «dei fake», mettendo dunque in dubbio che il Papa avesse visto dei video originali sulle condizioni indecenti con cui vengono trattati in migranti nei centri di detenzione libici. Oggi arriva la conferma ufficiale che smentisce le teorie “complottistiche” e annuncia di avere in mano i filmati: «Ci sono due filmati con orribili torture che pochissimi hanno visto ma che tanti hanno già deciso essere falsi. Eppure chi li ha visti, non ha dubbi: contengono immagini orrende e con protagonisti profughi. Lo si capisce da alcuni riferimenti chiari che rimandano a centri di detenzione libici. Sono quindi impubblicabili per le regole morali e deontologiche della professione giornalistica e per la nostra coscienza di cristiani». Alcuni siti di fact checking hanno analizzato le foto e sono giunti a conclusione che non “sono certi che riguardino migranti detenuti in Libia”, ma Avvenire ha prontamente risposto: «Nel creare la didascalia delle foto abbiamo erroneamente scritto che erano frame tratti dai filmati. Invece si tratta di foto, anche queste consegnate da alcuni richiedenti asilo. Cosa di cui ovviamente ci scusiamo. Ma i filmati esistono, sono drammatici e sono stati consegnati alla magistratura inquirente. Ed è di questi che parla il nostro articolo». Il Papa li ha visti e le immagini sono ora in mano ad una procura della Repubblica che li ha richiesti per indagare dopo che il Papa ha annunciato di averli visti sul aereo di ritorno dall’Irlanda. 



VIDEO DEI LAGER IN LIBIA

Quando ci si chiede il motivo per cui diversi migranti sono disposti a tutti pur di saltare sul primo barcone (spesso anche “sovvenzionato” dagli ignobili trafficanti di uomini nel Mediterraneo, ndr) e venire in Europa, forse, dovremmo anche chiederci cosa succede al di là dei confini africani, in quella Libia che da anni ormai vive una situazione del tutto incontrollabile dal punto di vista del diritto, della legge e purtroppo anche del rispetto dei diritti umani. Nastro da pacchi per tappare le bocche; frustate fino a far sanguinare il loro corpo; appesi a testa in giù per ore; sprangate al fianco; machete e pugnale per trafiggere alcune parti del corpo. E tanto altro ancora: questi sono solo alcuni dei “dettagli” presenti in quei video che Papa Francesco ha voluto vedere negli scorsi giorni e di cui ne ha poi parlato nel viaggio di ritorno dall’Irlanda. “La Libia non è un porto sicuro”, ha sentenziato il Pontefice in merito a quanto sia Minniti che Salvini hanno ripetuto nelle ultime due missioni libiche del Viminale (che pure hanno portato importanti e innegabili “buoni risultati” sul fronte degli arrivi degli immigrati nel nostro Paese). Il video non è disponibile, al momento, dato che Avvenire ha deciso di pubblicare solo alcuni frammenti di immagini (uno di questi è la foto che campeggia qui sopra, ndr) ma il Santo Padre conferma di aver visionato in più passaggi, rimanendone profondamente colpito e choccato.



“MANDARLI INDIETRO? MOLTO DIFFICILE”

«E’ stato lo stesso Pontefice ad aver chiesto, nelle scorse settimane, di vedere quelle immagini di cui aveva sentito parlare»: lo conferma oggi il quotidiano dei vescovi, Avvenire, nel mostrare alcune foto che lo documentano. I video sarebbero arrivati dal “tam tam” degli smartphone di chi è riuscito ad uscirne vivo ed è scappato da quei “centri di detenzione” che somigliano assai più da vicino a dei veri e propri lager nazisti o sovietici. «Ho visto in un video che cosa succede a coloro che sono mandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. Mandarli indietro? Ci si deve pensare bene, bene, bene», ha detto Papa Francesco ai cronisti sul volo di ritorno dal suo viaggio in Irlanda. Nell’articolo poi svolto dall’Avvenire si parla di «Uomini legati per i piedi, grondanti di sangue, umiliati, picchiati e torturati con tecniche inimmaginabili per il pensiero». Migranti torturati, gente di ogni parte dell’Africa che viene insultata e torturata per il solo fatto di essersi “permesso” di venire fino in Libia per provare a lasciare quel Continente tanto affascinante quanto drammatico.