Necessario un rafforzamento della guardia costiera e di frontiera per Juncker, fino ad arrivare a 10mila unità entro il 2020 e una agenzia per l’asilo. Sono le proposte del presidente della Commissione europea pronunciate ieri davanti all’Europarlamento. Inoltre nuova alleanza tra Europa e Africa per creare almeno 10 milioni di posti di lavoro in Africa nei prossimi 5 anni (Agg. Paolo Vites)



LA TELEFONATA A CONTE

Emergono ulteriori dichiarazioni da parte del presidente del consiglio europeo, Jean-Claude Juncker, in merito al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Stando al massimo esponente dell’UE, i continui attacchi del vice-premier nei suoi confronti e nei confronti dell’Europa “non aiutano l’Italia”. Inoltre, aggiunge Juncker: «Non vedo una sola ragione per cui il Ppe possa sviluppare una relazione con Salvini. Abbiamo già Orban ed è abbastanza». Il politico lussemburghese ha svelato ad una serie di giornalisti, fra cui quelli de La Stampa, di aver chiamato il premier Giuseppe Conte al telefono nella serata di ieri: «Abbiamo parlato di ciò che avrei detto oggi – ha confessato – in Italia, parte del governo temeva che attaccassi fortemente l’esecutivo. Credevano che io volessi reagire nello stesso modo in cui l’Ue e la Commissione vengono attaccate dal governo». Quindi Juncker racconta di aver ricordato al Primo Ministro tutte le volte che l’Europa ha aiutato l’Italia, chiudendo con una battuta già fatta precedentemente dal commissario Ue Oettinger: «Non è colpa della Commissione se un ponte è crollato a Genova. Nel bilancio europeo ci sono i soldi per le infrastrutture e bisogna usarli tutti, fino all’ultimo centesimo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“ALLIBITO DA CONTINUI ATTACCHI DI SALVINI”

L’Unione Europea e l’attuale governo italiano non sono proprio in sintonia. Spesso e volentieri il ministro dell’interno, Matteo Salvini, e quello del lavoro, Luigi Di Maio, hanno lanciato frecciate nei confronti dell’Europa, a loro modo di vedere, troppo pretenziosa rispetto a quanto offerto all’Italia. Un rapporto non idilliaco di cui è a conoscenza anche il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che incontrando oggi a Strasburgo la stampa internazionale, ha ammesso: «Sono del tutto allibito dai continui attacchi di almeno uno dei due vicepremier italiani e dalla retorica” politica di “parte della coalizione del governo». Juncker parla direttamente di Salvini: «Ha affermato che in campagna elettorale ogni volta che apro bocca, lui guadagna voti. Io non voglio essere utile a lui,ma utile all’Italia». Infine un commento sul presidente del consiglio: «Con il premier Conte, il mio amico Giuseppe, non ho problemi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“L’EUROPA RESTI UN CONTINENTE DI APERTURA”

Juncker ha le idee molto chiare su quello che l’Europa dovrebbe essere. “L’Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre, non sarà mai un’isola, resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi”, ha asserito nel corso del discorso sullo stato dell’Ue, definendo la stessa Unione Europea “guardiano della pace”. Quindi un monito, quello di smettere di trascinare il suo nome nel fango. Juncker ha quindi bocciato quel “nazionalismo che distrugge e cerca colpevoli anziché cercare soluzioni”. E conscio delle tante imperfezioni della nostra Unione europea, l’intento di Juncker è quello di renderla sempre più perfetta con il passare del tempo. Pur amando fortemente il suo Paese, inoltre, il presidente della Commissione Ue si è detto comunque non in grado di detestare gli altri: “Continuerò ad essere un patriota illuminato”, ha proseguito, ribadendo poi il suo concetto di Europa come “progetto di pace”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

STATO DELL’UNIONE: “EURO SIA VALUTA GLOBALE”

Tornando sul passaggio della lotta contro ogni intolleranza, il Presidente uscente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha spiegato nel dettaglio: «Vorrei che respingessimo il nazionalismo malsano e abbracciassimo il patriottismo illuminato. Non dovremmo mai dimenticare che il patriottismo del 21° secolo è duplice: sia europeo che nazionale, con uno che non esclude l’altro. Amare l’Europa è amare le sue nazioni. Amare la tua nazione è amare l’Europa. Il patriottismo è una virtù. Il nazionalismo incontrollato è pieno di veleno e inganno. Dobbiamo rimanere fedeli a noi stessi». Passando poi al capitolo sull’Euro e sulle sfide future della moneta unica europea, il discorso sullo Stato dell’Unione ha concentrato l’affondo sul piano energetico, non la prima volta in questi anni per Juncker sempre molto sensibile al tema: «E’ assurdo che l’Europa paghi l’80% delle sue importazioni di energia, dal valore di 300 miliardi di euro l’anno, in dollari statunitensi, quando soltanto il 2% circa dell’import energetico arriva dagli Usa». (agg. di Niccolò Magnani)

