Non solo Donald Trump nel mirino di Barack Obama, ma tutta la classe dirigente del Partito Repubblicano finisce sotto attacco dell’ex inquilino della Casa Bianca, protagonista di un comizio da Chicago, Illinois, che dà ufficialmente fuoco alle polveri in vista delle ormai prossime elezioni di Mid-Term. Come riportato da Il Post, Obama ha strigliato tutto il Gop, piegatosi alle politiche estremiste del tycoon newyorchese:”Cos’è successo al partito Repubblicano? Non sono dei conservatori, sono diventati dei radicali. Negli ultimi decenni la politica della divisione, del risentimento e della paranoia ha sventuratamente trovato casa nel loro partito”. Obama ha citato l’episodio di Charlottesville, quando dopo l’attentato razzista dei suprematisti bianchi il presidente Trump incolpò “tutte le parti”:”Dovremmo schierarci contro i bulli, e non seguire il loro esempio […] E ovviamente dovremmo schierarci nettamente e inequivocabilmente contro i fan dei nazisti. Quanto può essere difficile, dire che i nazisti sono cattivi?”. (agg. di Dario D’Angelo)



BARACK SI RIPRENDE I DEMOCRATICI

Scende in campo Barack Obama. O forse sarebbe il caso di dire “torna in campo”, a voler sottolineare che era da un po’ di tempo che l’ex inquilino della Casa Bianca non diceva la sua sulla politica a stelle e strisce. Ma evidentemente le elezioni di mid-term sono un passaggio troppo importante perché Obama decida di mantenere la consuetudine secondo cui un ex Presidente non attacca un suo successore. Barack sente dunque la necessità di intervenire contro Donald Trump e le sue politiche. E lo fa con un discorso “alla Obama”, utilizzando quello stile che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che gli ha garantito la doppia elezione, ma soprattutto lo fa ridestando un entusiasmo che pareva sopito nei Democratici d’America. Si riprende il partito dell’Asinello, Obama, ancora scosso e tramortito a quasi due anni dal colpo in volto che la sconfitta di Hillary Clinton ha rappresentato. C’è bisogno di un leader per battere Trump. In assenza d’alternative, è tornato il vecchio capo. (agg. di Dario D’Angelo)



TRUMP, “OBAMA? MI SONO ADDORMENTATO”

Scende in campo in favore dei democratici l’ex presidente degli Stati Uniti. Barack Obama ha tenuto un discorso nella giornata di ieri presso l’università di Chicago, in vista delle elezioni di metà mandato che si terranno il prossimo novembre. In molti sono convinti che l’attuale numero uno americano, Donald Trump, perderà voti, alla luce anche dei recenti scandali, ma il tycoon a stelle e strisce ha saputo sempre rialzarsi anche quando sembrava ad un passo dal baratro. Diversi gli impegni in agenda di Obama, che chiama a raccolta gli elettori democratici, e che domani sarà ad un comizio in California, quindi giovedì in Ohio a sostegno di Richard Cordray, e poi di nuovi in Illinois e in Pennsylvania. Nel frattempo è uscito allo scoperto Trump, che ha ammesso: «Durante il discorso di Barack Obama mi sono addormentato». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OBAMA TORNA IN CAMPO

Torna in campo Barack Obama. In vista delle elezioni mid-term, di metà mandato, il 44esimo presidente degli Stati Uniti si appella al popolo americano, invitandolo ad andare a votare: «La posta in gioco è alta – dice il primo presidente afro-americano della storia USA – e le conseguenze dello starsene da parte si fanno più grame». Obama ha aggiunto che «la democrazia non è mai stata facile», ma il suo futuro, come sottolineato da La Repubblica, dipenderà anche dall’affluenze alle urne del prossimo novembre 2018. Obama ha parlato a casa sua, presso l’università di Chicago a Urbana, nello stato dell’Illinois, sottolineando come quello in corso sia «un momento davvero diverso», rispetto a quanto vistosi in precedenza.

“TRUMP NON E’ LA CAUSA DI QUESTO MALE”

Quindi un commento sull’amministrazione Donald Trump, nella bufera dopo le ultime scottanti rivelazioni del libro di Bob Woodward e del New York Times. «Sta solo sfruttando il risentimento nei confronti dei politici che c’è da anni», ammette il predecessore del tycoon, che poi aggiunge: «Lo status quo spinge in senso contrario al progresso. A volte questo contraccolpo arriva da persone che in maniera genuina, anche se sbagliata, temono il cambiamento. Più spesso, è creato da persone potenti e privilegiate che vogliono tenerci divisi, arrabbiati e cinici». Ma Donald Trump non è l’origine di questo male, è solo «un sintomo, non la causa».