Purtroppo mentre il mondo si divide e non trova un accordo unico per dirimere la “scelta di campo” tra Maduro e Guaidó, le proteste in piazza in Venezuela producono morte, sangue e tragedie: sono 35 le vittime durante la repressione delle proteste da parte del regime contro i manifestanti. A riferirlo è stata Provea, la Ong locale in difesa dei diritti umani: non solo, sarebbe 850 i cittadini venezuelani – fra i quali 77 minorenni fra i 13 e i 14 anni – «sono stati arrestati arbitrariamente e posti sotto custodia delle forze di sicurezza». Intanto nella tradizionale conferenza stampa durante il viaggio di ritorno in aereo dalla Gmg Panama, Papa Francesco è tornato sul caos venezuelano spiegando perché non abbia preso “una delle due parti” in contesa nelle dichiarazioni ufficiali: «Se io sottolineassi quello che dice questo o quel Paese, mi esprimerei su qualcosa che non conosco, sarebbe un’imprudenza pastorale da parte mia e farei danni. Le parole che ho detto le ho pensate e ripensate. E credo che con quelle ho espresso la mia vicinanza, ciò che sento. Io soffro per quello che sta accadendo in questo momento in Venezuela e per questo ho chiesto che ci sia una soluzione giusta a pacifica». È poi ancora Bergoglio a specificare, «devo essere… non mi piace la parola “equilibrato”, voglio essere pastore e se c’è bisogno di un aiuto, che di comune accordo lo chiedano».
APPELLO DI GUAIDÓ: “SCENDETE IN PIAZZA”
È di questa mattina il nuovo appello, accorato, del “Presidente ad interim” Guaidó all’intero popolo del Venezuela e, direttamente, anche all’esercito che finora è rimasto con Maduro: «scendete in piazza per una manifestazione pacifica di due ore mercoledì a mezzogiorno» e poi invece per il prossimo sabato ha convocato diverse «dimostrazioni di massa in ogni angolo del Venezuela e del mondo». Lo stesso Guaidó ha ricordato che sabato scade anche l’ultimatum lanciato da alcuni paesi dell’Unione Europea per obbligare Maduro a indire nuove elezioni: il mondo è spaccato, per non parlare del Venezuela stesso alla vigilia di una sempre più possibile sanguinaria guerra civile. «Spagna, Francia e Germania hanno preso una posizione chiara e dura contro il dittatore Nicolas Maduro. L’Italia tace. E’ una vergogna rimanere in silenzio e non avere il coraggio di scegliere di stare dalla parte di Guaidó», ha tuonato questa mattina il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani contro il Governo Conte.
MADURO VS UE: “INSOLENTI, NIENTE ULTIMATUM”
Dopo l’ultimatum imposto dall’Unione Europea al presidente Maduro nel caos che ormai regna sovrano in Venezuela, arriva la pronta replica che serve soltanto ad aumentare la tensione e la spaccatura in stile “Guerra Fredda” nella comunità internazionale: «Nessuno può darci ultimatum», ha spiegato alla Cnn turca il presidente osteggiato da Juan Guaidó dopo l’autoproclamazione a “presidente ad interim” del leader dell’opposizione. «Sono insolenti tutti quelli Stati che si sono intromessi nelle questioni venezuelane, il mio Paese non ha legami con l’Europa», continua il leader chavista sempre più in difficoltà per la guerra civile presente dentro e fuori Caracas, oltre ad una popolazione gravata dall’indice di povertà che sfiora il 90% dei cittadini venezuelani. Portogallo, Germania, Francia, Belgio e Spagna avevano chiesto 8 giorni per convocare nuove libere elezioni ma tanto Maduro quanto Putin (e in parte anche l’Italia) non ritiene questa opzione plausibile, «non si possono fare ricatti ad un libero Governo» attacca il Presidente.
ISRAELE SI SCHIERA CON GUAIDÓ, PAPA SCEGLIE APPELLO PER LA PACE
La tensione è sempre più palpabile e dopo la stretta pressione messa da Trump con il riconoscimento di Guaidó, il Venezuela rischia di piombare in una guerra civile dalle difficili e incalcolabili conseguenze: i militari per ora stanno con il Governo di Caracas, con il Presidente ad interim che invece chiede allo stesso esercito di non sparare sulla folla, «Soldati, non sparate al popolo venezuelano, rispettate chi in modo costituzionale è venuto a difendere le vostre famiglie e il vostro popolo. Avete una responsabilità molto chiara ora» spiega il leader dell’opposizione Guaidò ai cronisti assiepati nella capitale venezuelana. Le due novità di giornata riguardano però le prese di posizioni importanti di Israele e del Santo Padre in conclusione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Panama: «Israele riconosce la nuova leadership in Venezuela», spiega il premier israeliano Benyamin Netanyahu, finora cauto per il timore di ritorsioni contro la comunità ebraica del Venezuela. Papa Francesco invece sceglie per un appello alla pace in tutto il Paese, non esprimendo direttamente il “favore” di una delle due parti in contesa a Caracas: «in questi giorni a Panama ho pensato molto al popolo venezuelano, mi sento particolarmente vicino a loro. In questo momento di difficoltà chiedo al Signore che si possa cercare una soluzione giusta e pacifica per superare la crisi rispettando i diritti umani e cercando il benessere di tutti i cittadini del Paese». In linea, se vogliamo, con la “posizione italiana” che da un lato esprime una forte critica per i metodi non democratici di Maduro ma dall’altro non intende porre ultimatum per evitare possibili scontri militari al termine di quei fatidici 8 giorni “lanciati” da Bruxelles.