La poltrona di giudice della Corte Suprema è un po’ più vicina per Brett Kavanaugh, il magistrato accusato di tentato stupro ai tempi del liceo da Christine Blasey Ford che ha incassato il primo sì da parte della Commissione Giustizia del Senato dopo l’audizione di ieri. A questo punto si è arrivati dopo un tira e molla che ha tenuto col fiato sospeso gli Usa da parte di Jeff Flake, noto oppositore di Trump all’interno dello schieramento repubblicano che ha annunciato il proprio allineamento sul sì a Kavanaugh salvo cedere alle pressioni dei Democratici e dell’opinione pubblica chiedendo e ottenendo un’inchiesta supplementare sul “nominee” accusato di aggressione sessuale. Un compromesso politico accettato da Donald Trump, che ai cronisti – come riportato da TgCom2 – ha però ricordato come spetti al Senato gestire il voto per la conferma di Kavanaugh. Trump ha aggiunto che i senatori incerti “devono fare ciò che pensano sia giusto”, ma ha ribadito di non aver alcun dubbio sul nome di Kavanaugh:”Mai pensato neppure un po’” ad eventuali sostituti nel caso in cui il Senato dovesse decidere di non confermarlo. (agg. di Dario D’Angelo)



KAVANAUGH, GESUITI A TRUMP:”RITIRA LA NOMINA”

Vacilla sempre di più la nomina di Brett Kavanaugh a giudice della Corte Suprema dopo l’audizione davanti alla commissione del Senato che ha preso atto delle accuse di tentato stupro mosse al magistrato da parte dell’ex compagna di liceo Christine Blasey Ford. Come riportato da Il Giornale, adesso è il settimanale dei gesuiti, “America”, a chiedere al presidente Donald Trump di ritirare la candidatura di Kavanaugh. Una mossa molto pesante dal punto di vista “politico”: non solo per il seguito dei gesuiti nel Paese ma anche per il fatto che era stato proprio il settimanale a riservare un endorsement al giudice. Nell’editoriale di “America” si legge che la vicenda di questa nomina “è diventata una sorta di simbolo di come nel nostro Paese vengono trattate le donne quando denunciano molestie, aggressioni e abusi che minacciano di far deragliare le carriere di uomini potenti. Anche se la credibilità delle accuse non è stata stabilità oltre ogni ragionevole dubbio e anche se sono necessarie altre indagini per determinarne la validità o ristabilire il nome di Kavanaugh noi riconosciamo che la nomina del giudice Kavanaugh non è più nel miglior interesse del Paese”. America ammette:”Mentre prima avevamo sostenuto la nomina di Kavanuagh sulla base del suo curriculum legale e la fama di convinto ‘testualista’, ora chiaramente la sua nomina deve essere ritirata”. (agg. di Dario D’Angelo)

TRE REPUBBLICANI AGO DELLA BILANCIA

Non si ferma la bufera attorno alla figura di Brett Kavanaugh, nominato da Trump alla Corte suprema ed al centro dello scandalo per le accuse di molestie sessuali sollevate da una donna, Christine Blasey Ford, che ieri ha preso la parola in Senato, dove oggi è pronto a votare. Sebbene il presidente Usa abbia ribadito il suo appoggio a Kavanaugh, secondo alcune notizie riportate da Repubblica.it i repubblicani attualmente non avrebbero i 50 voti necessari per la conferma della nomina. Tre, in particolare le figure chiave per il via libera o lo stop, di cui due sono donne. L’ago della bilancia è caratterizzato da tre nomi:  Lisa Murkowski (Alaska), Susan Collins (Maine) e Jeff Flake (Arizona). La prima rappresenta senza dubbio il voto più traballante poiché negli ultimi giorni ha ribadito l’importanza di dare ascolto agli accusatori, esprimendo tuttavia non poche perplessità dopo le ultime audizioni. Così come Lisa Murkowski, anche Susan Collins potrebbe mettere a rischio la nomina del giudice sotto accusa, soprattutto per via del suo sostegno al diritto all’aborto. Sul caso di presunte molestie sessuali non si sarebbe invece esposta sulla credibilità delle accusatrici. Infine Jeff Flake, conservatore anti-Trump in pensione, che avrebbe espresso perplessità dopo le accuse di cattiva condotta sessuale a carico del giudice. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

 

