Per la prima volta i responsabili delle maggiori agenzie di sicurezza americana, tra cui l’Fbi, hanno tenuto una conferenza stampa per avvertire dell’allarme a proposito delle infiltrazioni informatiche russe tutt’ora in atto. Cyber-interferenze per disturbare il regolare andamento delle ormai imminenti elezioni di mid term, esattamente come si pensa sia successo per le presidenziali del 2016. “La democrazia americana è a rischio”, è stato detto, “attraverso sforzi criminali per sopprimere il voto attraverso attacchi informatici contro le infrastrutture elettorali e intrusioni informatiche contro i funzionari elettorali e altri”. Nello stesso tempo, è di questi gironi la notizia della scoperta di quella che è stata definita “fabbrica di troll” al servizio della intelligence di Mosca, la Internet Research Agency, che si sarebbe inserita anche nelle nostre ultime elezioni politiche, sostenendo Lega e M5S. Ci sarebbe la Russia anche dietro gli attacchi social al Presidente Mattarella per l’opposizione a Paolo Savona come ministro dell’Economia. Ne abbiamo parlato con Andrea Margelletti, ex consulente del ministero della difesa e presidente del Ce.Si, Centro studi internazionali.
Margelletti, le intelligence americane lanciano l’allarme sulle interferenze russe nel sistema elettorale. C’è davvero dietro il regime di Putin o può trattarsi di azioni indipendenti con altre motivazioni che quelle strettamente politiche?
Bisogna distinguere due livelli in questo tipo di azioni. Il primo è quello del gruppetto di hacker composto da una decina di persone che compie azioni di vario tipo. Un’altra cosa è invece una operazione complessa con un fine strategico molto netto che ha bisogno di ben altre risorse anche in termini di capacità e questo non può che farlo un oggetto statuale cioè uno stato.
Dunque la Russia, nonostante lo scandalo delle elezioni presidenziali del 2016 continua imperterrita il suo cyberattacco?
È normale che lo facciano. Se sono riusciti a avere un ottimo risultato allora, perché non dovrebbero continuare?
Non temono nessuna ripercussione?
La Russia è un Paese che ha una strategia molto chiara, ma ha difficoltà economiche da non potersi permettere di implementare le sue ambizioni e allora usa uno strumento, quello cyber virtuale, piuttosto che costruire nuove portaerei e incrociatori. Lo sa fare non bene ma molto bene. L’Occidente essendo una democrazia, e la Russia non lo è, come sappiamo bene, è molto vulnerabile perché i sistemi democratici sono molto aperti. Lo strumento della Rete si presta benissimo a inserirsi nelle maglie aperte delle democrazie occidentali.
Invece di spendere in armamenti forse sarebbe meglio investire nella sicurezza informatica?
No, perché dipende dalle ambizioni dei singoli paesi. Ciascuna nazione ha delle priorità e poi non è vero che non si spenda. Teniamo conto che gli strumenti per la guerra cibernetica sono estremamente complessi, ma nonostante questo si fa sempre goal. Quello che si cerca di fare con i sistemi di difesa cibernetica è evitare di subire troppi goal. Le cosiddette interferenze le fanno tutte le nazioni dalla notte dei tempi. Naturalmente col passare dei secoli si sono affinati gli strumenti, ma mi fa sorridere l’ingenuità dei giornalisti quando chiedono al presidente di una nazione se sta interferendo o no. Cosa pensano che possa rispondere? Ovviamente no.
Anche l’Italia sembra essere coinvolta da questi attacchi, come si è scoperto con il caso dell’Internet Research Agency, che avrebbe creato numerosi account fake per sostenere Lega e 5 stelle, è così? Si può dire che la Russia ha interesse a destabilizzare i paesi occidentali, più che avere simpatie per Trump o i 5 stelle?
La Russia ha interessi globali e quindi non solo Washington. È un dato di fatto storico che negli anni ’70 e ’80 nel picco della guerra fredda avevamo partiti comunisti europei con numeri rilevantissimi ad esempio quello francese e quello italiano, e movimenti rivoluzionari in tutta Europa, l’onda lunga del post ’68. La Russia era più influente allora od oggi? Pensiamoci bene. Mosca ha interesse ad avere una Nato debole e divisa e un’Europa debole e divisa, le permette di avere rapporti bilaterali e non discutere con un’autorevolezza composta dalla forza di più paesi.
Dunque anche noi siamo nel mirino?
Nel mirino ci siamo tutti, questo non vuol dire che siano riusciti a fare quello che volevano, ma sul fatto che ci sia un interesse è ben evidente, l’Internet Research Agency è una realtà ben nota da moltissimo tempo a livello di intelligence.
(Paolo Vites)