Inizia oggi una giornata molto importante in tema di politica dell’Unione Europea. Nelle prossime ore gli europarlamentari saranno infatti chiamati ad esprimere il proprio parere in merito alle violazioni, o presunte tali, da parte dell’Ungheria in tema di immigrazione. Un voto che dovrebbe spaccare in due il governo, con la Lega compatta a fianco del premier magiaro Orban, e dall’altra, il Movimento 5 Stelle, che invece si è schierato sempre contro il leader della nazione dell’est Europa. A riguardo, autorevoli fonti grilline, hanno riferito all’agenzia Adnkronos: «Nel report Sargentini (l’ultimo rapporto presentato dall’europarlamentare olandese contro l’Ungheria ndr) si indicano gravi violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini ungheresi e non solo, ma anche nei confronti di minoranze come quella ebrea. Il voto – concludono – sarà dunque nel merito e non politico, viene infine puntualizzato». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MS5 E LEGA DI NUOVO DIVISI

Quel che è ormai chiaro è che il voto all’Europarlamento riguardo le sanzioni e l’articolo 7 che potrebbe scattare nei confronti dell’Ungheria ha diviso di nuovo, come in campagna elettorale, due fronti della politica italiana che avevano trovato grandi punti in comune con la formazione del Governo gialloverde. Si ricompatta infatti il fronte del centrodestra, con gli eurodeputati di Forza Italia e Fratelli d’Italia che si allineeranno alla decisione della Lega di votare no alle sanzioni per Budapest. Di tutt’altro parte il Movimento 5 Stelle, con gli eurodeputati pentastellati che voteranno invece sì per punire l’intransigenza di Orban sul tema immigrazione. L’esito della votazione potrebbe a questo punto avere ripercussioni anche sui rapporti all’interno del Governo, col fronte della maggioranza che potrebbe rivelarsi meno solido di quello, ricostituitosi sul tema Orban, del centrodestra. (agg. di Fabio Belli)



PPE OPTA PER LIBERTA’ DI VOTO

Sulla votazione di domani all’Europarlamento riguardo le sanzioni da infliggere all’Ungheria di Orban, il Partito Popolare Europeo ha ha stabilito libertà di coscienza, come annunciato dal leader del PPE Manfred Weber: “Non abbiamo raggiunto un compromesso nei popolari sull’Ungheria ed è per questa ragione che domani nel Ppe ci sarà libertà di voto sull’articolo 7. Da parte mia voterò a favore dell’attivazione dell’articolo 7, se c’è volontà al compromesso da parte dell’Ungheria, allora possiamo continuare con il dialogo, ma oggi in plenaria non ho visto questa volontà da parte del primo ministro ungherese di contribuire a una soluzione“. Il discorso di Orban di martedì sembra aver di fatto chiuso la porta ad una mancata attivazione delle sanzioni e dell’articolo 7 nei confronti di Budapest. (agg. di Fabio Belli)



“APPOGGIO A SALVINI AL 100%”

Viktor Orban non ci sta a piegarsi a quella che ha definito una “vendetta” da parte delle “forze pro-immigrazione” in Europa e al Parlamento di Strasburgo rivendica con orgoglio la volontà dell’Ungheria di difendere le proprie frontiere. E tra gli alleati più saldi del leader di Fidesz c’è oggi certamente l’Italia, o almeno una sua parte, quella che si richiama al centrodestra. Salvini, Berlusconi e Meloni hanno assicurato il loro sostegno al premier ungherese sul rapporto Sargentini, e proprio al Belpaese ha dedicato un passaggio del suo intervento il premier ungherese. Come riportato dall’Ansa, Orban ha dichiarato:”Sulla migrazione sono disposto a cooperare con qualsiasi governo che vuole difendere le frontiere, non è per me una questione partitica, e devo dire che mi tolgo il cappello di fronte agli italiani per il coraggio che stanno avendo e hanno avuto per quanto hanno fatto”. Un concetto ribadito anche in conferenza stampa:”Il mio rapporto con Salvini ha un carattere non partitico, noi collaboriamo a livello di governo. Salvini è il ministro degli Interni ed è molto deciso e risoluto a proteggere le frontiere, io lo appoggio al 100%”. Anche un modo per non mancare di rispetto all’amico Berlusconi, compagno di Orban nella famiglia dei Popolari Europei a dispetto di Salvini. (agg. di Dario D’Angelo)

