La denuncia choc avanzata dall’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu e relativa a quanto avviene in Libia lascia davvero interdetti. Si parla infatti di “atrocità indicibili commesse contro i rifugiati e i richiedenti asilo nelle strade di Tripoli”, ma ciò che sconvolge ulteriormente, se possibile, è la presenza di bambini e donne tra i protagonisti di tali indicibili violenze. Si parla non solo di stupri, ma anche rapimenti e torture che andrebbero ad affiancarsi al “drastico deterioramento” della situazione dei migranti in Libia a causa degli ultimi episodi di guerriglia in atto. In particolare i rifugiati sarebbero stati sottoposti ad indicibili forme di abusi e violenze rispetto alle quali, inevitabilmente, l’Unhcr si è definita “sgomenta”al punto da chiedere un imminente intervento da parte delle autorità libiche affinché possano agire “contro tutti i criminali che cercano di colpire rifugiati e migranti disperati”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RACCONTO CHOC “MOLESTATO BIMBO DI UN ANNO”
Sono davvero gravi le denunce dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in merito ad una serie di violenze, torture e abusi, subiti dai migranti in Libia. «Molti rifugiati erano detenuti in aree vicine agli scontri e a rischio di essere colpiti dai razzi – spiega l’agenzia che da tempo si batte contro la detenzione di rifugiati e richiedenti asilo – migliaia sono fuggiti dai centri di detenzione, in un disperato tentativo di salvare le loro vite». Secondo l’Unhcr, i rifugiati dovrebbero essere ospitati presso la «struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in Paesi terzi e che sarà gestita dal ministero degli Interni libico e dall’Unhcr». Una struttura che può ospitare fino a 1000 persone, già pronta all’uso. Raccapricciante quanto rivelato da una donna all’agenzia, che è stata violentata e a cui hanno rapito il marito e torturato e molestato sessualmente il figlio di appena un anno. Una situazione di una gravità inaudita, difficile solamente da immaginare. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DENUNCIA DI UNHCR
In merito alla durissima denuncia fatta dall’UNHCR contro i centri di detenzioni libici, l’appello che viene fatto a tutta la comunità internazionale è tanto semplice quanto diretto: «chiediamo con fermezza che vengano messe in atto alternative alla detenzione, compreso l’uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in paesi terzi e che sarà gestita dal ministero degli Interni libico e dall’Agenzia». La struttura citata e gestita direttamente dall’agenzia Onu ha la capacità di ospitare almeno 1000 rifugiati – spiega ancora la nota di UNHCR – vulnerabili e richiedenti asilo e tra l’altro sarebbe pronta per l’uso. Ancora in queste ore, l’agenzia ha riferito di aver contattato altri migranti che hanno spiegato di essere stati venduti ai trafficanti in Libia, «abusati e torturati anche dopo essere stati intercettati in mare». (agg. di Niccolò Magnani)
“ABUSI E VIOLENZE INDICIBILI”
L’alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati, l’Unhcr, ha denunciato una serie di atrocità e violenze nei confronti dei rifugiati in Libia, anche bambini. Stando a quanto spiegato dall’agenzia, citata dai colleghi dell’Ansa, vengono segnalate “atrocità indicibili commesse contro i rifugiati e i richiedenti asilo nelle strade di Tripoli”, perfino nei confronti di un bambino di un anno. Una situazione che è peggiorata negli ultimi giorni, dopo gli scontri fra milizie avvenuti nei pressi della capitale. Alcune persone avrebbero sfruttato le divise con loghi simili all’Unhcr e all’Onu, per attrarre verso di se i migranti, e sottoporli ad abusi e violenze. «Secondo alcuni rapporti ritenuti affidabili dalle nostre fonti e secondo i rifugiati stessi – afferma l’agenzia – sembrerebbe che alcuni trafficanti stiano spacciandosi per personale delle Nazioni Unite, incluso l’Unhcr, in diverse località della Libia. Questi criminali sono stati avvistati nei punti di sbarco e nei centri di traffico di esseri umani, usando giubbotti e altri oggetti con un logo simile a quello dell’Unhcr». L’agenzia aggiunge che le informazioni in loro possesso provengono da alcuni rifugiati, che sono stati venduti a trafficanti in Libia, e che sono stati «oggetto di abusi e torture, anche dopo essere stati intercettati in mare». L’Onu ha aperto un’indagine dopo questa grave segnalazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA DENUNCIA DI UNHCR
Denuncia choc di Unhcr, Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: donne e bambini sono vittime di torture a Tripoli. In una nota dell’Agenzia, si legge che ci sono state segnalazioni di indicibili atrocità commesse contro i rifugiati e i richiedenti asilo nelle strade della capitale della Libia. Stupri, rapimenti e torture tra queste. Una donna ha raccontato, ad esempio, che suo marito è stato rapito, di essere stata violentata e che hanno torturato suo figlio di un anno. Inoltre, la donna ha detto che il bambino è stato denudato e molestato sessualmente dai criminali. Unhcr denuncia, dunque, il «drastico deterioramento» della situazione dei rifugiati e dei migranti che vivono nelle aree urbane o che sono detenuti a Tripoli per i pesanti scontri nella capitale libica. E quindi chiede con fermezza che vengano messe in atto alternative alla detenzione, come l’uso della struttura di raccolta e partenza.
UNHCR: “CRIMINALI SI SPACCIANO PER AGENTI ONU”
Quella delle torture ai danni di donne e bambini non è l’unica denuncia che ha fatto l’Alto Commissario Onu per i rifugiati (Unhcr). Ha fatto sapere anche di avere «affidabili informazioni» sul fatto che scafisti e trafficanti di esseri umani si spaccino per agenti delle Nazioni Unite in Libia. In questo modo, come riportato da Askanews, riescono ad arrivare più facilmente ai migranti. L’Unhcr sostiene che ciò avvenga in diverse parti del Paese nordafricano. «Questi criminali sono stati individuati a punti di sbarco e ai crocevia dei traffici, sono stati visti con giubbotti e oggetti con le insegne simili a quelle dell’Alto Commissariato», ha dichiarato l’Agenzia attraverso un comunicato. Le informazioni in questione arrivano in parte da «rifugiati che dicono di essere stati venduti a trafficanti in Libia e sottoposti a maltrattamenti e torture, a volte dopo essere stati intercettati in mare».