Un cittadino cinese, direttore delle vendite per il ramo polacco di Huawei, è stato arrestato nell’ambito di un blitz avvenuto oggi in Polonia e relativo ad una presunta rete di spionaggio. Con lui anche un ex membro dei servizi segreti polacchi dell’Abw ora impiegato nel settore delle telecomunicazioni. A riferirlo, come riporta Secolo d’Italia, è stata l’emittente polacca Tvp. Intanto dalla Cina giungono le prime preoccupazioni, a partire dal ministero degli Esteri che si è detto “altamente preoccupato” per l’arresto del connazionale. I due arresti sono avvenuti lo scorso martedì anche se la notizia è emersa solo in queste ultime ore. La polizia ha intanto eseguito perquisizioni presso gli uffici di Huawei in Polonia e in quelli della compagnia di telecomunicazioni Orange Polaska per la quale lavora Piotr D., il cittadino polacco ora incriminato. L’anno scorso le due società hanno lavorato assieme sulla nuova rete di telefonia mobile 5G nel paese europeo. Già lo scorso 18 dicembre, il presidente di Huawei ha già respinto le accuse di possibili collegamenti con i servizi di intelligence di Pechino: “Non ci sono prove che Huawei stia minacciando la sicurezza nazionale di qualsiasi paese”, ha detto Ken Hu in conferenza stampa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IN MANETTE DIRIGENTE DEL COLOSSO CINESE
La multinazionale cinese Huawei torna al centro delle vicende d’attualità. Come riferito da numerosi media internazionali nelle ultime ore, il servizio di sicurezza interno polacco avrebbe sgominato un gruppo di spionaggio cinese legato proprio al colosso delle telecomunicazioni di Shenzhen. Nel dettaglio, come riferito da fonti ufficiali, gli agenti speciali della ABW, avrebbero messo le manette ad un ricco uomo d’affari cinesi nonché ad un cittadino polacco, il probabile complice “resident”. Il blitz è scattato dopo un’indagine lunga e articolata, a seguito di una serie di sospetti in merito a presunti legami fra la nota azienda e l’intelligence di Pechino, sospetti segnalati non soltanto negli Stati Uniti dal presidente Donald Trump, ma anche da Canada e dall’Unione Europea. Affari non proprio chiari che avrebbero indotto alcune aziende delle telecomunicazioni europee, a cominciare da Orange, a sospendere la loro collaborazione con Huawei, in merito alla costruzione della nuova rete di tlc 5G.
HUAWEI: DUE ARRESTI IN POLONIA
La stessa linea è in corso di costruzione anche in Polonia, e le autorità temono appunto che con tale rete Huawei possa spalancare le porte alla Cina ai segreti non solo di stato ma dell’intera Alleanza atlantica, più comunemente nota come Nato. In merito alle due persone fermate, il cinese si chiamerebbe Weijing W., e sarebbe un facoltoso uomo d’affari che lavora per la multinazionale nella sua filiale polacca. Il polacco, Piotr D. sarebbe invece un consigliere di Orange Polska (ancora controllata da Huawei), e che ha ricoperto diversi incarichi pubblici. Gli uffici polacchi di Huawei e Orange sono stati perquisiti senza preavviso, con l’obiettivo di individuare informazioni riguardanti i dipendenti delle due aziende di alto livello. Tale indagine sarebbe nata dopo l’arresto risalente allo scorso mese di dicembre di Meng Wanzhou, numero due di Huawei nonché figlia del grande boss, che la Cina aveva catalogato come «azioni a tradimento e provocazioni mosse da idee suprematiste bianche contro il nostro popolo».