Dopo tanti auspici, un silenzio di tomba è calato sulla Corea del Nord, che non rispetterebbe, secondo Whashington, come promesso a Singapore al programma di denuclearizzazione. Allo stesso tempo neppure gli americani hanno rinunciato a promesse come lo stop alle esercitazioni militari congiunte con la Corea del Sud, che il segretario alla difesa Jim Mattis ha detto essere solo sospese per il momento ma che riprenderanno presto. Secondo Francesco Sisci, editorialista di Asia Times, Trump nelle ultime ore ha diffuso un dispaccio in cui accusa apertamente la Cina di ostacolare il processo di pace con Pyongyang, una accusa a cui Pechino ha già risposto sdegnosamente.



La visita annunciata di Mike Pompeo in Corea del Nord è stata annullata da Trump in quanto Kim Jong-un “non rispetterebbe gli accordi sulla denuclearizzazione”. Cosa sta facendo il dittatore?

E’ proprio di queste ore un dispaccio della Casa Bianca in cui si accusa la Cina di non aiutare, anzi ostacolare il processo di pace iniziato a Singapore. Secondo l’America il problema della mancanza di progressi è che Pechino si è messa di traverso.



Cosa ha risposto Pechino?

Ci sono state dichiarazioni del ministro degli Esteri cinese il quale ha negato, dicendo che è irresponsabile fare queste dichiarazioni, e che a Pechino sono invece impegnati per ottenere la pace nella penisola coreana.

Cosa c’è di vero in queste accuse?

Il punto vero è quello di cui si parlò tempo fa. L’America vuole una pace che non dia merito alla Cina. La Cina non deve poter dire abbiamo contribuito positivamente. Quello che abbiamo visto al vertice di Singapore era indicativo: c’erano tutti, ma non c’era la Cina.

Ma si può escludere Pechino da queste trattative?



La Cina è il grande sostenitore economico e partner commerciale della Corea del Nord. Non si può fare una pace escludendo la Cina. Piuttosto non si fa la pace.

Può essere che dietro alle accuse di Trump ci sia la risposta cinese ai dazi imposti dagli Usa?

Il problema della Corea del Nord è che non può essere isolata dal contesto regionale e globale. Ma il contesto globale è oggi di tensione crescente tra Cina e Usa. In questo quadro la Cina ha interesse ad aiutare una pace in Nord Corea che porti al miglioramento dei rapporti con gli Usa, ma se questo processo è indifferente o peggiora i rapporti, la Cina non si impegnerà, anzi. Soprattutto se Pyongyang diventa alleato di secondo tipo degli Stati Uniti, Pechino non potrà accettarlo mai.

Da parecchio tempo Kim Jong-un, dopo le tante esternazioni e minacce, sta tenendo un profilo molto basso. Come mai?

Kim è stato ingabbiato. Il margine di manovra che si era allargato un anno fa adesso non c’è più, perché o obbedisce all’America, o alla Cina, o a tutt’e due, ma non può più ricattare nessuno. La situazione non è esplosiva, Kim Jong-un non ha più potere di ricatto; d’altra parte la questione non è risolta e potrebbe esplodere in qualunque momento.

La Corea del Sud che fa, che cosa dice in proposito?

Ha avuto un ruolo importante, che però può far valere solo nel momento in cui non ha la pressione americana sul collo. Anche perché al di là della retorica ufficiale la Corea del Sud è un animale diverso dalla Germania ovest durante la guerra fredda. Loro avevano milioni di profughi dall’est invece la Corea del Sud ne ha poche migliaia e non c’è nessuna politica che incoraggi la fuga, anzi. I coreani vogliono la pace, ma forse non vogliono la riunificazione e certamente non in questo momento storico.