E’ tensione alle stelle tra gli Usa e il Tribunale internazionale dell’Aja. Il consigliere per la sicurezza nazionale americana John Bolton, su preciso mandato del Presidente Donald Trump, ha affermato come da parte degli Stati Uniti scatteranno sanzioni se dall’Aja scatterà un indagine sulle azioni di guerra condotte da Usa, Israele ed alleati di questi paesi, soprattutto nelle calde zone mediorientali. Un attacco durissimo, mai gli Stati Uniti si erano scagliati con questa forza contro l’Aja, anche se va rimarcato come gli Usa non abbiano mai ratificato il trattato istitutivo della Corte penale internazionale, chiamata a giudicare sui crimini di guerra e contro l’umanità. Ma l’apertura di un’indagine riguardo le operazioni militare americane in Afghanistan potrebbe aprire un fronte inedito in una situazione che vede le parti già ai ferri corti.



BOLTON, PAROLE AL VETRIOLO

Washington preparava da tempo un attacco nei confronti dell’Aja, già dai primi rumors sulle indagini, e le indiscrezioni si sono rivelate veritiere con le parole al vetriolo di John Bolton: “Gli Stati Uniti useranno qualsiasi mezzo necessario per proteggere cittadini ed alleati dall’essere perseguiti ingiustamente da un corte illegittima.” Rimarcare il considerare “illegittima” la Corte penale dell’Aja sembra farina del sacco di un Trump mai tenero nei confronti del tribunale internazionale sito in Olanda. Ma quale sarebbe la strategia di “rappresaglia” degli Usa? Secondo Bolton gli Usa esigerebbero sanzioni nei confronti giudici e procuratori ai quali sarebbe impedito l’accesso negli States, arrivando anche a perseguirli penalmente nei tribunali americani. Ha tuonato Bolton: “Non collaboreremo con la Corte penale internazionale dell’Aja, non forniremo assistenza, non vi parteciperemo, lasceremo che muoia da sola. Dopotutto, a tutti gli effetti, per noi è già morta“.

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