Oltre a suscitare una risata di tutta l’Assemblea dell’Onu quando ha detto che “la mia amministrazione ha ottenuto più di ogni altra amministrazione nella storia”, Trump non ha detto alcuna novità sulla sua linea internazionale. Soprattutto sull’Iran: “Gli Stati Uniti sono pronti a imporre nuove sanzioni sull’Iran che deve rimanere isolato fino a che continuerà a sostenere il terrorismo e finché le sue aggressioni continueranno”, ha detto. Tutto questo quando, per la prima volta dopo un tempo lunghissimo, l’Unione Europea ha dichiarato la sua intenzione di continuare a commerciare con l’Iran “introducendo un nuovo sistema di pagamento per aggirare le sanzioni americane e senza dipendere dal dollaro”. Ne abbiamo parlato con Carlo Jean.
Il fatto che l’Unione Europea, finalmente, prenda posizione contro gli Stati Uniti proprio mentre Trump ribadisce la sua ostilità nei confronti dell’Iran, rappresenta una novità, è l’inizio secondo lei di un nuovo corso?
Possiamo dire di sì, ma è un qualcosa che non avrà alcuna conseguenza perché l’Unione Europea non è in grado nel modo più assoluto di abbandonare l’area del dollaro. Teniamo poi conto che le più importanti aziende che erano presenti in Iran come la Total, l’Eni, la Peugeot si sono già ritirate.
Federica Mogherini ha parlato di un sistema per aggirare sanzioni americane e di indipendenza dal dollaro, le sembra fattibile?
Quello che vorrebbe fare l’Europa è trovare una sorta di meccanismo finanziario per fare in modo di non dover dipendere dal dominio che esercitano le banche e le compagnie di assicurazione americane. Personalmente sono convinto che non ce la farà.
Perché?
E’ un tentativo che non avrà risultati anche se sarà sostenuto da Cina e Russia oltre che Germania, Inghilterra e Francia. L’Italia si accoderà ma con rischi non da poco, perché il nostro paese è particolarmente vulnerabile da possibili dazi che potrebbero mettere gli Usa.
L’Iran è un paese importante dal punto di vista commerciale per l’Italia, sia per l’importazione di petrolio e gas, ma anche per l’esportazione dei nostri prodotti.
Ma non quanto sono importanti per l’Italia gli Stati Uniti. Inoltre rendiamoci conto che gli Usa non hanno come interlocutore l’Unione Europea, ma i singoli stati europei. Estremamente vulnerabili a qualunque sanzione americana, che andrebbe a colpire le compagnie non i governi.
Intende le singole aziende?
Certamente. Significherebbe che un’azienda italiana che commercia con l’Iran non potrà più farlo con gli Usa, il che è un danno insostenibile. Teniamo conto che nell’ultimo semestre le nostre esportazioni negli Usa sono cresciute del 4,6%, percentuale superiore a qualunque interesse con l’Iran.
Che previsione fa? L’Unione Europea sarà in grado di sostenere questa sfida agli Usa? Sembra di capire che non ce la farà.
L’Unione Europea dopo aver fatto una resistenza formale e proteste varie si fermerà. Il problema resta che l’Ue ha un fortissimo attivo commerciale con gli Usa, non può permettersi aumenti di dazi o sanzioni, l’unico mercato che nell’ultimo semestre ha attirato le esportazioni europee è quello americano, vista la crisi in cui versano Cina, Russia e India.
Trump ha parlato anche di Siria, dicendo di essere pronta a intervenire se Assad userà armi chimiche. Solita minaccia che non ha mai portato niente di concreto?
Diciamo che adesso gli Stati Uniti potrebbero anche permettersi di intervenire seriamente, perché la Russia è abbastanza preoccupata delle ingerenze iraniane in Siria e si è un po’ distaccata da Assad, con il quale non trova più la corrispondenza che c’era in passato. Non a caso Mosca si è messa d’accordo con la Turchia per evitare bombardamenti sulla zona di Idlib.