E’ uno slogan che si sente ripetere spesso da parte di rappresentanti e leader della Lega, quello della castrazione chimica per i pedofili condannati. In Kazakistan la richiesta che sognano i leghisti è diventata reale. In alcuni paesi come l’Australia, la Corea del sud, la Russia e la Polonia tale metodo è riconosciuto dalla legge, ma lasciato alle decisioni del pedofilo che può sceglierlo in cambio di una riduzione della pena. Il primo di circa 2mila condannati per abusi sui minori subirà quanto prima la castrazione chimica, secondo una nuova legge introdotta nell’ex repubblica sovietica. Scopo della legge è ridurre al minimo o a zero le voglie sessuali dei condannati, in modo che in caso di uscita dal carcere non possano più ripetere le loro azioni criminali.



MA NON DURERA’ PER SEMPRE…

I media annunciano la prima esecuzione, che si terrà sotto la supervisione del ministro della salute kazako tramite una iniezione di ciproterone, un farmaco anti-androgeno steroideo sviluppato per combattere il cancro. Rispetto alla castrazione chirurgica, non è quindi obbligatorio procedere con operazioni che rimuovano gli organi sessuali. Per applicare la castrazione prevista per 2mila persone, il presidente dello stato ha realizzato un fondo monetario di 37mila dollari che vadano a coprire le spese necessarie. Secondo quanto riporta il settimanale americano Newsweek, che ha annunciato la notizia, la castrazione chimica non è in grado di garantire per tutta la vita la fine delle voglie sessuali di un essere umano, ma solo temporaneamente, cosa che non garantirebbe il risultato voluto. Il paese ha visto negli ultimi tempi crescere vorticosamente i casi di abusi su minori, arrivati a circa mille all’anno.



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