ORBAN, “UNGHERIA NON ACCETTA MINACCE E RICATTI”

In un primo momento ha parlato di “verdetto già scritto” con un video-post su Facebook, antipasto di quello che poi avrebbe detto di fronte all’auditorio del Parlamento Europeo di Strasburgo, chiamato a decidere se comminare o meno delle sanzioni all’Ungheria. “Il mio intervento non vi farà cambiare opinione, ma sono venuto lo stesso” ha attaccato il premier magiaro Viktor Orban, spiegando che l’Europa non condannerà un Governo ma una nazione che da mille anni è membro della grande famiglia del continente. “Sono qui per difendere la mia patria” ha detto il primo ministro, ricordando come a suo dire la condanna all’Ungheria sia dovuta alle politiche sull’immigrazione decise dal suo esecutivo, prima di sottolineare che “noi però non accetteremo minacce e ricatti da parte delle forze pro-immigrazione e, se necessario, difenderemo le nostre frontiere dall’immigrazione clandestina” ha concluso Orban, arrivato a Strasburgo sull’onda di un mandato popolare e del sostegno di chi ha dato i voti a Fidesz di difendere le frontiere ungheresi, dal momento che solo il popolo magiaro può decidere con chi vivere, senza diventare “un Paese di immigrazione”. Parole dure che trovano l’appoggio di Matteo Salvini, rinfrancato dal fatto che a votare no alle sanzioni questa volta la Lega non è sola ma ha ricevuto l’appoggio di Forza Italia, mentre si verifica la prima spaccatura, seppure in seno all’Europarlamento e non a Montecitorio, col Movimento 5 Stelle che ha annunciato già di essere favorevole a punire Orban, uno dei principali alleati della Lega in ottica sovranista. (agg. di R. G. Flore)

ORBAN, “VERDETTO SCRITTO”

Le sanzioni comminate dall’Unione Europea nei confronti del suo Paese hanno contribuito a scavare il primo, vero solco all’interno del Governo italiano tra Movimento 5 Stelle e Lega, mentre hanno riavvicinato Forza Italia a Matteo Salvini, con quel “no” che certamente sarà stato accolto con favore dal leader del Carroccio. Nella giornata in cui il premier Viktor Orban, commentando le sanzioni votate dall’Europarlamento, parla di “verdetto già scritto” e di vendetta di Bruxelles contro le politiche sull’immigrazione di Budapest, in Italia esplode la polemica a livello politico. In attesa ora di un commento dello stesso Ministro degli Interni in merito a una decisione contro cui si era espresso più volte, il suo alleato Orban non si è dato comunque per vinto e in un video postato sul proprio profilo Facebook ha spiegato che l’Ungheria non sarà piegata dalle suddette sanzioni e che “noi non diventeremo una nazione di immigrazione”. (agg. di R. G. Flore)

LA MOSSA DI BERLUSCONI

Secondo fonti riportate da Forza Italia, Silvio Berlusconi ha chiamato il premier ungherese Viktor Orban annunciandogli che gli eurodeputati azzurri avrebbero votato contro la richiesta di attivazione dell’articolo 7 del trattato Ue per «rischio di violazione dello stato di diritto» in Ungheria. «Ad Orban Berlusconi ha confermato la sua amicizia e l’appoggio al partito del premier ungherese Fidesz che fa parte del gruppo Ppe al parlamento Ue», spiega l’Ansa in un dispaccio da Bruxelles pochi istanti fa. In questo modo, non solo Berlusconi riafferma la centralità del progetto europeo del suo partito ma dà un aiutino a Salvini non lasciandolo “solo” con la Meloni nel sostenere l’insostenibilità delle sanzioni contro Orban. Non solo, così facendo l’anziano leader prova a “minare” le certezze del Governo gialloverde che si riscopre ancora in opposizione tra le forze di maggioranza su tematiche che riguardano l’Europa. «Sanzionare l’Ungheria perché si rifiuta di essere invasa da immigrati clandestini è semplicemente follia. Siamo al fianco di Viktor Orban e del popolo ungherese. Non è Orban a tradire i valori fondanti della Ue ma chi in Ue spalanca le porte all’immigrazione incontrollata, umilia i diritti dei popoli e nega la sovranità delle Nazioni», ha spiegato la presidente FdI Giorgia Meloni. Insomma, un Centrodestra “riunito” almeno per un giorno: basterà per “minare” le convinzioni “legastellate”? (agg. di Niccolò Magnani)

