La guerra è sempre più totale mentre lo scambio di raid non accenna a terminare sopra i cieli della Siria e verso le alture del Golan in Israele: i durissimo cambio di accuse vede al momento la Comunità internazionale assolutamente in silenzio e senza una vera voce “forte” da opzionare, specie dopo che la politica su Gerusalemme capitale del Presidente Trump ha diviso ancor di più il fronte in teoria pro-Israele all’Onu. Yuval Steinitz, ministro dell’Energia e delle Risorse idriche, tra i più vicini al premier Netanyahu ha raccontato all’Huffington Post come «Da tempo e in ogni consesso internazionale denunciamo la pericolosità del regime iraniano e la sua determinazione ad assumere una posizione di comando in Medio Oriente. Non si tratta solo del dossier nucleare». Per il Governo israeliano, il timore Iran è a più ampio raggio di come solitamente viene presentato: «Non c’è Paese del Medio Oriente in cui Teheran non ha allungato i suoi tentacoli, direttamente, come in Siria, Iraq e Yemen, o indirettamente, come in Libano attraverso Hezbollah o a Gaza con Hamas», spiega ancora il ministro, mentre da Tel Aviv avanzano un possibile intreccio “infernale” con il caso delle truppe Usa in ritiro dalla Siria, «La presenza delle truppe statunitensi nelle aree controllate dai curdi nella Siria orientale ha finora impedito a Teheran di completare quell’arco sciita che porterebbe l’influenza dell’Iran fino al Mediterraneo, passando senza soluzione di continuità attraverso l’Iraq, la Siria e il Libano» spiega Herb Keimon, analista del Jerusalem Post.
NETANYAHU, “NON POSSIAMO IGNORARE LE MINACCE”
Non poteva non arrivare la pronta replica da Israele dopo le minacce durissime e gravi mosse dal capo dell’Aeronautica iraniana: «Non possiamo ignorare le esplicite dichiarazioni di Teheran sulla sua intenzione di distruggerci così come sostenuto dal comandante dell’aviazione iraniana», spiega il Primo Ministro Benjamin Netanyahu dopo le forti accuse dei “vicini” nemici di Damasco. Secondo il governo israeliano, lo Stato non può soprassedere «agli atti di aggressione dell’Iran e ai suo tentativi di rafforzarsi militarmente in Siria», confermando dunque l’intento di colpire altri obiettivi sensibili di Damasco in terra siriana, con nuovi raid nei prossimi giorni. L’avvertimento finale di Netanyahu è, se possibile, ancor più diretto e vede il Governo di Rohani come il nemico principale proprio per la minaccia costante alla sicurezza di Gerusalemme lanciata dall’Iran: «Chi cerca di colpirci, noi lo colpiamo. Chi minaccia di distruggerci subirà le conseguenze».
IRAN, “PRONTI AD ELIMINARE GLI EBREI DALLA FACCIA DELLA TERRA”
Prima l’obiettivo dichiarato chiaro e tondo da parte dell’esercito israeliano, poi la replica choc del Capo delle Forze Armate dell’Iran che annuncia senza mezzi termini, «siamo impazienti di combattere contro Israele ed eliminarli dalla faccia della Terra». Da tensione a possibile guerra imminente, il passo sembra sempre più vicino: il generale Aziz Nasirzadeh, comandante dell’Aeronautica militare della Repubblica islamica, ha poi “ritoccato” la minaccia di estirpare gli ebrei dal Medio Oriente, raccontando al quotidiano online “Young Journalist Club” «I giovani della forza aerea sono pronti e impazienti di combattere il regime sionista e di eliminarlo dalla faccia della Terra». Il concetto resta e la minaccia dalla Siria verso l’intero Medio Oriente si fa pesantissima: «Mettiamo in guardia le forze armate siriane dal tentare di danneggiare le forze o il territorio israeliano», avevano detto stamattina i soldati di Tel Aviv dopo i raid nella notte che hanno colpito obiettivi sensibili militari iraniani sul territorio siriano.