SULL’ORA LEGALE: “VA ELIMINATA“

Fra le questioni pregnanti della plenaria di Strasburgo, dove il presidente della commissione europea, Juncker, ha tenuto il discorso sullo stato dell’Unione, anche il cambio dell’ora legale. Un recente sondaggio su base europea ha evidenziato come la maggior parte dei cittadini sia contraria all’ora legale, e preferirebbe che restasse la solare per tutto l’anno. Juncker ha voluto dare voce ai cittadini: «Gli europei nel 2019 non ci applaudiranno se due volte l’anno sulla base delle norme europee dobbiamo cambiare l’ora. Il cambiamento dell’ora deve essere eliminato. Gli Stati membri devono decidere loro stessi se i loro cittadini devono vivere con l’ora legale o l’ora solare. Mi aspetto che il Parlamento e il Consiglio lo riconoscano e facciano in modo che ci siano soluzioni regionali conformi al mercato unico». Confermate quindi le indiscrezioni delle ultime settimane, in merito all’autonomia dei paesi membri, sulla decisione di quale ora adottare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“CONTRARIO ALLE FRONTIERE INTERNE”

Questa mattina si è tenuto il discorso sull’Unione da parte del Commissione dell’UE, Jean-Claude Juncker, alla Plenaria a Strasburgo. Tanti i temi affrontati dal leader europeo fra cui la questione migranti, immancabile di questi tempi. Juncker ribadisce la propria posizione e quella dell’UE, sottolineando che «Resto contrario alle frontiere interne, laddove sono state create devono essere eliminate. I nostri sforzi hanno portato a dei risultati con meno profughi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tuttavia gli Stati membri non hanno ancora trovato un rapporto giusto fra la responsabilità dei singoli paesi e la necessaria solidarietà, che deve essere dimostrata se vogliono mantenere lo spazio Schengen senza confini». Parole che sembrano indirizzate all’Italia, che negli ultimi mesi ha radicalmente cambiato la propria politica sui profughi, chiudendo i porti alle ong e chiedendo maggiore rispetto dagli altri stati membri. Juncker non annuncia ufficialmente la polizia europea, come scriveva El Pais pochi giorni fa, ma ha proposto «Un rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea fino a 10mila unità da qui al 2020 ed un’agenzia europea per l’asilo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“NO AL NAZIONALISMO CHE ODIA”

Ue, Jean-Claude Juncker: “No al nazionalismo che odia gli altri”, lungo intervento del presidente della Commissione dell’Unione Europea all’assemblea plenaria dell’Europarlamento, in programma oggi, mercoledì 12 settembre 2018, a Strasburgo. Juncker ha affermato: “Rispettiamo meglio l’Unione Europea e non sporchiamo la sua immagine: cerchiamo di difenderla e diciamo sì al patriottismo e no al nazionalismo esagerato che detesta gli altri e cerca di distruggerli”. Parole chiare e forti per Juncker, che ha successivamente aggiunto: “L’Europa deve essere un continente di apertura e di tolleranza: non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre. Non sarà mai un’isola: l’Europa resterà multilaterale e non sarà un pianeta che appartiene a poche persone”.

UE, IL MONITO DI JEAN-CLAUDE JUNCKER

Il presidente della Commissione Ue ha colto l’occasione per ricordare che “ogni volta che l’Europa parla con una sola voce, riesce ad imporsi agli altri”. E a testimonianza di ciò, l’invito è quello di “agire come un fronte compatto, lo abbiamo dimostrato quando abbiamo difeso con forza l’accordo sul clima di Parigi”. Ed è necessario mantenere l’unità, analizza Jean-Claude Juncker: “Le sfide esterne si stanno moltiplicando e non possiamo mollare la presa: dobbiamo costruire un’Europa più unita e più forte”. E c’è ancora della strada da fare: “Gli allargamenti per me restano un successo, conciliando geografia e storia, ma restano ancora degli sforzi da fare”. E a tal proposito ha sottolineato il numero uno della Commissione Ue: “Dobbiamo definire in maniera definitiva l’adesione all’Unione Europea dei paesi dei Balcani Occidentali: altrimenti gli altri si assumeranno il compito di dare forma ai nostri vicini”.