Un Ilyushin-20 dell’aeronautica russa è stato abbattuto, l’altra notte, dalla contraerea siriana, causando la morte di 15 soldati russi. Ma per il ministero della Difesa di Mosca, l’aereo è stato centrato dai missili S-200, di fabbricazione russa, a causa della presenza di quattro F-16 israeliani, che si sono fatti scudo proprio con l’Ilyushin. Una condotta che Mosca ha subito definito “ostile”, tanto da minacciare “misure adeguate” contro Israele, colpevole di non aver avvertito in anticipo la Russia circa l’operazione prevista. L’avvertimento è arrivato un minuto prima dell’inizio dell’attacco, il che – si legge in una nota del ministero – “non ha lasciato il tempo per spostare l’aereo russo in un’area sicura”. Alla luce di questo episodio, c’è dunque il rischio di una nuova escalation nel teatro militare siriano? Per Carlo Jean, “no, a parte qualche escalation verbale, non c’è il pericolo di uno scontro diretto, perché la Russia si guarda bene dall’intervenire direttamente contro Israele, sapendo che Israele nell’area del Medio Oriente è ben più potente. I russi sanno che potrebbero subire perdite pesanti”.
Come valuta l’episodio dell’aereo abbattuto?
Sicuramente c’è un accordo tra Israele e Russia che non verrà modificato da questo fatto, resterà blindato.
Perché?
Perché molto probabilmente gli stessi russi non avranno comunicato la presenza del loro velivolo nell’area, nè a Israele, nè alla contraerea siriana.
Perché i jet israeliani erano in azione? C’è chi dice per colpire un’area tra Latakia e Homa, dove l’Iran sta installando una base per il lancio di missili terra-terra…
È molto plausibile, perché l’Iran da tempo sta fornendo missili alla Siria e proprio attraverso la Siria questi missili arrivano anche a Hezbollah. Israele da tempo è impegnata in bombardamenti per colpire questi obiettivi. Molto probabilmente la contraerea siriana non era a conoscenza della presenza dell’Ilyushin e davanti all’attacco dei jet israeliani ha risposto con la contraerea.
Quindi anche i russi hanno una loro fetta di responsabilità?
Certamente. Oppure si può parlare di responsabilità dei comandi siriani che non hanno avvisato le loro unità operative.
Israele si è mosso anche per interposta persona, cioè per gli interessi americani nell’area?
Assolutamente no. Israele fa sempre per conto suo.
La Russia ha minacciato di “adottare misure adeguate”. Che cosa dobbiamo aspettarci?
Se ci saranno, e ci saranno, nuovi attacchi di jet israeliani contro basi siriane la contraerea russa entrerà in azione. Specie dalla base di Tartus, dove i russi dispongono di missili F 400, che hanno una gittata di qualche centinaia di chilometri, quindi possono coprire il territorio siriano.
Nel Mediterraneo, intanto, si fronteggiano le forze navali statunitense e russa. Potrebbe esserci qualche “collisione”, qualche incidente o scontro?
C’è sempre la possibilità di un errore, ma incidenti tra forze navali sono molto difficili, perché le navi sono mezzi ben visibili. Non scordiamoci, poi, che un attacco a una nave equivale a un attacco al territorio nemico. Quindi si guardano bene dal farlo, si potrebbe innescare un’escalation troppo pericolosa. E poi gli americani, per reazione, potrebbero rafforzare i loro aiuti militari all’Ucraina, un altro fronte caldo per Mosca, proprio in chiave anti-russa.
Dopo l’accordo tra Erdogan e Putin per non attaccare Idlib, come evolverà la situazione in Siria?
L’attacco a Idlib continuerà via terra, con l’esercito di Assad che è sicuramente più forte delle resistenze che potranno opporre gli insorti, ma non avrà l’appoggio aereo di Mosca.
Non teme che potrebbero intervenire altre potenze straniere presenti sul territorio siriano?
A mio parere, è al momento altamente improbabile, perché nessuno ha interesse a provocare un conflitto tra Usa e Russia in Siria. Nessuno vuole entrare appieno nel labirinto siriano.
(Marco Biscella)