“Il libro di Woodward è una truffa. Io non parlo nel modo in cui viene scritto nel libro, se lo facessi non sarei stato eletto presidente. Le citazioni sono tutte inventate. L’autore ha usato ogni tipo di trucco per sminuire il nostro lavoro”: poche, essenziali parole con cui Donald Trump cerca di confutare quanto è stato scritto dal giornalista che scoprì lo scandalo Watergate, aggiungendo che “Il nostro Paese sta andando alla grande”. E prossimamente, ha detto in un altro post, potrebbe scrivere lui stesso un libro su di lui. Woodward si è già difeso nelle scorse settimane dicendo che Trump ha rifiutato ogni richiesta di essere intervistato e dire dunque la sua opinione. C’è la registrazione di una telefonata tra i due, resa pubblica dal Washington Post, in cui il presidente americano dice di non aver mai ricevuto richieste di intervista. E c’è una ammissione: l’assistente alla Casa Bianca Kellyanne Conway ha ammesso alla Nbc di “non aver mai informato direttamente Trump delle richieste di Woodward” (Agg. Paolo Vites)



CELLULARI VIETATI

Cellulari vietati alla Casa Bianca. I collaboratori stretti del presidente Donald Trump saranno obbligati a lasciare i propri smartphone in appositi armadietti posizionati nei pressi della situation room. A darne notizia è stata la Cnn, che racconta di come questa policy sia stata attuata a seguito dell’episodio con protagonista Omarosa Manigault Newman, ex collaboratrice di Trump, che registrò il capo di gabinetto John Kelly nella Situation Room mentre la stava licenziando. Per evitare che possano essere effettuate nuove registrazioni “moleste”, soprattutto in merito ad informazioni classificate come top secret, la casa bianca ha deciso di attuare questa nuova norma.



TRUMP VS WOODWARD

Un inasprimento delle regole che è arrivato anche a seguito della fuga di notizie delle ultime settimane, come testimoniano dal libro di Bob Woodward in uscita oggi, e il successivo editoriale “scandalo” del New York Times. Trump negli ultimi giorni ha utilizzato spesso e volentieri il proprio profilo Twitter per cercare di screditare il lavoro svolto dal due volte premio Pulitzer, definendo il tutto come una barzelletta e un’aggressione, e aggiungendo che molte delle persone citate dallo stesso Woordward “sono fiction”. Il tycoon ha inoltre voluto difendere a spada tratta il proprio operato e quello della propria amministrazione, smentendo quindi il quadro disegnato dallo stesso giornalista, che parlava di “gabbia di matti”