Sono allarmanti i dati sui migranti riportati dall’Unhcr. Stando all’ultimo rapporto dal nome eloquente, “Viaggi disperati”, ben sei persone che hanno provato a lasciare il proprio paese per trasferirsi altrove, sono morte nel Mediterraneo ogni giorno nel 2018. Sono quindi circa 2.275 i morti o i dispersi durante la traversata del mare che lambisce anche le coste italiane, durante l’anno da poco passato. In totale sono arrivati nel Vecchio Continente circa 139.300 fra rifugiati e migranti, il numero più basso degli ultimi cinque anni. Stando a quanto sottolineato dal rapporto, il cambio di politica di alcuni paesi (l’Italia non è citata ma il riferimento è chiaro), avrebbe provocato incidenti maggiori e causato di conseguenze più morti, a seguito delle imbarcazioni rimaste alla deriva per diverso tempo, in attesa di ricevere l’autorizzazione a sbarcare. Lungo le coste della Libia, dove si verificano i maggiori disastri, una persona su 14 ha perso la vita, mentre sono diverse migliaia le persone che sono state intercettate e portate nei centri di detenzione libici dove le condizioni di vita sono disumane.



MIGRANTI, UNHCR: 6 MORTI AL GIORNO NEL MEDITERRANEO

Rispetto agli ultimi anni c’è una nuova tendenza anche per quanto riguarda le destinazioni, con la Spagna che risulta essere a tutt’oggi il principale punto d’ingresso in Europa, con circa 8.000 persone arrivate via terra, e altre 54.800 attraversando il Mediterraneo occidentale. Di conseguenza i decessi in quella zona del mondo sono quasi quadruplicati, e si è passati dai 202 morti del 2017, ai 777 dell’anno scorso. 23mila sono invece i rifugiati giunti in Italia, un numero che è cinque volte inferiore rispetto all’anno precedente, merito anche delle politiche restrittive dell’attuale esecutivo. In Grecia, invece, gli sbarchi sono stati 32.500, un numero in aumento rispetto al 2017, quando i migranti giunti sulle coste elleniche erano stati 32.000. Le nazioni meno raggiungibili via mare, per ovvi motivi, risultano essere la Gran Bretagna e la Francia, dove comunque qualche disperato ha tentato la traversata alla fine dell’anno scorso.

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