Eziz Esber, lo scienziato vicino a Bashar al-Assad ucciso in Siria, era a capo di un centro di ricerche militari specializzato in armamenti del regime. A dare notizia della morte dello studioso, risultato di un attentato che lo ha colpito pochi minuti dopo essere uscito da casa, è stato prima l’Osservatorio siriano dei diritti umani, ong con base nel Regno Unito, ma poi è stata confermata anche dal quotidiano governativo ‘Al-Watan’. Ma perché la morte di Eziz Esber è così importante? Come riporta La Repubblica, il centro di ricerche siriano di cui lo scienziato era a capo (fondato nel 1969) aveva l’obiettivo di far progredire e coordinare le attività scientifiche in Siria. Il centro è considerato una struttura di eccellenza, tra le migliori in Siria, in possesso di una capacità tecnica e di attrezzature migliori rispetto alle quattro università siriane. Il SScr collaborava anche con la Commissione per l’energia atomica, connesso con le principali strutture atomiche, militari e scientifiche del Paese guidato da Assad. (agg. di Dario D’Angelo)



RIVENDICATO L’ATTENTATO

È stato rivendicato l’attentato condotto contro lo scienziato “vicino ad Assad”: il gruppo ribelle siriano affiliato a Tahrir al-Sham ha ammesso di aver condotto l’operazione per far fuori il n.1 dei programmi chimici del regime. Il gruppo terroristico è un conglomerato che comprendere, su ampia scala, anche l’ex Fronte Al Nusra, la parte siriana di quello che rimane di Al Qaeda. Come spiega l’AnsaMed, le brigate di Abu Amar hanno diffuso via Telegram un messaggio in cui rivendicavano l’atto terroristico con la spiegazione nei dettagli dell’operazione: «abbiamo usato sistemi esplosivi per uccidere Esber». Secondo quanto riporta invece l’Osservatorio siriano dei diritti umani, l’attentato è stato compiuto sabato sera per motivi legati all’assidua vicinanza dello scienziato con i regimi di Teheran e Damasco, il che conterrebbe il ruolo di antagonisti dei gruppi fondamentalisti di matrice sunnita (mentre Iran e Siria sono storicamente di tradizione sciita). 



BOMBA UCCIDE LO SCIENZIATO “DI ASSAD”

Si chiamava Aziz Esber ed era il diretto di un centro di ricerche nella provincia di Hama in Siria: è stato ucciso da una bomba la scorsa notte ancora di sconosciuta origine. Lo ha riferito oggi la Ong dell’Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria, la Ondus, che ha parlato anche di altre vittime non ben precisate: di sicuro sarebbe rimasto senza vita nell’esplosione lo scienziato sospettato dalla comunità internazionale di essere molto vicino al dittatore-presidente Assad, per il quale avrebbe gestito il programma di armi chimiche al servizio del regime siriano. Ricordiamo che il centro di ricerche diretto da Esber era situato nella località di Masyaf ed era già stato preso di mira nel settembre del 2017 da un raid aereo compiuto da Israele, anche se non vi è mai stata ufficiale rivendicazione. Era per l’appunto un centro di ricerche militari specializzati in armamenti chimici e nell’attentato di oggi già alcuni ritengono che dietro potrebbe esserci la mano di Israele o degli stessi Usa, i veri nemici del regime siriano appoggiato invece dal Presidente russo Vladimir Putin.



GUIDAVA CENTRO DI RICERCA SUGLI ARMAMENTI

Come riporta Repubblica, l’auto del generale Aziz Esber è stata colpita da una bomba alla periferia di Hama vicinissimo al centro di ricerche: «La struttura militare è stata colpita da quelli che si suppongono essere stati raid israeliani, per due volte, il 22 luglio scorso e nel settembre del 2017. E anche questa volta, fonti governative sostengono, anche sono ancora ufficialmente, che nell’uccisione dello scienziato sia coinvolta l’intelligence israelian», spiega il collega di Rep da fonti internazionali. Proprio a Masyaf l’intelligence Usa ritiene che venga prodotto il gas sarin utilizzato in alcuni attacchi chimici, mai in realtà verificati del tutto, ma centro delle più aspre politiche a livello internazionale sul destino della Siria dopo la liberazione dallo Stato islamico. Secondo la Ong dell’Osservatorio, lo scienziato esperto era molto vicino non solo ad Assad ma anche all’Iran: si stava occupando nell’ultimo periodo, della produzione di missili terra-terra a corto raggio.