SI SPACCA IL FRONTE REPUBBLICANO AL SENATO

Nonostante lo scandalo che lo ha coinvolto, Brett Kavanaugh resta in corsa per la nomina a giudice supremo con il pieno sostegno del presidente Trump. Con un atto di sfida infatti i senatori repubblicani hanno fatto sapere di continuare a sostenerlo e oggi lo voteranno. Secondo però le ultime notizie i repubblicani non avrebbero i 50 voti necessari per eleggerlo. Ci sono infatti alcuni di loro che avrebbero deciso di non sostenerlo, tra cui Lisa Murkowski che ha detto a New York Times: “Siamo in una situazione in cui non si tratta di decidere se Kavanaugh sia o meno qualificato, ma di credere o no a una donna che è stata vittima molto tempo fa” affermando anche che sarebbe opportuna una indagine dell’Fbi. Altri due senatori in bilico sono Susan Collins, sostenitrice della legge sull’aborto che si teme che Kavanaugh possa distorcere. L’altro è Jeff Flake, un repubblicano anti Trump (Agg. Paolo Vites)

OGGI IL VOTO IN SENATO

Respinge ogni accusa Brett Kavanaugh, il giudice candidato alla Corte Suprema da parte di Donald Trump, accusato di aver stuprato quando andava al liceo Basley Ford. Ieri ha tenuto l’audizione davanti al Senato, e sono state queste le prime parole proferite dal repubblicano: «Non ho mai conosciuto la dottoressa Ford – ribadisce – non sono mai stato a feste o incontri con lei». Quindi Kavanaugh ha voluto sottolineare la mediaticità del suo processo, e quanto questo gli stia rovinando l’esistenza: «Questo processo – prosegue – ha distrutto la mia famiglia e la mia reputazione, in maniera permanente, costruita da anni di duro lavoro. Le accuse fanno parte di un disegno politico, non sono mai state presentate altre prove. Questo è un circo». Kavanaugh parla di “disgrazia nazionale”, continui attacchi dalla sinistra, e minacce anche fisiche. «Ma sono innocente – ha sottolineato il giudice per l’ennesima volta – i vostri sforzi ben pagati e coordinati per distruggere il mio nome non mi metteranno fuori gioco. Potrete battermi nel voto finale, ma non mi sconfiggerete mai…». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IN LACRIME AL SENATO

Si è difeso streanuamente, il candidato di Donald Trump alla Corte suprema Usa Brett Kavanaugh, che ha affermato: “Non ero perfetto al Liceo e neanche i miei comportamenti lo erano, bevevo qualche birra di troppo nel weekend e in retrospettiva, ho detto e fatto cose al liceo che oggi mi imbarazzano: ma non sono mai stato protagonista di aggressione sessuali, non ero un molestatore.” “Ciò di cui sono stato accusato è molto più grave di una cattivo comportamento giovanile” ha sottolineato Kavanaugh nel testo messo a disposizione dalla Commissione, respingendo con forza le accuse di Christine Blasey Ford: “Non ho mai fatto nulla che somigliasse neppure da lontano a quello che viene descritto dalla dottoressa Ford.” (agg. di Fabio Belli)

“NON LASCERO'”

Momenti di grande tensione durante l’audizione di Brett Kavanaugh davanti alla commissione Giustizia del Senato. Chiamato a rispondere alle accuse di Christine Blasey Ford rispetto ad un presunto tentativo di stupro verificatosi ai tempi del liceo, nel 1982, il giudice candidato da Donald Trump alla Corte Suprema è scoppiato in lacrime leggendo la dichiarazione di apertura della sua testimonianza. Come riportato da TgCom24, Kavanaugh ha detto:”Sono innocente rispetto a queste accuse, non ho mai aggredito sessualmente nessuno”. Kavanaugh, che ha parlato proprio dopo l’audizione di Blasey Ford, ha lasciato intendere di non aver alcuna intenzione di arretrare nonostante le grandi pressioni scatenatesi nel Paese assicurando che non si farà “intimidire, potete sconfiggermi nel voto finale ma non riuscirete a farmi lasciare, mai”. (agg. di Dario D’Angelo)

