Forse è definitivamente finito un incubo per Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia e che oggi può sorridere perché la Corte Suprema del Pakistan, con una decisione molto coraggiosa e che rappresenta di fatto uno schiaffo contro gli estremisti islamici, ha respinto il ricorso contro l’assoluzione della diretta interessata, arrivata lo scorso 31 ottobre. Asia, madre di cinque figli, come è noto, secondo le leggi del Paese rischiava la pena capitale e ha trascorso nove lunghi anni in carcere prima che questa odissea terminasse: adesso la donna è libera di lasciare il Pakistan e potrebbe anche ricongiungersi finalmente con le figlie che si trovano già all’estero, anche se non è scontato dato che Asia negli ultimi tempi si trovava sotto protezione in una località segreta ma era impossibilitata a partire. (agg. di R. G. Flore)
L’ATTO DI CORAGGIO DELLA CORTE SUPREMA
Un atto di coraggio, tanto la sentenza di assoluzione quanto la respinta della mozione d’appello giunta questa mattina: i giudici della Corte Suprema, sebbene non possano in alcun modo riparare all’orrore di un carcere durato 9 anni per un’accusa assurda e ingiusta, hanno liberato Asia Bibi dopo aver ascoltato le varie argomentazioni della difesa e gli attacchi dell’accusa mossi dal fervente islamismo fondamentalista pachistano. Un collegio di tre magistrati, presieduto dal neo Presidente della Corte, il giudice Asif Saeed Khosa, ha preso la decisione più coraggiosa ma anche più giusta, provando a mettere la parola fine a 9 anni di infamie e iniquità: in particolare, come riporta l’Agenzia Fides, il giudice supremo si è permesso di “provocare” gli islamisti affermando dopo la sentenza, «L’Islam dice forse che si dovrebbe essere puniti per un crimine anche in assenza di prove?». Il magistrato ha poi ricordato tutti gli elementi fattuali che hanno portato all’assoluzione in autunno e confermato appieno la decisione finale: «le testimonianze discordanti e una denuncia presentata solo cinque giorni dopo che l’incidente è avvenuto, il che fa pensare, secondo la giurisprudenza, ad accuse false e preconfezionate», riporta ancora Fides.
ITALIA ACCOGLIE ASIA BIBI?
Secondo le fonti in mano a Vatican Insider, Asia Bibi alla lettura della sentenza assieme al marito Ashiq Masih (che dunque non ha lasciato il Pakistan, come invece alcune fonti negli scorsi giorni riportavano, ndr) è scoppiata in lacrime e con immensa gioia ha abbracciato quell’uomo che da anni la sostiene e rischia la vita con lei tutti i santi giorni. Qari Muhammad Salaam resta con un pugno di mosche in mano: è l’uomo che nel 2009 l’aveva denunciata per la presunta blasfema contro Maometto e fino all’ultimo ha cercato di convincere i giudici ad annullare l’assoluzione e confermare la pena di morte per Asia. La Corte però è rimasta salda e nonostante le minacce ha mantenuto la sentenza originaria, liberando per sempre la contadina cattolica. «Ora che Asia Bibi ha il diritto di ricominciare e di lasciare il Pakistan, l’Italia attivi subito ogni strumento diplomatico utile, mettendosi a disposizione per offrire protezione ed asilo a questa donna eroica, che incarna i valori identitari nei quali affondano le radici il nostro Paese e l’intera Unione Europea», sono le prime parole riferite dall’eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, che poi sottolinea «l’esempio di Asia Bibi insegni all’intera Europa che la forza per costruire un futuro solido può venire ripartendo dalla fedeltà alle nostre radici culturali, fondate nella tradizione giudeo-cristiana e greco-romana».
ASIA BIBI È LIBERA: RESPINTO RICORSO DEGLI ISLAMISTI
La Corte Suprema del Pakistan ha respinto il ricorso degli islamisti e ha confermato la sentenza di assoluzione dall’accusa di blasfemia: Asia Bibi è finalmente libera e può lasciare il Paese in qualsiasi momento. Così hanno deciso i giudici pachistani in un verdetto atteso per mesi dopo l’appello presentato il giorno dopo l’assoluzione della contadina cattolica lo scorso 31 ottobre 2018. «Nel merito, il ricorso è respinto», ha decreto il giudice Asif Saeed Khosa questa mattina, con un atto “di coraggio” dopo le minacce di morte lanciate da mezzo Paese fondamentalista contro la Corte considerata troppo morbida nei confronti di Asia Bibi. Ora per davvero la mamma cristiana, che ha trascorso in carcere oltre 9 anni, è libera di lasciare il Paese: può ricongiungendosi alle figlie che potrebbero essere già all’estero da mesi, tenute in un luogo sicuro assieme al marito in attesa del verdetto tanto atteso.
CAOS IN PAKISTAN DOPO LA SENTENZA
Fino alla sentenza di oggi Asia Bibi si trovava anch’essa al riparo in un luogo sicuro del Pakistan proprio per evitare le imboscate e gli attentati di chi da anni gli ha giurato “morte” praticamente ogni giorno: finora era libera dunque ma “a metà” essendo fuori dal carcere ma tenuta comunque forzatamente in Pakistan in attesa dell’Appello lanciato contro la Corte Suprema. L’avvocato storico della donna, il musulmano Saiful Malook, da mesi in Olanda anche lui per il rischio di azioni punitive, ha fatto rientro in Pakistan per stare vicino a quella donna che ha difeso fin dal principio, a costo della sua stessa vita. Come scrive Vatican News pochi istanti fa, «intorno alla Corte Suprema del Pakistan sono state schierate numerose forze di polizia e truppe paramilitari per prevenire eventuali manifestazioni di protesta». Il partito musulmano Qari Salaam aveva giurato ripercussioni gravi qualora il suo appello contro l’assoluzione per blasfemia non fosse stato accolto: soltanto un accordo con il governo sulla possibilità di chiedere la riapertura del processo aveva fatto desistere gli islamisti dalle manifestazioni di protesta mesi fa. Ora però si teme il caos mentre Asia Bibi, finalmente, può dirsi libera da ogni assurdo giogo “religioso”.