ISRAELE “NOSTRO OBIETTIVO È L’IRAN”
L’esercito iraniano ha fatto sapere di aver compiuto nella notte tra domenica e lunedì un raid in Siria su obiettivi iraniani, dopo aver intercettato nella giornata di ieri un razzo lanciato dal territorio siriano. A comunicarlo, il portavoce militare che, come spiega oggi Rainews, ha precisato come questa sia stata la risposta a quanto avvenuto nelle passate ore sulle alture del Golan, dove il razzo terra-terra era stato intercettato in volo dal sistema antimissile Iron Dome. Il portavoce ha ancora annunciato che le forze armate israeliane “restano determinate ad agire per impedire il rafforzamento iraniano in Siria”. L’esercito israeliano intervenuto nella passata notte avrebbe colpito in Siria diversi obiettivi della forza ‘Quds’ iraniana fra cui “magazzini di munizioni ed installazioni vicine all’aeroporto di Damasco, un sito dell’intelligence ed un campo di addestramento delle forze armate iraniane”. Durante l’attacco sarebbero stati lanciati numerosi razzi da parte della Siria e diretti ai jet israeliani. La radio militare avrebbe fatto sapere che tutti gli aerei israeliani sarebbero rientrati indenni alle rispettive basi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RAZZI SIRIA-ISRAELE SUL GOLAN
La tensione in Medio Oriente è più viva che mai dopo che nelle ultime 24 ore un fitto lancio di razzi tra Israele e la Siria sta di nuovo mettendo davanti alla Comunità Internazionale l’emergenza mai sopita dei molteplici scontri che sottendono le politiche mediorientali. Ultima serie di una lunghissima escalation di violenze e minacce, Damasco annuncia stamattina di aver fatto fallire un attacco aereo di Israele contro il sud della Siria, sulle alture del Golan: «Le difese aeree siriane hanno affrontato un’aggressione israeliana nel sud e hanno impedito (agli aggressori) di raggiungere i loro obiettivi». Non solo, una fonte militare avrebbe anche affermato di come le difese aeree di Damasco avrebbero risposto con attacco “ad esito positivo” contro Tel Aviv: per ora Israele non ha commentato ufficialmente (anche se il Presidente Netanyahu ha parlato, come vedete qui sotto), ma i funzionari israeliani esprimono ripetutamente (non da oggi, ndr) preoccupazione per la presenza dell’Iran in Siria e il contrabbando di armi sofisticate a Hezbollah da Teheran al Libano attraverso la Siria.
ISRAELE “NOSTRO OBIETTIVO DANNEGGIARE L’IRAN IN SIRIA”
Israele poche ore dopo denuncia di aver fermato dalla Siria un lancio di missili «verso le zone settentrionali delle alture del Golan», e solo tramite il sistema di difesa aerea americana “Iron Dome” è riuscito a difendersi ed evitare nefaste conseguenze. Nel sottile “gioco di scacchi” in Medio Oriente, pare che il continuo attacco tra i due Paesi – senza rivendicazioni ufficiali – sia dipeso proprio dal costante traffico di armi che coinvolge Libano, Iran e palestinesi. Per i media di Stato siriani, «il razzo lanciato contro Israele è una risposta ai raid israeliani che hanno preso di mira le regioni del sud»: negli ultimi anni l’esercito israeliano, va detto, ha colpito spesso in Siria i vari obiettivi dell’Iran e degli alleati libanesi di Hezbollah. «Abbiamo la costante politica di danneggiare l’arroccamento dell’Iran in Siria e di colpire chiunque provi a danneggiarci. Una politica che non cambia, sia se sono in Israele o in visita storica al Ciad», spiega il premier Benyamin Netanyahu di fatto “confermando indirettamente” l’attacco verso Damasco nelle ultime ore. La tensione è ancora vivissima e il ritiro delle truppe Usa dalla Siria di certo non rappresenta un fattore “favorevole” come non ha mai nascosto il Governo di Israele.