LE ACCUSE DI BASLEY FORD

Quattro ore è durata la testimonianza di Christine Basley Ford, dalla parte dell’accusa del giudice Kavanaugh per violenze sessuali. Nonostante lui abbia dichiarato di essere innocente e di non aver mai molestato nessuno, la Ford è sicura delle sue parole, del suo racconto e delle sue memorie: “Sono sicura al 100% che sia stato Kavanaugh ad aggredirmi sessualmente. Nella mia memoria, nell’ippocampo del mio cervello, è indelebile il ricordo di quella risata condivisa da Kavanaugh e da un altro ragazzo presente nella stanza, Mark Judge”. Durante la testimonianza Christine Basley Ford ha dovuto ricordare e raccontare un avvenimento accaduto quarant’anni fa, quando lei ne aveva 15 e il giudice 17. “Brett Kavanaugh mi saltò addosso e cercò di togliermi i vestiti. Provai a gridare, ma mi tappò la bocca con la mano. Pensavo che avrebbe potuto uccidermi. I due ridevano e si divertivano alle mie spalle”. In questa vicenda, durante la quale il presidente degli Stati Uniti, si è posizionato in difesa del giudice, lo stesso Trump è stato accusato di non aver voluto ulteriori indagini da parte dell’Fbi. (Agg. Camilla Catalano)

“RIDEVA MENTRE PROVAVA A VIOLENTARMI”

L’audizione presso la Commissione del Senato della dottoressa Christine Blasey Ford rispetto al presunto tentativo di violenza sessuale subito nel 1982 da Brett Kavanaugh rischia di risultare fatale per la nomina alla Corte Suprema per il giudice scelto da Donald Trump. Neanche le domande della procuratrice Rachel Mitchell, che i senatori Repubblicani hanno delegato a interrogare Blasey Ford nella speranza di far emergere incongruenze, sembrano aver incrinato il racconto della dottoressa. Come riportato da Il Giornale, uno dei passaggi più importanti della sua audizione è stato quello in cui alla donna è stato chiesto quale fosse il ricordo più intenso di quella esperienza. Blasey Ford ha risposto:”Le loro risate fragorose e il fatto che si divertissero a mie spese”. La dottoressa ha aggiunto che Kavanaugh e il suo amico Mark Judge “ridevano uno con l’altro” e che sembravano “due amici che si divertivano davvero”. (agg. di Dario D’Angelo)

BLASEY FORD, “TEMEVO KAVENAUGH MI UCCIDESSE”

Si è svolta oggi l’udienza davanti al Senato Usa nel corso della quale a prendere la parola è stata Christine Blasey Ford, la donna massima accusatrice di Brett Kavanaugh, la quale ha ripercorso il tentativo di stupro nei suoi confronti da parte del candidato di Trump alla Corte Suprema. “Non sono qui perché lo voglio, sono terrorizzata”, ha esordito la donna dopo aver prestato giuramento. “Sono qui perché penso che sia un mio dovere civico dirvi cosa mi è successo quando io e Brett Kavanaugh eravamo al liceo”, ha aggiunto, ripercorrendo le tappe di quella spiacevole vicenda che l’ha vista protagonista durante gli anni della sua giovinezza. Nel bel mezzo di una festa, Brett provò a toglierle i vestiti di dosso. “Non ce l’ha fatta perché era molto ubriaco e perché io avevo un bikini intero sotto i miei vestiti”, ha spiegato Ford. In quel momento, la donna ha temuto davvero di poter essere stuprata. “Ho provato a gridare per chiedere aiuto ma mi ha tappato la bocca con la mano. Questa è la cosa che mi ha spaventato di più” – ha aggiunto – “Non riuscivo a respirare, e pensavo che Brett mi avrebbe ucciso per errore”. Non solo Ford, in udienza era presente anche Kavanaugh, nei confronti del quale sono giunte intanto anche nuove accuse da parte di altre due donne.

LE ALTRE ACCUSE A KAVANAUGH: TRUMP PRENDE POSIZIONE

Non solo Christine Blasey Ford: altre due donne hanno dichiarato di aver subito molestie da parte del giudice Kavanaugh. Stando a quanto riportato da un senatore democratico del Rhode Island, un’altra donna avrebbe subito violenze su uno yacht da parte del giudice e dell’amico Mark Judge, lo stesso tirato in ballo anche da Ford che dalla terza accusatrice, Julia Sweatnick, avvenuto sempre nel 1985. Il giudice, ancora una volta su sollecitazione dei senatori ha smentito i fatti. Le accuse, però, sono sempre più gravi e lo stesso Donald Trump se ne è reso conto al punto da non escludere, per la prima volta, di poter cambiare idea sulla sua nomina. “Alle donne che lo accusano di molestie sessuali viene data un’importante occasione per parlare. Le ascolterò ed è possibile che io possa cambiare idea”, ha dichiarato il presidente Usa nel corso di una conferenza ufficiale.