Le Borse Europee stanno tenendo, resistendo alla guerra commerciale Cina-Usa almeno per questi primi giorni di “nuovo” scontro sull’asse Trump-Pechino. «Previsto un avvio poco sopra la parità per le borse Ue dopo che i mercati azionari asiatici hanno snobbato l’escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina e il Giappone è stato sostenuto anche dallo yen debole (Nikkei +1,1%)», scrive Milano Finanza poco fa. Se sul fronte dei mercati la situazione ancora non è degenerata, nei vari settori che potrebbero essere “lambiti” dalla guerra americana cinese si guarda con sospetto alla replica durissima di Xi Jinping: «Come avevamo previsto, i dazi aprono la strada a nuove misure di ritorsione. Una prolungata guerra commerciale ridurrebbe il potenziale di crescita dell’economia su scala mondiale e inciderebbe sul normale andamento dei rapporti di cambio tra le principali valute, con il risultato di alterare artificialmente la competitività delle merci», spiega il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, dal Global Forum in corso a Pavia. (agg. di Niccolò Magnani)



LA CINA REPLICA A TRUMP

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha istituito nuovi dazi nei confronti dell’import cinese, che vanno a colpire ben 200 miliardi di dollari di merce “Made in China”. Inizialmente i prodotti saranno tassati al 10%, ma a partire dal prossimo anno la tassazione salirà al 25. Quasi obbligatoria la reazione di Pechino, pronta alla contromossa nei confronti dei prodotti realizzati negli States. «Non accettiamo l’azione unilaterale sul commercio e il protezionismo degli Stati Uniti», le parole di Geng Shuang, il Ministero degli Esteri, che preannunciano l’introduzione di dazi fra il 5 e il 10%, nei confronti di sessanta miliardi di dollari di merce fabbricata negli Stati Uniti, a partire dal prossimo 24 settembre, lo stesso giorno in cui entreranno in vigore le “tariffe” Usa di cui sopra. Pechino afferma di «non avere altra scelta per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi e l’ordine globale del commercio». Le nuove tariffe colpiranno 5200 prodotti, fra cui il caffè, il miele e i prodotti chimici. A questo punto si attende la controreazione di Trump. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ESCLUSI I PRODOTTI APPLE

Dai prodotti cinesi sottoposti a dazi per nuovi 200 miliardi dollari l’amministrazione Trump ha escluso gli Apple Watch e gli AirPods prodotti e assemblati in Cina. Una misura volta ad evitare anche l’aumento di prezzo dei prodotti della casa di Cupertino che giorni fa aveva lanciato l’allarme rispetto al rischio di nuove sanzioni imposte a Pechino. E dire che nei giorni scorsi tramite Twitter il tycoon newyorchese aveva sfidato apertamente la Apple:”I  prezzi di Apple potrebbero aumentare per effetto dei massicci dazi che potremmo imporre alla Cina, ma esiste una facile soluzione in cui vi sarebbero ZERO tasse e un incentivo fiscale. Fabbricate i vostri prodotti negli Stati Uniti invece che in Cina. Iniziate adesso a costruire nuovi impianti. Sarebbe emozionante!”. A distanza di qualche giorno lo stralcio di circa 300 prodotti da quelli cinesi tassati: Apple è in salvo, i consumatori pure. (agg. di Dario D’Angelo)



TRUMP, “UN SACCO DI SOLDI TORNERANNO NEGLI USA”

Donald Trump è convinto di aver fatto la scelta giusta (come sempre) decidendo di imporre nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi di dollari. Migliaia di prodotti di largo consumo importati dalla Cina negli Stati Uniti a partire dal 24 settembre saranno tassati del 10% e dal primo gennaio 2019 addirittura del 25%. Il presidente Usa ieri ha dichiarato:”Un sacco di soldi torneranno in America grazie ai miei dazi”. L’inquilino della Casa Bianca, come riportato da Il Sole 24 Ore, ha spiegato come si è arrivati ad una decisione formalizzata ieri ma ampiamente annunciata:”Per mesi abbiamo chiesto alla Cina di modificare le sue pratiche commerciali sleali, e di concedere un trattamento equo sulla base della parità di condizioni alle aziende americane. Siamo stati molto chiari sul tipo di cambiamenti che devono essere apportati e abbiamo dato alla Cina ogni opportunità per trattarci in modo più equo. Ma, finora, la Cina non ha voluto cambiare le sue pratiche”. (agg. di Dario D’Angelo)

TRUMP, NUOVI DAZI PER 200 MILIARDI CONTRO LA CINA

Prosegue la guerra commerciale fra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Nel corso della notte italiana l’amministrazione di Donald Trump ha annunciato altri dazi nei confronti di una serie di prodotti “Made in China”. Un totale di 200 miliardi di dollari di merce, che rappresentano circa un terzo dell’intera quantità di beni che i cinesi importano nella nazione a stelle e strisce. Le nuove tariffe, come riporta TgCom24.it citando la Casa Bianca, scatteranno a brevissimo, al 24 di questo mese: fino alla fine dell’anno saranno pari al 10%, per poi crescere al 25% dal 2019 in avanti.

CINA PRONTA ALLE CONTROMOSSE MA…

Con l’introduzione dei nuovi dazi, gli Stati Uniti raggiungo la strabiliante quota di 505 miliardi di dollari di prodotti cinesi tassati. Fra i nuovi beni interessati dai dazi, vi sono in particolare i condizionatori, i mobili, le lampade e infine le candele dei motori di auto, moto e camion. Ovviamente la Cina non ha preso bene le nuove tassazioni, e le due nazioni stanno trattando per evitare in particolare che si passi dall’attuale 10% al 25% dell’anno venturo. La Cina ha inoltre preparato le contromisure, una rappresaglia su 60 miliardi di prodotti USA importanti in oriente, ma Trump non ci sta, ed è pronto ad altri 267 miliardi di dazi, con il rischio che ogni prodotto “Made in China” importato negli Stati Uniti sia praticamente tassato.