ORBAN: “VENDETTA CONTRO UNGHERIA”

Viktor Orban tuona contro il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria per il “rapporto Sargentini” – dal nome della europarlamentare olandese dei Verdi Judith Sargentini – chiamato a votare sull’opportunità di avviare o meno la procedura dell’articolo 7 del Trattato per violazione dei diritti fondamentali dell’Ue da parte dell’Ungheria. Il premier di Budapest, come riportato da La Stampa, prima del suo intervento aveva parlato sui social di “verdetto scritto”, preannunciando una condanna del suo Paese. E le parole di Orban, sostenuto in Italia da Lega e Forza Italia ma non dal M5s, non sono cambiate neanche a Strasburgo:”Solo noi possiamo decidere con chi vivere e come gestire le nostre frontiere abbiamo deciso di difendere l’Ungheria e l’Europa e non accettiamo che le forze pro-migrazione ci ricattino. Ma noi difedneremo le nostre frontiere anche contro di voi se sarà necessario”. Orban ha poi parlato apertamente di vendetta europea nei confronti degli ungheresi:”Si vuole escludere un Paese che ha espresso una posizione chiara, capisco che i liberali non sono contenti del nostro successo, ma vendicarsi con gli ungheresi perché non hanno votato per loro non va bene”. (agg. di Dario D’Angelo)

LEGA VOTA PRO-ORBAN, M5S CONTRO

Ue, M5s: “votiamo sanzioni a Orban”, scontro con la Lega. La situazione dell’Ungheria alimenta il già vibrante clima di tensione all’Interno del Governo gialloverde: sul tavolo dell’Europarlamento a Strasburgo c’è infatti il dossier “per prevenire i rischi di gravi violazione dei valori europei” da parte di Budapest. Nel mirino il leader sovranista Viktor Orban, con l’esecutivo nostrano che si spacca: la votazione è in programma domani pomeriggio ma il Movimento 5 Stelle ha già chiarito di essere a favore delle sanzioni. Fonti pentastellate hanno confermato a Repubblica che il movimento è nettamente contro il premier ungherese, difeso a spada tratta dal segretario federale della Lega Matteo Salvini: “”L’Europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi eletti, soprattutto se vogliono controllare un’immigrazione fuori controllo”, le sue parole riportate da Il Giornale.

SALVINI: “EUROPARLAMENTI NON PROCESSI I POPOLI”

“Nessun problema, ognuno è libero di scegliere cosa fare: la Lega in Europa sceglie la libertà”, la replica di Matteo Salvini sull’orientamento sul capitolo Ungheria del Movimento 5 Stelle. C’è grande attesa a Strasburgo su uno dei temi più dibattuti degli ultimi mesi, con Viktor Orban che ha già sottolineato i suoi presagi: “Il giudizio contro di noi è già scritto”. Nel mirino dell’Unione Europea in particolare le politiche adottate nei confronti di media, università e giudici. Nonostante le smentite, il governo si divide ancora una volta e la tensione resta. Forza Italia ha già fatto sapere che voterà contro le sanzioni all’Ungheria, proprio come il Carroccio, mentre il M5s si allineerà al Partito Democratico: “Sta per cominciare al @Europarl_IT la discussione sulla situazione in #Ungheria, dove #Orban mette a rischio lo stato di diritto e non rispetta i valori fondativi dell’#UE. Votiamo sì alle sanzioni!”, il commento su Twitter di Cecile Kyenge.